I liberali in una drammatica seduta discutono l'estremo invito di De Gasperi

I liberali in una drammatica seduta discutono l'estremo invito di De Gasperi LE ULTIME BATTUTE DELLA CRISI I liberali in una drammatica seduta discutono l'estremo invito di De Gasperi I demolaburisti deliberano di rimanere nella coalizione - f cinque partiti riconfermano al leader democristiano il mandato di formare immediatamente il governo - Fra poche ore avremo il ministero? Roma, 6 dicembre. Il Governo della pentarchia deplso ieri sera da De Gasperi dopo il ritiro dei liberali non è stato ancora annunciato. Durante tutto il giorno rat tenz,one è rimasfa fissa sui demolaboristi, diventati nella nuova statica assunta dalla crlsi| a baricentro dell'intera combinazione. Anche tra i demolaboristi una corrente as sai sensibile appoggiava la tesi dell'esodo con i liberali, si è riunlta la giunta ese cutiva, ove il dibattito per la decisione di partecipare o meno al Governo è stato, a quanto si dice, assai aspro, All'ori, Gasparotto, rappresen tante dei combattenti, è per venuto, durante la seduta, un appello del reduci favorevole alla non partecipazione. Ma, Pare, l'opera di persuasione dell'on. Ruini, ha indotto il partito a considerare favorevolmente la sua partecipazio ne> Prhevle raccomandazioni fPf^h?„ ^^^fiilLi "^T,0 interno, la ricostruzione, il ri sanamente economico. Un altro argomento determinante la decisione dei demolaboristi sarebbe stata la deliberazione di De Gasperi di formare il Governo anche cori quattro partiti. Nello stesso tempo il leader demo cristiano non ha lasciato nulla di intentato per trovare altre Vie di composizione con i liberali. Certo la mutevolezza degli atteggiamenti liberali, dopo le precise posizioni assunte e gli impegni annunziati, è og1 getto di critiche. I demolabo1 risti, per citare le più recen ti, stasera rimproverano ap'punto agli autori della crisi 1 l'uscita dalla coalizione come «* se&?° dTl involuzione con■ servatrice. I liberali, essi di con0,' ?tann° P*,» S^STS? 2^-S,5^22KT«£?' , « *™£ne Ihe Sisero più atrusione cne tradlscono P1U |di una preoccupazione. Gli sviluppi spasmodici e di- ! v*u «viluppi spaaniouici e ui' ordinati di questa crisi hanno ! portato anche a salutari chia- , rimenti. I demo-laburisti, pie; colo Fartlt0| trovano, per il momento, inutile schierarsi al l'opposizione dei tre partiti di ! massa, anche perchè — essi dicono — questa opposizione non sarebbe neppure motivata dal carattere, appunto laburista, del partito. Ma d'altra parte, come piccolo partito, essi prevedono la formazione prossima di un grande blocco di destra, capace di esercitare un gran peso nelle prossime elezioni. E da questo blocco non vorrebbero rimanere esclusi. Le non velate allusici ini del loro giornale addebita- 'no ai liberali la volontà non ; aoIo dl usclre dal c.L.N., che . è cosa ovvia ed accertata, non : aoio il passaggio all'opposizio- < no, ma il destino di « confon- ! dersi inevitabilmente con le altre correnti anti-democrati ■ che, dalle quali sarà assorbito j anche se darà loro un nome una tradizione ». -J Quali sono queste correnti j « anti-democratiche » ? Proba | bilmente U grosso partito di o n l a a Nittl, in formazione, l'imponente moviménto dell'* Uomo Qualunque», il blocco del sei partiti minori: Concentrazione Democratica Liberale (Patria si), Partito Democratico Italiano (avv. Selvaggi, marchese Lucifero), Moviménto del Centro Democratico (generale Bencivenga), Partito della Democrazia Sociale (gen. Tom masi), Movimento Social Democratico (on. Tito Zamboni), - Alleanza Italiana per la Liij berta (Arturo Labriola), - Nel confronti della questio-1 ne istituzionale questi partiti minori sono od apertamente monarchici, come il Partito Democratico Italiano, o ten-, denzialmente. L'Uomo Qualunque, come il partito di Nitti, rimandano alla consultazione popolare ogni giudizio, battendosi per il momento su di un piano politico di conser. vazione di determinate libertà e diritti che. nella varia lotta politica, ricevono dalle parti avverse valutazioni alterate dal calore polemico. Questo coacervo di partiti dovrebbe, come dice l'organo demo-laburista, improntare al partito liberale il nome e la tradizione? Non sappiamo, nè è il momento di stabilirlo. Ciò che appare certo è che se i liberali resistono all'ultima lusinga di De Gasperi e passano nettamente all'opposizione, iniziano, e in modo determi, nante, quell'aggrumarsi di forze democratiche escluse dal superato monopolio del C.L.N. che dovrà nel futuro Parlamento costituire la destra e bilanciare, cosi, con il centro demo-cristiano, i tre partiti di sinistra, sviluppando quella dialettica democratica di cui, oggi, malgrado le parole ed 1 propositi, non vi è segno ri. levante nella vita del Paese lllllllllllllliiliiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

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