L'Unicef : perduta una generazione

L'Unicef : perduta una generazione IL BILANCIO L'agghiacciante stima è della Croce rossa internazionale, i dati uff iciali per ora parlano di oltre ottantamila vittime. Un sito Internet per cercare i dispersi e far avere proprie notizie L'Unicef : perduta una generazione :orse centomila morti, un terzo sono bambini Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Le vittime dello tsunami che si è abbattuto lungo le coste dell'Oceano Indiano sono 80.427 e il totale potrebbe superare quota 100 mila, secondo i dati raccolti dalle squadre di emergenza inviate dalla Croce Rossa Intemazionale negli undici Paesi colpiti^ il drammatico aumento del bilancio dei morti è dovuto alla devastazioni inflitte dal maremòto nella provincia indonesiana di Aceh, sull'isola di Sumatra, e alle verifiche in corso nell'arcipelago delle Maldive e nelle isole indiane Andamane è Nicobare. Oltre la metà del totale di vittime finora accertato si è avuto in Indonesia e, in particolare, lungo le coste di Sumatra poste a breve distanza dall'epicentro del terremoto da cui sono scaturite le onde killer che hanno investito le spiagge. «In alcune zone della provincia di Aceh un abitante su quattro è morto ha spiegato Jan Egeland, coordinatore degh aiuti umanitari Onu - e il livello di devastazione trovato sul posto è inimmaginabile». Banda Aceh, capitale dell' omonima provincia, è quasi completamente distrutta e il ministero della Sanità indonesiano ha confermato che 45.268 cittadini sono stati uccisi dai flutti, mentre altri 1240 mancano ancora all'appello. L'Unicef ha inviato ad Aceh 200 mila kit di emergenza ma la distribuzione è complicata dal fatto che la guerriglia locale, nonostante l'annuncio del cessate-il-fuoco, ha detto di non voler deporre le armi. Nello Sri Lanka il totale delle perdite è salito a 23.015 - con 4000 persone ancora disperse - e il governo di Colombo ha comunicato all' Onu che ogni tipo di costruzione lungo la costa meridionale dell' isola è stata «danneggiata o spazzata via» con danni economici incalcolabili. «In 30 armi di esperienza in interventi umanitari e a favore dei rifugiati non avevo mai assistito a nulla di simile», ha ammesso Scott Faiia, direttore dell'organizzazione «Care» nello Sri Lanka. In Thailandia e India, come anche in Somalia e Kenya, più lontani dall'epicentro del sisma, le autorità non sono ancora in grado di avanzare cifre complessive delle perdite tunane. La difficoltà di New Dehli sono date dal fatto che lo tsunami ha travolto un elevato numero di barche di pescatori lungo la costa sud-orientale. Il governo indiano aveva parlato in un primo momento di 7000 morti nello Stato del Tamil Nadu, ma gli accertaenti in corso sulle isole Andamane e Nicobare hanno portato alla scoperta di almeno altri 3000 cadaveri. In Thailandia la maggioranza delle 1830 vittime finora contate sono state registrate lungo il litorale della provincia di Phang Na, con Pukhet particolarmente colpita, ma al conteggio mancano. circa 800 turisti stranieri ancora non identificati e i cui corpi sono stati posti all'interno dei temph in attesa del riconoscimento delle salme da parte dei consolati o dei parenti. La Birmania parla di mighaia di cittadini morti in Thailandia, dove lavoravano nelle aziende turistiche, ma ancora non è in grado di avanzare cifre. La rapida decomposizione dei corpi dovuta all'elevata temperatura e il costume di cremare le salme rende ancora più difficile avere un'idea esatta del bilancio di perdite di vite umane, nello Sri Lanka le salme vengono fotografate e ai cadaveri vengono prelevate le impronte digitali prima di darli alle fiamme. Ad aggravare la lettura degh effetti del maremoto c'è il fatto che, secondo il direttore dell'Uni¬ cef Carol Bellamy, «almeno un terzo delle vittime sono bambini» perché hanno avuto «minore possibilità di resistere alla forza dei flutti». La strage di bambini è di tale dimensioni da far temere all'agenzia dell'Onu per l'infanzia la scomparsa di «un'intera generazione», soprattutto in Indonesia. Per aiutare i famigliari ad avere notizie di congiunti ed amici la Croce Rossa Intemazionale ha attivato il sito Internet «www.fainilylinks.icrc.org» che permette anche ai sopravvissuti di registrarsi per far avere notizie ai propri cari. Sul fronte della raccolta dei fondi l'Onu è arrivata a sommare 220 milioni di dollari con i maggiori contributi promessi da Stati Uniti (35 mihoni), Giappone (30), Australia (27), Arabia Saudita (10) e Germania (2,7). Una cifra ancora lontana dai 5 miliardi di dollari finora stimati dall'Onu come necessari per affrontare la ricostruzione. Nella moschea di Banda Aceh la gente cerca i familiari scomparsi nella tragedia tra i cadaveri allineati A destra, un bambino sopravvissuto a Madras

Persone citate: Carol Bellamy, Jan Egeland, Maurizio Molinari, Scott Faiia