La strage di Villarbasse fu compiuta da 7 banditi

La strage di Villarbasse fu compiuta da 7 banditi La strage di Villarbasse fu compiuta da 7 banditi Le salme degli assassinati trasportate a Torino - Oggi l'autopsia - La figura del "boia,, al centro delle indagini n rilievo può sembr.?"o au perfluo, ma, realmente la sco ! perta dei dieci cadaveri nella ! Mtto era ieri argomento di tut I y , discorsi 8o* ò avvenuti. in |questi ultjmi tempi, misfatti orrendi ma noi, pur avendo da molti anni per le esigenze dei- cisterna della cascina < Simo netto * ha suscitato una enorme impressione di sgomento, di sdegno e di pietà, non soltanto nella zona di Villarbasse e della Val Sangone, ma anche in città. Il nefando de¬ la cronaca^ una certa conoscenza dei più emozionanti eplsodi di criminalità, non riusciamo a ricordare alcun avvenimento che possa paragonarsi per bestiale ferocia all'assassinio, freddamente e cinicamente perpetrato, dei dieci di Villarbasse. Il massacro E" anche troppo facije arguire che i banditi sono sciagurata gente, avvezza all'eccidio, se hanno pctuto infierire con tanta perversità sanguinosa contro le disgraziatissime vittime, preparando la strage così minuziosamente, al punto di accopparle — è purtroppo il termine, esatto — a randellate, per poi infilare a capofitto i corpi ancora palpitanti nell'orifizio assai stretto rlella cisterna. Sembra confermata la constatazione che gli assassini abbiano disteso bocconi, su un largo e ruvido telone, i dieci infelici, per colpirli, già legati in modo da non far resistenza, alla nuca ■? per evitare che sul terreno rimanes aero chiazze di sangue L'atroce sistemi di. non lasciare traccie aveva uno scopo preciso: creare, come infatti avvenne, la presunzione che i dieci ospiti della cascina erano stati catturati e trasportati altrove. Certamente prima di compiere il massacro i banditi, come a suo tempo narrammo si fecero consegnare dall'avv. Gianoli e dalla domestica — e fors'anche dal mezzadro — tutto il denaro che avevano in casa. Si può pensare che per parecchie ore gli aggressori rimasero alla cascina, poicht si preoccuparono d'ogni minuzioso particolare. Ma quando le dieci vittime furono gettato nella cisterna erano già spirale? L'interrogativo, che ci ponemmo ieri, rimarrà senza risposta fino a quando le perizie necroscopiche non saranno concbiusc. Purtroppo c'è da pensare — e il cuore si ribella all'ipotesi — ebe effettivamente qualcuno dei disgraziati fu buttato giù nell'acqua ancora vivo e soltanto stordito dai colpi di tandello alla testa. Auguriamoci che così non sia e attendiamo il responso dell'Autorità giudiziaria, che legalmente e investita dell'istrutto Infatti, mentre la Polizia d'accordo con l'Arma dei carabinieri prosegue nella sua serrata indagine per scoprire gli autori della strage, il Procuratore del Regno avv. Vacchino ha assunto la direzione j dell'istruttoria, incaricando il giudice aw Bruno psnerto \ SaHstratcTdi assistei alla magistrato, ai assistere alla I autopsia delle dieci vittime, l Se non andiamo errati, il Giti i dice istruttore ed i medici I settori designati si recheran|no stamane agli Istituti uni¬ versitari del Valentino dove le dieci salme sono state deposte. Esse erano giunte da Villarbasse su un furgone municipale mandato espressamente a prenderle. Le dieci casse, chiuse provvisoriamente con pochi chiodi, venivano scaricate immediatamente e allineate in una sala dell'Istituto. Subito gli infermieri provvedevano ad aprire le bare, a toglierne le salme e ad allinearle sui tavoli anatomici. Alcune avevano ancora alle mani e ai piedi le legature di alo di ferro. I loro visi erano paurosamente stravolti per il modo bestiale con cui gli sventurati erano stati soppressi, e tumefatti per la lunga permanenza nell'acqua della cisterna. Gli infermieri, pur abituati ad assistere spesso a scene macabre, erano visibilmente impressionati, e ci hanno dichiarato di non aver mai visto spettacolo più orrendo e pietoso al medesimo tempo. Alcune vittime, oltre i segni sulla nuca delle randellate sferrate loro dagli assassini, avevano ecchimosi al volto e al collo; altre erano gonfie come se avessero ingerito molta acqua. Gli infermieri toglievano alle salme le legature che apparivano fatte con molta cura, le svestivano, le lavavano; le preparavano, insomma, per l'autopsia che i periti settori inizieranno, come dicemmo, stamane. antetapdsestslagpcesctilstctuauurcrcsripgtpnatssn Ivano un appuntamento, vide jro passare nella boscaglia un | JLr4« .fi- a e . entrati nella proprietà"del-l'aw Gianoli E mf-ntrp io la^Tornavino^rU rase, essi compivano l'efffra- to crimine. In quanto alla scop-rta del- la cisterna, che racchiudeva i cadaveri degli assassinati, dobbiamo aggiungere alcuni particolari. Invano i funziona-ri inquirenti che avevanoscandagliato il pozzo situato neH'intornr della rasi ^ vno- neu interno della casa e \"°-tata un altra cisterna, aveva- no chiesto se vi fossero aitilIl « gorilla » Di quanti criminali era composta la banda che assassinò gli sventurati della « S'11.0netta*? A qu:sta doniiiicij che molti si seno posti siamo in grado di rispondere: erano sette. Due ragazze che la iera se ne andavano verso 1« basse del Samjone dove ave- guiti a breve distanza da altri due. Quella vista fece passare alie giovani ogni desiderio di raggiungere i fidanzati e fecero dietro front. Poco dopo udirono abbaiare il cane della Cascina « Simonetto \. Poi silenzio. Gli assassini erano pozzi od altre cisterne. Ripe-1 atutament.' era stato loro rispo- sto di no. Quella di fronte alla;astalla non era visibile, perchè la lastra del cosiddetto & tombino » era stata coperta con licno e con foglie fatte appositamente cadere scrollando gli alberi vicini. Si nota in questo delitto la niente e la mano di un abile regist? La mascheratura della pietra che chiude la cisterna, le gocce di sangue e le Impronte di piedi che dalla vigna si dirigevano verso l'esterno, tutto era stato preparato per indurre gli investigatori a portare le loro ricerche lontano dalla cascina. Però Carmelo « il boia », l'uomo dotato di forza erculea, ma di limitato intelletto aveva predisposto tutto ciò e aveva ideato il delittuoso piano? Non è venuto ancora il tempo di poter rispondere a tale domanda Solamente nel prosieguo delle indagini si vedrà se Carmelo « di boia > non sia stato invece che il brutale esecutore. La forza eccezionale di quest'uomo che veniva, e non a torto per la sua struttura mu scolare, chiamato « un gorilla » è messa in luce dal seguente episodio. Durante il periodo della nefasta repubblica mussoliniana, al « boia > erano stati consegnati tre fascisti catturati acciocché facesse loro buona guardia. Si trovavano in una stamberga in aperta campagna; e polche la notte era lunga ed egli cascava dal sonno si gettò per terra in mezzo ai prigionieri c pochi minuti dopo i catturati lo sentirono russare come un contrabbasso. Si alzarono alloia cautamente e. sollevato ut: macigno che si trovava in un angolo del locale, lo lasciarono cadere sul capo del loro carceriere. C'era da ammazzare un bue. II boia invece, benché il sangue sgorgasse copioso da una larga ferita, non rimase stordito che pochi istanti. Quasi subito fu in piedi ed afferrò due dei prigionieri proprio nel momento in cui raggiungevano la porta. Ognuna delle sue ma ni stringeva il collo di un avversario, e così a braccia tese con la sola morsa delle sue dita nodose entrambi li strangolò. Il terzo fu salvato per miracolo per l'irrompere nella stamberga di un gruppo di partigiani. Ma a proposito del « noia », quello di Ani è proprio il suo nome? Pare che tanto lui quanto il Saporito abbiano adottato un nome inventato, col quale si fecero rilasciare una tessera d'identità. tlsc Una strana lettera Abbiamo detto che di quella cisterna che racchiudeva i cadaveri degli assassinati nessuno aveva pensato. Non è giusto: il capo partigiano Fas sin ne conosceva l'esistenza poiché durante la dominazione nazi-fascista a più riprese si era recato alla Cascina « Simonetta » a prendere la benzina che il buon avv. Gianoli cctatocmgl'mpvtopsiOffriva al patrioti e Che tene-ilva in bidoni affondati nell'ac- ilaua. Ma il Fassinl sapeva pu- gre Che anche Carmelo il CbO- via> era andato a più ripresei inella cascina a prendere della mk™5.« d...» _v-o-.il Ubenzina. Penso allora che gli assassini avessero gettato i «cadaveri in quella cisterna, eUquesto suo dubbio manifestòIv a!l'agente della Squadra mo bile Savarino e con lui si i a Villarbasse. Fu una gita ìnu- tilc. Venne loro detto che quel la tal cisterna era stata aperta e scandagliata dal Morra, fratello del Renato, ucciso. Non era vero. Questa circostanza ed una strana lettera del Morra sequestrata che contiene queste frasi: « la mia parte l'ho fatta bene, l'affare riuscirà ed io scomparirò, vendicatemi! » fecero nascere in un primo momento sospetti sul suo conto, sospetti che poi svanirono. Carmelo e ie donne Come abbiamo già detto ieri la cisterna fu esplorata in un secondo tempo ed essa reslitui i cadaveri, coloro che erano stati affannosamente ed inutilmente cercati per nove giorni. Le indagini per il rintraccio del «; boia » e del Saporito suo complice, continuano ininterrotte. La loro presenza viene giornalmente segnalata all'autorità in molte opposte località. Ad ogni nuova sognai azione, agenti e carabinieri si mettono alla caccia dei banditi, ma finora infruttuosamente. C'è una speranza. Il < boia », questo sanguinario individuo di una ripugnante bruttezza ha il suo tallone d'Achille: il sesso debole. Questo gorilla va in solluchero per le gonnelle. Le sue passate avventure, chiamiamole così, possono garantirci che costui non si ridurrà mai a vivere in un eremitaggio. Oloferne trovò la sua Giuditta; chissà che anche il « boia » trovi la donna, non che gli tagli la gola, ma che nella lusinga di guadagnarsi mezzo milione liberando nel contempi» lei e la società di un simile mostro, segnali la sua presenza In preciso luogo. nmmsomssSrirìsigCnclaUt7htt>ssan1pSlCutiiiiiiiiiiÌMi iTmìTimiiiiiìiilHiii ì h mìì nniTiì 111 R"™ I I rappresentanti piemontesil dei partiti di massa- comuni sta, democristiano e socialista hanno concordato una dichiarazione in cui « deplorano le intemperanze e le polemiche ingiuriose rivolte contro laj Democrazia Cristiana e le|false interpretazioni dell'atteggiamento di questa, di cui non può essere discussa la perfetta lealtà nello spirito democratico ». I rappresentanti dei tre partiti * riaffermano la necessità di ristabilire quell'atmosfera di reciproca fiducia, nello spirito dell'unione delle forze democratiche, che, senza sminuire l'individualità di ciascuno e la libertà di programmi e di discussioni polemiche, assicura il raggiungimento dei fini democratici e sociali cui tendono i C. L. N. e l'unità sindacale. Auspicano una rapida soluzione della crisi nello spirito del C. L. N., che permetta la collaborazione di tutte le forze sinceramente democratiche, riaffermando la necessità di una sollecita convocazione del comìzi elettorali per le amministrazioni locali e per la Costituente ».

Persone citate: Gianoli, Morra, Savarino, Simonetto, Vacchino

Luoghi citati: Torino, Villarbasse