Costo del riscaldamento si prevede che raddoppi

Costo del riscaldamento si prevede che raddoppi Il rincaro insostenibile dei prezzi sta schiacciando i redditi più bassi Costo del riscaldamento si prevede che raddoppi Incontro tra inquilini e aziende fornitrici per discutere i prezzi della prossima stagione - Proposta per nuovi tipi di contratto Gli utenti stanno pagando solo ora i pesanti conguagli per la passata gestione del riscaldamento (si parla di una media di 3040 mila lire per famiglia) e già si pensa al prossimo inverno. Ieri mattina i rappresentanti del Sunia (sindacato inquilini) di Torino, Milano, Bologna, Trieste e Roma si sono riuniti con operatori del settore petrolifero (Assopetroli e Sarpp), esponenti dell'Anai (associazione amministratori immobiliari) e della proprietà. Lo scopo è di affrontare per tempo la situazione del riscaldamento della prossima stagione, che si preannuncia grave, e di cercare con la collaborazione di tutti gli interessati una soluzione che eviti agli utenti un rincaro ulteriore dei costi. Le previsioni, secondo il Sunia, non sono ottimistiche: «Pagheremo il calore almeno il doppio rispetto all'anno scorso; sarà un secondo affitto che graverà in modo vistoso sugli ormai stremati bilanci familiari ». Come prova sono stati forniti i dati relativi ad uno stabile campione di 6 mila metri cubi con 40 alloggi ed impianto a gasolio centralizzato. « Se nella passata stagione ogni metro cubo riscaldato costava 214.4 lire di solo combustibile (il prezzo del gasolio era all'inizio del periodo di riscaldamento 30,2 lire il chilo, Iva esclusa) — ha detto il dott. Luciani del Sunia di Torino — con i costi attuali (80,65 lire il chilo, Iva esclusa) si dovranno spendere 564.5 lire per metro cubo. Sommando a questa cifra le spese per il fuochista, l'energia elettrica, per la quale si prevede un aumento fra breve tempo, l'ammortamento, l'assicurazione, la pulizia, ecc. si raggiungono le 638 lire per metro cubo ». In pratica un alloggio di 200 metri cubi pagherebbe circa 128 mila lire (più il 12 per cento di Iva), anziché una media di 55 mila lire della gestione precedente. Sono prezzi da incubo, che variano naturalmente secondo le dimensioni dello stabile e la scelta del tipo di gestione preferito nel singolo condominio. Su quest'ultimo punto il Sunia vuole dare indicazioni pra- tiche agli utenti. « Sconsigliamo di sottoscrivere un contratto a forfait — è stato affermato — perché riteniamo che si tratti del tipo di gestione più costosa, basata sull'impegno della ditta di fornire calore senza alcun controllo degli effettivi consumi di combustibile. Ciò consente speculazioni sia da parte delle ditte sia da parte di proprietari poco onesti o amministratori non professionisti ». Per chi non preferisca la gestione diretta « ad economia » e non decida la trasformazione dell'impianto a metano, si propone un nuovo tipo di contratto « a regia » in alternativa a quello « a forfait ». Questi i punti: durata del servizio ridotta a 150-180 giorni invece degli attuali 190-210; preventivi e consuntivi basati sul consumo dei combustibili e non sulla fornitura di calore; un forfait per le altre voci, dall'assistenza tecnica alla pulizia della caldaia, escludendo energia elettrica ed ammortamento, che devono essere calcolati a parte; garanzia di regolare fornitura di combustibile da parte delle ditte, salvo casi di forza maggiore; controlli dell'utenza sia per le singole forniture sia per i conguagli. La proposta non ha trovato il consenso di tutti i presenti. « / contratti a forfait non possono essere aboliti — ha dichiarato l'ing. Fiumana dell'Assopetroli di Torino — sono un'assicurazione contro il freddo stipulata da utenti che non vogliono assumersi tutti i fastidi della conduzione dell'impianto. D'altra parte la scelta della gestione del riscaldamento è libera. C'è chi preferisce quella ad economia, chi quella a forfait ». « Possiamo tutfal più concordare con le organizzazioni degli inquilini — ha aggiunto il rappresentante dell'Assopetroli di Milano — un prezzo equo in base a determinate graduatorie, ad esempio 700 lire il metro cubo per stabili di 2 mila metri cubi e 600 lire per condomini di 10 mila metri cubi con una franchigia del 5 per cento per salvaguardare l'utente da eventuali aumenti intervenuti, quando nel serbatoio c'è ancora una certa quantità di combustibile ». In disaccordo con il Sunia per quanto riguarda i contratti a forfait si è dichiarato anche Fresia del Sarpo-Confesercenti. «Nulla ci impedisce però di fornire combustibile agli stabili e, a parte, stipulare un contratto per i servizi inerenti la conduzione dell'impianto. Anzi per garantire la continuità delle forniture è nato un Consorzio imprenditori petroliferi (circa 20 aziende), che assicura durante tutta la stagione del riscaldamento rifornimenti di gasolio o nafta a prezzo equo tramite le consociate ». Sul problema intricato del costo del riscaldamento il presidente dell'associazione amministratori immobiliari ha fatto notare che « molti sprechi sono dovuti ad impianti non in perfetta efficienza ». « Per poter risparmiare — ha detto Fontana — occorre avere bruciatori adatti con caldaie che sfruttino al massimo il calore dei fumi ». La riunione si è conclusa senza alcuna decisione definitiva. «Ma l'incontro è stato egualmente utile — ha affermato Luciani del Sunia — per conoscere il parere delle diverse parti interessate al riscaldamento ». In una prossima tavola rotonda, che si svolgerà a Milano nella seconda metà di maggio, si spera di ottenere qualche dato più concreto.

Persone citate: Fiumana, Fontana, Fresia, Luciani

Luoghi citati: Bologna, Milano, Roma, Torino, Trieste