Coccia invoca la "rivoluzione,, in tutti gli organismi del basket

Coccia invoca la "rivoluzione,, in tutti gli organismi del basket Conferenza-stampa a Roma del presidente federale Coccia invoca la "rivoluzione,, in tutti gli organismi del basket Ora il "dittatore., è stanco Sì Dicono quelli che c'erano di non aver mai visto il presidente Coccia teso e preoccupato come sabato sera a Roma, nell'attesissima riunione del Consiglio. Dicono quelli che sanno di ritenere scontato un « tacito accordo » precedente fra Coccia e I suoi presunti nemici (cioè la società, cioè soprattutto Tesini) per la stesura di quel « pacchetto » di richieste che poi il Consiglio Federale avrebbe dovuto accogliere: però in Consiglio, dove fino a poco tempo fa c'erano soltanto i cosiddetti yes-men, pronti sempre a dire sì ad ogni proposta presidenziale, Coccia ha trovato resistenze e nodi che lo hanno Impegnato (e disturbato) non poco. Dicono I maligni che in fondo questo famoso benedetto Consiglio ha deciso soprattutto di non decidere: tutto rimandato, dalla riforma per la serie B (base irrinunciabile per migliorare poi anche la A) al doppio straniero all'allargamento della serie A. Non è stato rimandato solo lo sfogo del presidente. « Sono stanco » ha detto e ripetuto Coccia. Ora, se è vero che lavorare stanca, è altrettanto vero che dominare stanca ancor più. E Coccia, persona intelligentissima, dirigente sportivo ricco di passione e competenza, da un po' di tempo ha preso a • lavorare » troppo il basket: ha accentrato ogni potere su di sé, ha accentuato quel naturale » invecchiamento » delle strutture organizzative dando da solo l'avvio a tante Il presidente Coccia che ha sempre meno tempo da dedicare ai suoi importanti affari legali, che nel suo studio di via Pagare canestri e codici si intersecano su ritmi troppo frenetici sino a tarda sera. Allora? Allora ben venga la rivoluzione, a patto che Coccia non si ritenga anche di questa « riforma » il perno insopprimibile. Che non sia anche questo un suo • piano » nel quale gli altri de¬ vono solo fare le pedine mosse dal sire. Che insomma, da domani in poi, possa » stancarsi » (nel lavorare bene e non nell'ubbidire o nel protestare invano) anche qualcun altro insieme al presidente. Qualche notizia sulle squadre nazionali. Primo ha convocato due gruppi di azzurri (per la A e la B) che si alleneranno a Varese dal 13 al 18 maggio per poi incontrare in amichevole l'Argentina: successivamente la Nazionale A disputerà la Coppa Europa dal 22 maggio al 12 giugno e quindi effettuerà una tournée in Canada dal 15 al 25 giugno. Questi in convocati: Nazionale A: Bariviera, Cenoni, Jellini e Ferracini (Innocenti Milano); Bertolotti e Serafini (Sinudyne Bologna): Bisson, Meneghin e Zanatta (Ignis Varese); Della Fiori e Marzorati (Forst Cantò); Giorno (Snaidero Udine); Vendemini (Brina Rieti). Nazionale B: Caglierìs e Frediani (Saclà Torino); Bianchi e Vecchiato (Innocenti Milano); Sene/// (Sinudyne Bologna); Beretta (Forst Cantò): Carraro, Gorghetto e Milani (Canon Venezia); Gergali (Mobilquattro Milano); Gurini (Maxmobili Pesaro); Pieric (Petrarca Gorizia). Brumatti non è stato chiamato per le sue precarie condizioni lisiche, Jellini è convocato ma « in attesa di giudizio » perché Primo intende verificare la sua forma. Antonio Tavarozzi atìpiche procedure di cui adesso lo stesso Coccia sì lamenta, ha praticamente impedito quell'aggiornamento organizzativo che ora invoca. Da tempo si parla di Coccia come « Sua maestà » o .11 dittatore », con tutto il bene possibile che la definizione può contenere. Da tempo il miglior collaboratore (e forse miglior amico) di Coccia, Giancarlo Primo, ripete che l'avvocato è « giù, molto giù »,