Il "musical" di lusso rievocato da MiIleluci

Il "musical" di lusso rievocato da MiIleluci LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Il "musical" di lusso rievocato da MiIleluci Settimana di una noia mortale, che è cominciata con un mediocrissimo film dove — ancora una volta!, e sarebbe veramente ora di piantarla — si offriva l'eroico ritratto del persecutore fanatico di indiani generale Custer; ma quel che è venuto dopo non era meglio, al martedì ci siamo beccati fra capo e collo il castigo di Nticleo centrale investigativo, mercoledì il tronfio kolossal di De Mille II più grande spettacolo del mondo che rinchiuso nel rettangolino del video faceva una figura assurda; giovedì il rito sempre eguale e ormai quasi esasperante del Rischiatutto (e meno male che siamo alla fine); venerdì, la replica di un tutt'altro che eccelso spettacolo dì prosa. Non c'è stata una sera in cui valesse la pena di restare in casa, salvo giovedì, ma non per la tv italiana bensì per quella svizzera che trasmetteva l'inchiesta sul divorzio. Da noi le inchieste sono di tipo neutro, vale a dire che vederle o non vederle è tutto lo stesso, non dicono mai niente di nuovo e di spregiudicato, si ringalluzziscono (e non sempre) solo quando c'è da sparare bordate su questioni non nazionali, su fatti avvenuti a molti chilometri di distanza dai nostri confini. Non valeva la pena di restare in casa nemmeno per Tribuna del referendum? Siamo molto perplessi. Può darsi che faccia piacere, come abbiamo già avuto occasione di dire, ascoltare argomentazioni in favore del divorzio da quel video che per vent'anni o press'a poco l'ha faziosamente ignorato e « disprezzato ». Ma poi, in effetti, assistendo a Tribuna si prova, ogni volta, un senso di disagio e di smarrimento per non dire di rabbia: caspita — si pensa — con tutte le spaventose grane che affliggono il nostro sventurato Paese, stiamo qua ancora a discutere se l'Italia debba o no mantenere un istituto civile come il divorzio accolto da tutte le nazioni del mondo? Ma sono discussioni che dovevano svolgersi cinquant'anni fa, cent'anni fa, non oggi... Neanche ieri sera il programma meritava una rinuncia a qualcos'altro. Milleluci è agli sgoccioli e siamo lieti. Una rivista non può articolarsi in più di quattro puntate e qui il numero è doppio. Già sin d'ora il bilancio pencola verso il passivo e diremmo che le cose realmente valide sono state le isolate esibizioni di questo o di quello (come per esempio Paolo Poli sabato scorso: ma ricordiamo che di Paolo Poli esiste un satirico varietà, intitolato Babau, con la regìa di Vito Molinari, realizzato dagli studi di Torino e che il pubblico non ha mai visto perché inesorabilmente bloccato dalle manovre di una censura di sagrestia...). Ieri, comunque, settima e penultima puntata dedicata al musical. Quale sarà stato il costo di questa fastosa trasmissione? Alla faccia dell'austerity, alla faccia della politica di oculata lesina che la Rai afferma di perseguire scrupolosamente, è stata varata una rivista che avrebbe fatto crepare d'invidia la Osiris e impressionato persino Remigio Paone: un'imponenza di scene, una girandola di costumi, per altro molto belli, da far girare la testa... Niente da dire, qui, un lavoro di lusso orchestrato con sapienza dal coreografo Gino Landi e diretto con la ben nota perizia da Antonello Falqui. In qualche scena si è sfiorato il preziosismo, addirittura... Brani di « No, no Nanette », di « My Fair Lady» e naturalmente non poteva mancare l'omaggio al successo del giorno, alla moda d'oggi, a « Jesus Christ Superstar ». Esteriormente, ripetiamo, tutto un po' gratuito e inutile ma tutto bene, tutto sontuoso, tutto elegante, tutto hollywoodiano. Meno bene il resto: non ogni prestazione assai volonterosa delle signore Mina e Carrà poteva andare esente da riserve (di tanto in tanto ci si chiedeva: è una imitazione seria del Vìusical o è una caricatura?); e la parte diciamo comica affidata a Tedeschi e Montesano, che aveva il compito di legare assieme i molti frammenti, non brillava per soverchio spirito. Rievocazione sul « nazionale »; e rievocazione sul « secondo » con le accorate memorie degli splendori del varietà a Montparnasse... In quanti avranno preferito il vecchio film della tv svizzera? * ★ Stasera scelta tra la funebre Malombra e un nuovo show con Enrico Simonetti Alla tv svizzera il romanzo d'appendice La stirpe di Mogador. u. bz.

Luoghi citati: Italia, Montparnasse, Torino