«La nostra rivoluzione arandone un modello per tutto l'Est» di Giuseppe Zaccaria

«La nostra rivoluzione arandone un modello per tutto l'Est» «SOROS E L'EUROPA CI HANNO AIUTATO ECONOMICAMENTE MA CON IL CONTAGOCCE» «La nostra rivoluzione arandone un modello per tutto l'Est» il regista della battaglia presidenziale di Yushenko racconta i retroscena della lotta per il potere in Ucraina intervista Giuseppe Zaccaria inviato a KIEV -.n ORA» (che si potrebbe W i tradurre con «è giunta l'ora») non è più soltanto l'escrescenza ucraina di un moderno e sterilizzato progetto rivoluzionario, testato già in Serbia ed in Georgia, ma il nucleo di un'organizzazione nuova destinata a espandersi nell'intera Europa orientale e forse ancora più ad Est. Il ballottaggio del 26 dicembre non riserverà forse sorprese però i piani del gruppo che lo ha reso possibile appoggiando Viktor Yuschenko nelle piazze sono già chiari: «Dopo il ballottaggio ci scioglieremo perchè un movimento di opinione non può opporsi ai cambiamenti della storia - dice Vladyslav Kaskiv, 32 anni, storico e «coordinatore» dell'organizzazione che ha innescato la rivolta. «Indipendentemente da cosa nascerà in Ucraina è però chiaro che il gruppo sommerà le esperienze di altre organizzazioni spontanee per creare un movimento che investa tutti i Paesi in attesa di democrazia». Nel giovanotto che mangia un pezzo di torta e ci parla al tavolo di una fumosa «korchma», la tipica trattoria ucraina, c'è uno strano contrasto fra apparenze e sostanza e più precisamente fra i «jeans», i capelli lunghi e l'aspetto sdrucito di un giovane accademico in attesa di contratto e il linguaggio, che è invece quello di un consumato esperto di rapporti internazionali. Il regime e il suo delfino andato a male parlano di una rivoluzione arancione che in realtà maschererebbe un «golpe» oliato dai finanziamenti occidentali, Kaskiv ammette (forse per la prima volta) «aiuti» europei ed americani però li minimizza. Nello stesso tempo descrive un gruppo rivoluzionario del terzo nullennio fondato sulla logica di Internet, qualcosa di razionale, orizzontale e intercomunicante, «libero» per quanto la libertà sia finanziabile ma per questo inarrestabilmente fascinoso agli occhi di gente che dopo l'indipendenza è stata costretta a vivere sotto il tallone di un'oligarchia spudorata. Dicono che «Fora» sta stata estensione di «Otpor», il movimento politico che cinque anni fa portò a termine con successo la rivolta serba contro Milosevic, dicono che i suoi esperti in guerriglia urbana abbiano istruito gli ucraini fino al punto di essere espulsi dal regime di Kiev. Quanto c'è di vero in queste ricostruzioni? «Dal punto di vista morale, molto: quelli di 'Otpor" hanno dimostrato a tutto il mondo post-comunista che una rivolta civile è possibile. Dal punto di vista organizzativo molto poco, anche perchè Otpor era nata solo per abbattere Milosevic mentre "Pora" si sviluppa da un malessere più generale e diffuso: in Ucraina l'estate scorsa la libertà di stampa era del tutto scomparsa e noi ci raggruppammo intomo ad un progetto semplice e quasi primitivo, diffondere le verità non dette attraverso volantinaggi nelle piazze, nelle metropolitane, sugli autobus. Dopo qualche tempo il regime si accorse di quanto la verità fosse pericolosa e cominciò a perseguitarci: prima convocazioni dalla polizia poi dall'Sbu, i servizi di sicurezza, infine una catena di arresti: ogni giorno in Ucraina quindici o venti dei nostri finivano in carcere con le accuse più varie». E fino a quel momento chi aveva finanziato le vostre attività? «In quella fase noi di "Pora" eravamo un po' confusi però credo di poter dire che lo fossero anche le organizzazioni occidentali: abbiamo avuto contatti con «Us Aid», gli uffici di George Soros e la Commissione europea però i loro aiuti giungevano col contagocce, ad imprimere un'accellerazione al tutto provvide a metà ottobre la cecità stessa del regime» Cosa accadde ad ottobre? «Un po' quello che ieri si è tentato di fare accadere nella sede della coahzione di Yuschenko: la polizia perquisì la sede di Kiev di «Fora» e sostenne di aver trovato esplosivi. Per la prima volta nella storia dell'Ucraina un' intera organizzazione venne formalmente accusata di attività terroristiche e formazione di bande armate. Questo ci costrinse a decentralizzarci». Ma siete sicuri che l'appoggio a Yuschenko risulterà vincente? «Ormai Yuschenko incarna al di là dei suoi stessi meriti la mutazione genetica di un intero Paese, secondo me vincerà con un margine del 15 per cento, diciamo il IO considerando i brogli». E da Mosca, Vladimir Putin accetterà la sconfitta? «Putin ha il grande problema delle basi militari russe a Sebastopoli, sa bene che Yuschenko e gli ucraini possono discuterne in maniera pragmatica». ^^ Putin ha il "" problema delle basi navali e sa bene che se non interferirà con la nostra vittoria sapremo affrontare la questione con spirito pragmatico La cecità del fa&k regime ci aiuta ^7 Viktor Yushenko con la figlia Khrystyna in piazza nella capitale ucraina