Non ci rimane che l'amore di Marco Belpoliti

Non ci rimane che l'amore Non ci rimane che l'amore Marco Belpoliti ALL you need is love, cantano con tono suadente i Beatles. E la frase esprime tutto il nostro sentimento della vita. L'amore è per noi d primo posto, e d viene spontaneo pensare che da sempre stato cod, che l'uomo abbia sempre collocato l'amore d vertice dei propri vdori.'Non è vero. Il sentimento dell'amore è diventato importante da centocinquant'anni, o poco più. Non che questo sentimento umano non esistesse prima; c'era, tuttavia non fungeva da stella polare, da orientamento dei comportamenti degh uomini e delle donne. Verso la fine del suo libro Le cose deW'omore, il filosofo Umberto Galimberti d ricorda che per un uomo del tardo medioevo «tutto quello che gh serviva» nelle cose dell'amore era una donna che mettesse d mondo bambini robusti, tenesse i cordoni deha borsa e badasse a non far andare a male il cibo. Cod a un principe del Settecento, tutto quello che serviva era una sposa di nobili natah che lo agevolasse nella cresdta dei propri possedimenti, dehe ricchezze e della forza personde. L'amore come sentimento individude è il prodotto deha dviltà romantica; nato nell'ambito delle corti medievali, tra i trovatori, la sua difftidone di massa è avvenuta tra la fine dell'Ottocento e l'inido del Novecento: dall'aristocrazia alla borghesia, dalla cultura elitaria alla cultura di massa. Amore è una delle parole passepartout del contemporaneo: l'amore-passione nella verdone diffusa dd cinema e dalla mudca. Galimberti, che è un sottile analista dehe nostre osciUadoni sentimentah, scrive che l'amore-pasdone posdede oggi un nucleo sdutista. Neh' amore-pasdone, vdore proposto quotidianamente dd mass media, d conserva la nostalgia di un sentimento che lEuropa, l'Ocdden- te, ha vissuto in forma dirompente per dnquanta-cento anni e che la pdcoanalid diFreudha circoscritto e definito in termini di patologia affettiva. Il libro di Galimberti muove da una constatazione di tipo storico e sodde: il culto dell'individuo ha sostituito ogni altro possibile culto. L'individualismo ha posto le bad per una radicalizzazione del Self, per la ricerca della propria affermadone che porta all'estreme conseguenze il diritto aha felidtà inscritto dd rivoludonari fianced tra i diritti fondamentah dell'uomo. In questo modo l'amore, afferma Galimberti, è oggi l'unico spedo in cui (d'individuo può esprimere davvero se stesso, d di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecmcamente organizzata». Il contrappeso di questa dtuadone è appunto quella radicalizzadone: gh uomini e le donne cercano nell'amore il proprio vero io, milioni di persone intravedono oggi nell'amore la possibilità per re alizzarsi. Nel suo libro, composto di brevi e icastici capitoli sulle forme deh' amore, sulle sue patologie e possibilità, dalla gelosia alla perversio¬ ne, dd tradimento d pudore, l'autore d mostra tutta l'ambiguità e ambivalenza che reca con sé il sentimento dell'amore. Galimberti possiede la capacità di rendere complesse le cose, evitando sempre la semplificadone a cui lo espone il ruolo di maitre àpenser, di filosofo che interviene quotidianamente sulle pagine dei giornali. L'amore non è solo un sentimento complesso, come d mostra nelle sue pagine, ma anche ambivdente : non lo d può md definire senza evocarne la facda in ombra, il sua rovesdo, che è, di volta in volta, l'odio, la gelosia, il possesso o l'angosda. Due sono le superfid del pohedro-amore che Galimberti evidenza con più forza: il desiderio e la passione. L'idea da cui egh parte, idea antica, è che l'amore costituisce la violadone dell'integrità degh individui: «E' toccare con mano i limiti dell'uomo»; cod dicendo rovescia un luogo comune che vec ì nell'amore l'illimitato, l'infimto, il totalmente aperto. Amore e morte sono fratelli, come d ribadisce la grande poeda. Galimberti esplora questo imiverso partendo dall'amore come a-mors, "toglimento di morte", secondo la lettura di un pensatore degh Armi Sessanta, Norman Brown, oggi dimenticato, autore di due straordinari libri: La vita contro la morte (Adelphi) e Corpo d'amore (SE). Dedderio come "desidera", dalle stelle, come usata da sé, strada che conduce da verso il sacro - il dedderio come ricerca di Dio, dell'Assoluto - ma indeme anche come anelito sessude: da sessualità - scrive Galimberti non è carne, è desiderio». Il desiderio non è affermadone di individualità, bensì la sua abolidone. Per dirla con Jean Baudrillard, «il solo desiderio è essere il destino dell'dtro». Gran parte della letteratura romantica e post-romantica è costruita intomo d topos del funesto dedderio, del dedderio produttore di fiamme, e indeme di cenere. Molto efficaci le pagine in cui l'autore distingue il desiderio, inteso come annichilimento di sé, dalla perversione: l'amore come distrudone dell'dtro, patologia ben evidenziata da De Sade. La coppia amore/desiderio è inscindibile, e tuttavia i due aspetti non corrispondono, almeno nei loro esiti: il desiderio conosce solo il furto, l'amore il dono. La passione, che non coincide neppure con il desiderio, d manifesta il volto aggresdvo dell'amore: quando d ama con passione, si odia anche, perché l'odio, chiosa Galimberti, è la risposta a quel pericolo costituito dall'amore stesso. Oggi, condude l'autore, nonostante la grande pubblidtà deh' amore-passione, noi non conosdamo quad più la vera passione, poiché l'abbiamo affogata nel sesso. H corpo sembra prevdere sul! anima, sulla pdche, che è soffio, alito, vento, volidone e desiderio. Al posto della passione ora c'è la sregolatezza, la trasgresdone, nuova forma di Legge che disciplina le nostre pasdom e le incenda verso quella mercificazione dei corpi e degh oggetti che è la vera regola quotidiana. Per il filosofo Galimberti è oggi l'unico spazio in cui l'individuo può esprimere se stesso al di fuori dei ruoli sociali: come sono cambiati il desiderio e la passione, la sessualità e il pudore, la gelosia e il tradimento, il rapporto corpo e psiche «Il treno notturno» di Paul Delvaux: un'immagine dal libro di Bataille «Le lacrime di Eros», riproposto da Bollati Boringhieri, una storia figurata del desiderio e della passione Umberto Galimberti Le cose dell'amore Feltrinelli pp. 171,28 SAGGIO