«Prima emergenza, i cadaveri abbandonati» di Maria Teresa Martinengo

«Prima emergenza, i cadaveri abbandonati» I TEAM ITALIANI IN THAILANDIA, SRI LANKA E MALDIVE «Prima emergenza, i cadaveri abbandonati» Le tre basi della Protezione Civile: così diamo i primi aiuti a folle di feriti Maria Teresa Martinengo ROMA Un lavoro ininterrotto, in condizioni difficih, portato avanti senza rispannio di energie, per lo più senza riposo. Si lavora così nei tre centri della Protezione civile itahana allestiti a Colombo (Sri Lanka), Phuket (Thailandia) e Male (Maldive). «La situazione migliora soltanto a Male, dove ci si occupa soprattutto di logistica», spiegavano ieri i funzionari del Dipartimento di Protezione Civile che dallo storico palazzo di via Ulpiano coordinano l'operazione voluta dalla Farnesina. «Non ci facciamo illusioni, la nostra è una goccia nel mare». In Sri Lanka, e Thailandia la Protezione civile, accanto al soccorso, sta collaborando al compito più ingrato: l'identificazione di una quantità di vittime. «Ci sono mighaia di cadaveri ed è impossibile trasferirli e trattarli: non ci sono né celle frigorifere né bare a sufficienza», ha detto il direttore generale Agosti- no Miozzo, a Colombo per coordinare gh aiuti del Dipartimento. «Esistono gravi problemi di sicurezza ambientale e quindi è inevitabile che le autorità procedano a seppellire i corpi in fosse comuni o decidano di cremarli senza distinzioni». L'«advanced team)) all'opera nello Sri Lanka completerà la sua struttura sanitaria entro oggi. Il ponte aereo (complessivamente da Sri Lanka, Thailandia e Maldive fino alla notte scorsa sono state riportate in Italia 3071 persone) ha anche consegnato alla squadra presente a Colombo un significativo numero di tende per accoghere la popolazione senza tetto. Intanto è già stata individuata un'area per posizionare un centro di assistenza nel sud-est del paese. Ieri, poi, ad integrare il personale sanitario, è arrivato ieri da Pratica di Mare, un team dell'Esercito. Il C-I 30 dell'Aeronautica militare ha portato a Colombo 10 ufficiah e sottufficiali del policlinico militare del Ceho. Insieme al capitano Antonio Scoyni si sono imbarcati altri quattro ufficiah - un anestesista, un chirur¬ go, un cardiologo e un infettivologo - e cinque sottufficiah infermieri professionah. Tutti sono veterani delle missioni di pace. Un Boeing 777 dell'Alitalia è partito ieri sera da Fiumicino per Colombo e Phuket: a bordo personale del ministero dell'Interno, specie Vigili del fuoco, e 150 tende come quelle usate per le emergenze, destinate alla popolazione locale, e materiale sanitario. Il velivolo proseguirà per la Thailandia e tornerà in Itali a con a bordo connazionah da rimpatriare. «Coordinandoci con le squadre della Protezione civile, allestiremo uno o più posti di medicazione avanzati», ha spiegato Scoyni. «I posti di medicazione avanzati sono piccoh ambulatori nei quah non avremo da subito possibilità di ricovero, ma dove potremo dispensare farmaci e terapie, stabilizzare il paziente ed evacuarlo verso strutture in grado di eseguire interventi complessi)). L'attività, ovviamente, è rivolta a tutti, stranieri e popolazione locale. E a Colombo, la Protezione civile itahana ha incontrato ieri le autorità cingalesi. Queste ultime hanno chiesto di sospendere lo smistamento di materiale sanitario perché impossibilitate, al momento, a garantirne la distribuzione. «Faremo arrivare solo quanto richiesto dalT'advanced team", ciò che può essere utile subito alla popolazione», hanno spiegato i funzionari del comitato operativo. Con l'invio di grandi quantità di farmaci o altri presidi medici, il rischio è rappresentato da fenomeni di speculazione. In Thailandia, dove la situazione rimane più disperata per gh stranieri e dove più alto è il numero dei morti tra i turisti, la Protezione Civile ha allestito il suo centro all'Hotel Palace di Patong, una tra le zone più turistiche dell'area di Phuket. «Abbiamo già portato qui diversi feriti, li abbiamo stabilizzati con le nostre équipe mediche e domani (ndr. oggi) verranno rimpatriati. Si tratta di una quindicina di persone», ha spiegato Elvezio Galanti capo della missione della Protezione civile in Thailandia. I feriti si trovavano negh ospedah di Krabi. «Altri itahani si trovano ancora ricoverati - ha aggiunto - e noi h monitoriamo. Abbiamo individuato tutti i feriti itahani e, appena potremo, h porteremo qui a Phuket per farli poi tornare in Italia». Quanto ai dispersi, «per la loro identificazione è al lavoro un comitato intemazionale», ha detto Galanti. La ricognizione nei nove ospedah di sei località dell'area di Phuket, è stata fatta dal gruppo di emergenza sanitaria di pronto intervento della Protezione civile delle Marche guidato dal dottor Marco Esposito, lo stesso che ha allestito il centro di Patong. Divisi in tre squadre, i sanitari e i tecnici del team hanno battuto a tappeto gh ospedah dell'isola, verificando in particolare la situazione di Khao Lak, a nord di Phuket, dove il sisma pare aver provocato i danni più gravi. «Non ci sono celle frigorifere e nemmeno bare. Le fosse comuni sono l'unica alternativa» 11 Cresce la mobilitazione per aiutare feriti e senzatetto

Persone citate: Agosti, Antonio Scoyni, Galanti, Marco Esposito, Miozzo