Parri ritiene che il Ministero non debba rassegnare le dimissioni

Parri ritiene che il Ministero non debba rassegnare le dimissioni ti CRISI SOSPESA. A MEZZ'AI Parri ritiene che il Ministero non debba rassegnare le dimissioni Le direzioni dei cinque partiti esaminano la proposta del Presidente del Consiglio -1 socialisti insistono perchè il Governo si presenti alla Consulta - La decisione a stamane Roma, 23 novembre. La crisi governativa è in pieno svolgimento. Dopo 11 comunicato della Giunta del partito liberalo emanato a tarda ora ieri notte, il lavorio di tutte le correnti politiche s'è naturalmente Intensificato. Ma, siccome le decisioni politiche di solito s'appalesano quando già il buio è sceso da un pezzo nelle strade, ci rifaremo alle ore piccole di ieri notte. Il comunicato della Presidenza I liberali avevano appena comunicato ufficialmente il loro gesto che iniziava decisamente lo scompaginamento dell'csarchia che dalla sede del partito una macchina I si dirigeva a buona velocità vèrso la sede del Ministero degli Esteri; 1 giornalisti che stazionavano nelle sale avevano cosi modo di vedere l'avvocato Cattanl il quale, subito introdotto, aveva un colloquio con l'on. De Gasperl. Era, questo, l'ultimo avvenimento degno di nota di ieri notte. Ma stamattina per tempo le riunioni sono ricominciate, iniziando con quella dei rappresentanti dei cinque partiti al Viminale. Un comunicato ufficiale dell'ufficio stampa precisa in proposito: <U Presidente del Consiglio, Ferruccio Parri, ha dato comunicazione al ministri De Gasperi, Lussu, Nerini, Ruini e Togliatti delle dimissioni dei ministri Brosio, Arangio Euiz e Ricci. Egli ha ripetuto la sua opinione che non esistono ragioni obiettive di crisi e che l'impossibilità di realizzare spostamenti di forze prima della Costituente senza gravissimo danno per il Pae se ponga a lui ed a tutti il dovere di precisare posizioni e responsabilità. E ciò a prescindere dalle gravissime ragioni internazionali e interne che importebbero di evitare al Paese in questo momento il danno della carenza di un Governo efficiente. « E polche non vi è alcun impegno che lo leghi alle automaliche dimissioni del Gabinetto, egli ha proposto che il ministero rimanga in carica. Augurandosi che il partito liberale possa trovare ancora il suo posto nella coalizione governativa egli crede, comunque, che 1 principi e gli interessi rappresentati da questo partito vi debbano avere sempre adeguata rappresentanza ». « I ministri presenti si sono riservati di sottoporre la proposta ai partiti rispettivi Domattina essi si riuniranno con il Presidente del Consiglio per esaminare le decisioni ». All'uscita Togliatti e Nenni hanno dichiarato che le dimissioni dei liberali non comportano automaticamente dal punto di vista costituzionale le dimissioni del Governo ed hanno ribadito: « Noi abbiamo detto che d riserviamo di consultare le direzioni dei nostri partiti », La stessa tesi ha sostenuto Lussu. Ruini ha appoggiato quella di salvare, prescindendo dagli uomini, l'unità del partiti della coalizione. De Gasperi, dal canto suo, ha precisato che, data la gravità della proposta fatta dal Presidente del Consiglio, si riserva anch'esso di interpellare la direzione del suo partito. « Si tratta di vedere — ha soggiunto li ministro — se, indipendentemente dalia questione delle persone, si può riotabilire l'unità della coali'zione ». Prese di posizione In merito alla convocazione della Consulta il Ministro degli Esteri ha dichiarato che la convocazione potrebbe essere anche utile. Però la situazione oggi è molto difficile perchè, in realtà, la legge prevede che la convocazione della Consulta in seduta plenaria ha luogo su proposta del Ministro della Consulta che, nel caso presente, è dimissionaria, e su decisione del Governo in sede di riunione del Consiglio dei Ministri Giova far notare, intanto, per dare un quadro completo della giornata politica che, prima del Consiglio di Gabinetto, Parri si è intrattenuto a conversare col vice-Presidente dimissionario Brosio. Il colloquio, come ha dichiarato lo stesso aw. Brosio ai giornalisti all'uscita ha avuto carattere stiettamente personale ed amichevole. Il pomeriggio romano, per solito cosi quieto in queste ultime giornate di novembre, ha visto un affrettato correre di uomini alle sedi dei diversi partiti. La prima riunione è stata quella della Giunta esecutiva e del consultori del partito d'azione. I convenuti hanno ascoltato una relazione dell'on. Lussu ed un'altra di Oronzo Reale sugli avvenimenti politici in corso ed hanno espresso la loro piena solidarietà al Presidente Parri rinnovando la protesta per la mancata convocazione della Consulta. Il gruppo ha deciso di tornare a riunirsi nel pomeriggio di domani. Alle 14,30 si sono poi riuniti 1 consultori e la direzione del partito democratico del lavoro. LtdasicsclbvnnctgNttCzbzzctdlcrgcnpcsddsddG La discussione è stata animata e ai è protratta per oltre due ore. Secondo quanto si apprende la proposta fatta stamane dal Presidente Parri in Consiglio di Gabinetto della costituzione di un Governo sulla base del cinque partiti con la inclusione dì personalità di idee liberali non sarebbe stata accettata- E' stato votato un ordine del giorno nel quale si auspica il mantenimento integrale dell'attuale coalizione ed è stato dato in tal senso pieno mandato al segretario del partito on. Ruini. Nel corso della riunione è stata prospettata anche la eventualità che il Presidente del Consiglio chieda la convocazione della Consulta in assemblea plenaria. La maggioranza dei consultori si è pronunziata favorevolmente a tale convocazione. I socialisti Alle 16, in un'aula di Mon tecitorio, si è riunito il gruppo dei consultori socialisti con l'intervento dell'ufficio politico che, dopo aver ascoltato una relazione di Pietro Nennl sugli ultimi svolgimenti della crisi, ha diffusamente esami nato l'attuale situazione e le prospettive che si aprono. A conclusione della discussione è stato votato il seguente ordine del giorno proposto da Rodolfo Morandi: «H gruppo dei consultori socialisti, di fronte alla iniziativa presa dal partito liberale di provocare, contro la volontà del Paese, una crisi che minaccia di rompere l'unità dei partiti antifascisti, invita il Governo a presentarsi alla Consulta e al Comitato di Liberazione Nazionale dal quale ha avuto l'investitura perchè siano precisate le responsabi lità e le forze democratiche aibbiano la possibilità di prò nunclarsi ». Sempre a Montecitorio si è riunita la comimlsslane della Consulta. Al principio della riunione i consultori socialisti hanno chiesto se non fosse il caso di invitare il Governo i convocare la Consulta in se duta plenaria, data l'attuale situazione politica. Da parte liberale si è eccepita l'Incorri fetenza della commissione L'eccezione del liberali, messa ai voti, è stata approvata con 15 voti contTO 11. Si è quindi riunita la commissione per la difesa, alla presenza del Ministro dell'Aeronautica, Cevolotto, che ha fatto un'ampia rsoczaldLCdvsrdgernffbnmadcctavn relazione. Il consultore azionista Ramirez ha presentato un ordine del giorno di protesta contro il rinvio della convocazione della Consulta. L'on. Gaaparotto ha fatto rilevare che la questione è ormai superata dagli avvenimenti. La mozione dei demo-cristiani Anche i consultori della C.G.I.L., sotto la presidenza dell'on. Di Vittorio, hanno avuto la loro parte. La discussione è stata ampia ed è durata oltre tre ore. Al termine di essa è stato votato il seguente ordine del giorno: «I consultori della C.G.I.L., esaminata la situazione generale del Paese, esprimono l'unanime voto del lavoratori affinchè siano evitate una crisi fiolltica e la frattura della coaizione antifascista, che sarebbero evidentemente dannose nell'attuale gravissimo momento ed Invitano il Governo ad operare con fermezza per difendere la libertà e la democrazia ed a provvedere alle necessità delle masse lavoratrici ». L'ordine del giorno è stato approvato con 16 voti favorevoli, uno contrario e due astenuti. Nella serata si sono' riuniti pure in un'aula di Montecitorio i consultori democristiani, 1 quali, udita la relazione del segretario dei partito, on. De Gasperi, hanno ritenuto che, indipendentemente da ogni valutazione sull'opportunità della crisi ministeriale (che la democrazia cristiana non ha aperta nè provocata), questa e ormai in atto dopo le dimissioni dei ministri liberali. « Infatti — afferma una mozione approvata dal grappo — in mancanza di organi rappresentativi democratici atti alla designazione del Governo, il Gabinetto presieduto da Parri poggiava sulla base dell'unanime decisione dei sei partiti dèi C.L.N. Tale base viene oggi a mancate e decade perciò automaticamente il mandato che era stato affidato dal C. L.N. nel giugno scorso». Il gruppo dei consultori democristiani ha raccomandato quindi che « la direzione del partito si adoperi affinchè la crisi ministeriale trovi al più.presto Eossibile una soluzione sulla ase della coalizione dei sci partiti democratici antifascisti e col maggior riguardo delle competenze tecniche ed affinchè questo ripetersi di crisi ministeriali possa finalmente e presto terminare con la convocazione della Costituente ». La mozione è stata approvata con cinquantase) voti favorevoli ed uno contrario. Precedentemente l'on. De Gasperi aveva partecipato, nella sede di Piazza del Gè-' sii. ad una riunione della direzione del suo partito, nel corso della quale si era.prò-1 ceduto ad uno scambio di idèe sulla situazione. La direzione della democrazia cristiana tornerà a riunirsi domani mattina. Un'altra riunione hanno anche tenuto i consultori del partito liberale. Essa ha avuto un carattere informativo. Congetture La cronaca spicciola è così terminata. Ma nell'aria si Intuiscono mille movimenti non ancora estrinsecati in fatti precisi e determinati. Allo stato presente degli avvenimenti e delle congetture si deve rilevare che non si tratta soltanto di una questione di permanenza o meno del Presidente a capo della coalizione, ma di qualcosa di più e, soprattutto, di più profondo e più sostanziale: la continuazione o meno del governo di coalizione nello spirito e sulle basi della soluzione adottata nel giugno colla formazione del Gabinetto Parri. A Montecitorio i pareri, come sempre, erano discordi, ma, a prescindere dall'accettazione o meno della proposta del Presidente, si ritiene che la coalizione manterrà le sue basi sulle quali, con eventuali inclusioni e modifiche e se del caso, con una diversa Presidenza, ricomporre il Gabinetto. Per dovere di cronaca va riferito che, dato l'atteggiamento delle sinistre, la combinazione Orlando, della quale ieri si faceva un gran parlare, non sembra avere molte probabilità. Quella Nittl, sia per l'espresso e ripetuto desiderio dell'uomo politico di starsene appartato, sia per il particolare momento politico, non sembra ora in discussione. I nomi di Bonomi e De Nicola sono fatti più per ipotesi che per convinzione. Non resta, qualora si intenda rimanere nell'ambito della coalizione — ciò che è assai più probabile — che o mantenere Parri o andare ad una soluzione De Gasperi, non voluta, dai democristiani, o, in difetto, all'esponente dei demolaburistl, on. Ruini, che è molto attivo Ì

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