Salvaguardare l'auto l'uomo e l'ambiente

Salvaguardare l'auto l'uomo e l'ambiente Tavola rotonda a "Environment,, Salvaguardare l'auto l'uomo e l'ambiente Rapporti fra inquinamento e crisi energetica - Le limitazioni all'uso della vettura e lo sviluppo dei servizi pubblici - Interventi del ministro Ripamonti e dell'ambasciatore Usa a Roma «Lo sviluppo dell'automobile e la salvaguardia dell'uomo e dell'ambiente»: questo il tema di una tavola rotonda internazionale che si sta svolgendo a Torino nell'ambito di «Environment 74». Organizzato dalla Federazione internazionale dell'automobile e dall'Automobile Club d'Italia, il convegno si propone di approfondire il ruolo e la re¬ sponsabilità della civiltà del motore nei rapporti con quel grande problema, emerso quasi d'improvviso nell'ultimo decennio, che è la pro- gressiva degradazione del- l'ambiente naturale. Vi parte-cipano delegati di numerosi Paesi che ieri hanno comin- ciato a svolgere le prime rela-zioni, cui si sono aggiunti un discorso del ministre del Tu- rismo e dello spettacolo sena-tare Camillo Ripamonti e un intervento dell'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma John Volpe, profondo conoscitore dei problemi dell'automobile per essere stato fino all'anno scorso ministro dei Trasporti nel governo americano. Reazioni emotive Dopo il benvenuto ai congressisti dato dall'ingegner Giovanni Nasi, presidente di «Environment 74» e il salu- to del presidente dell'A.C. di Torino ingegner Emilio Chri-stillin, la tavola rotonda è sta-ta aperta dalla prolusione dell'avvocato Filippo Carpi de' Resmini, presidente del-l'Automobile Club d'Italia, che illustrando il significato del convegno ha sottolineato come l'iniziativa sia stata pre- sa prima che divampasse nel mondo la crisi dell'energia, «una crisi che finora ha prò- vocato reazioni sostanziai- mente emotive e non del tut- to appropriate: quasi dovunque si è agito in senso punitivo dell'automobile — ha det- to — ma il risultato è che l'austerità imposta da alcuni governi ha avuto costi supe-riori ai benefici realizzati in termini di risparmio di car- burante». Circa la difesa dell'ambien- o i ze , e¬ te, Carpi de' Resmini, dopo aver ricordato che «è assolutamente errato immaginare che la cosiddetta crisi dell'energia rappresenti ima benedizione per l'ambiente» ha affermato che «sul consumo energetico come anche sul livello di inquinamento atmosferico, si può agire attraverso politiche attive, da attuarsi nel breve e medio termine, l | mentre cioè procedono le ril i cerche sia intorno alle alter- o io- native energetiche, sia sulle emissioni dei motori». Proseguendo, il presidente dell'Aci l- i ha difeso vigorosamente il e-1 ruolo dell'automobile, «il cui i futuro non può essere Intern- ! pretato e neppure realizzato a-1 come una limitazione più o n ! meno forzata all'acquisto e al u- j possesso del mezzo, c non è a-1 nemmeno proponibile una pon l litica che si accontenti di cone 1 gelare la situazione attuale». n ì II ministro Ripamonti ha e j esordito dicendo che «è necese i sarto sgomberare subito il o I campo da un facile equivoco, ti I cioè che il rimedio da adotta nr di u- re a salvaguardia dell'uomo e . dell'ambiente consista in un ritorno a un quasi mitico "stato di natura", vale a dire nel rifiuto generalizzato dei risultati cui si è pervenuti nello sviluppo tecnologico e industriale, e degli indiscuti- di bili benefici che da esso sono i-1 derivati all'umanità sotto il a-1 profilo dello sviluppo econoe I mìco e sociale. E' piuttosto pi ; necessario sottoporre ad atl-1 tenta verifica — ha detto il a, ; ministro — i modi e le forine o ! in cui quei ristatati sono stati o | utilizzati per ipotizzare le moe- ; difiche da introdurre affinché el : siano adeguatamente salvaa, ; guardati ì valori individuali e ò- \ della comunità, insieme con i- l'integrità dell'ambiente», t- \ Tra i primi interventi del nit- convegno, ricordiamo quello del prof. Mario Del Viscovo, segretario generale del Cen¬ e j tro studi sui sistemi di tra ni I sporto, il quale ha precisato e-1 che la crisi energetica ha n drammatizzato un problema r- che già si presentava di diffi cile soluzione: quello dei tra- n-1 sporti urbani e metropolitani: o ue eefo iorsi e, ir- e eci il ui ro o al è on». a sil o, a «Diviene sempre più difficile immaginare che la mobilità urbana possa rimanere affidata prevalentemente all'automobile privata: i fenomeni di congestione rappresentano un enorme costo sociale». Anche se questa situazione porta a una più attenta considerazione della funzione del trasporto pubblico, «non si può tuttavia negare che esistoiio alcuni tipi di spostamento e alcune situazioni in cui non è possibile rinunciare alla macchina individuale senza grave disagio. Da ciò deriva la necessità di curare schemi di mobilità ''intermodali", nei quali sia limitata al 'massimo la concorrenza tra i modi di trasporto e invece ne sia esaltata la funzione di integrazione e complementarità». L'inquinamento A. W. Monayes, segretario generale del Kuwait Automobile Club, ha difeso la decisione dei Paesi arabi di ridurre la produzione del greggio e di aumentarne il prezzo: «Que- e . n st° tatt° ~ ha dett0 ~~ P°rte o re ei ti e i- o il oto til ne ti ohé a e n el lo o, n¬ a to ha ma fira- ni: à rà certamente a una flessione dell'inquinamento nei Paesi industrializzati, e sarà un contributo alla salvezza dell'uomo e della sua civiltà». Pier Luigi Sagona, vicepresidente della Commissione circolazione e traffico dell'Aci, si è invece soffermato sugli aspetti del problema uomo-automobile, sottolineando che uno degli elementi da cui è scaturita la contestazione dell'automobile è rappresentato dal dilagare degli incidenti stradali. E' pertanto necessaria «una politica globale della sicurezza, che non consideri cioè separatamente i fattori "uomo", "strada", "veicolo", ma affronti nel suo insieme il "sistema della circolazione"». L'oratore ha poi sostenuto l'inopportunità dei limiti di velocità generalizzati, «che possono creare nel guidatore un pericoloso senso di sicurezza e deconcentrazione». Di parere opposto è stato l'ambasciatore John Volpe, il quale ha affermato che negli Stati Uniti il limite di velocità di 88 km orari sulle strade per risparmiare carburante, «ha avuto il risultato di determinare un calo del 25 per cento negli incidenti mortali». Parlando poi delle conseguenze della crisi energetica, John Volpe ha detto che indirettamente è stata benefica, perché di fronte a questa sfida «abbiamo cominciato a farci un'idea nuova del ruolo che l'automobile avrà in futuro nella società. Questa nuova concezione comprende la creazione di vetture più piccole, più sicure e più efficienti nel quadro di un sistema equilibrato di trasporti che comprende anche i trasporti pubblici di massa». Ferruccio Bernabò

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