Divagazioni

Divagazioni 'cordoMarco Rampertl a San Remo, In una tavola da pranzo dove si era in molti. Egli sfoggiava oratoria con altri, allorché. d'!m|irovvlso, volgendosi verso la mia persona, disse asprigno: «Tu mi guardi come so lo fossi pa?K>-> fu realtà, to l'osservavo per tentar d'Indovinare, attraverso la maschera sua, 11 vero dell'anima, giacché rpiesta si fissa all'esterno del volto in linee e rughe, oltre a balenare, nuda. In qualche lampeggio delle pupille. Gli -risposi che non era nel mio carattere giudicar eh cchessla, soprattutto per catalogarlo tra I pazzi, ed egli, con una spedo di fierezza: «Invece, io sono proprio pazzo». Forse, proprio, egli era pazzo, almeno In qualche suo guerreggiar con la penna. Pauroso per natura, come si poteva dedurre da quel suo procedere di uomo che avesse continuamente freddo, egli andava Invece alla ricerca del pericolo con una spavalderia frenetica da cavaliere errante, ed attaccava sempre dove 1 fortilizi sembravano più muniti.- Meglio ancoi-a. se tabù. Sarebbe stata nn'occasione magnifica |ier osteggiare 11 fascismo, ma glielo impedì un altro aspetto della stessa pazzia, consistente net più acuto spirito di contraddizione. Per esso, 11 Raiul>ertl era sempre dall'altra parte della corrente. Troppo fine ut Intelletto per non accorgersi del vuoto, del sudicio, del grottesco e, infine, del tragico che costituivano l'essenza del mussollnismo, egli si schierò contro la massa degli Intellettuali che lo osteggiavano. Egli comprese pure che tutto 11 popolo era antifascista, pur acclamando Inversamente. E allora l'osteggiò. In altri tempi, Io spirito di contraddizione gli procurò qualche noia per aver difeso il diritto di dissertare quando la nazione era per la guerra; ora ne ha avuta un'altra — più grave — per avere esaltata la guerra, quando nessuno voterà farla :n quel cerio senso. ANT. Divagazioni

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