DELINQUENZA 1945 di Francesco Argenta

DELINQUENZA 1945 i*a sicure^«;a pubblica DELINQUENZA 1945 Parri sostiene che la realtà è quella del ' 19, ma è la dinamica criminosa che cambia - I malfattori aumentano di numero, d'audacia, di risorse ardite e sinistre Bcotland Yard — intorniano le agenzie — ha dato l'allarme: l'Inghilterra è investita da un'ondata di criminalità che non ha precedenti: in un giorno, 106 macchine rubate nella sola metropoli; in un mese, oltre diecimila reati in più della media. Il fenomeno che si abbatte sui paesi vincitori è già largamente esperimeritato dai paesi vinti. Da noi è un pezzo che risuona l'allarme. Ma non lo danno t pubblici poteri, sempre tardivi perplessi o facili all'ottimismo: lo danno le cronache d'ogni giorno, con un ricorrere, sem pre più vistoso, di notizie sempre più nere. Nel '19 ed oggi Nella sua esposizione alla Consulta e nella recente polemica con Nitti, il presidente Parri ha contestato che le condizioni dell'ordine pubblico siano peggiori che nel dopoguerra passato. Ora, questo potrà essere vero — limitatamente alle inquietudini suscettibili di tradursi in episodi pgfptrd.piazza pranno stroncare con prontezza ed abilità i conati della fpza ed abuua ISSNserpeggiante reazione■■fasci- sta, sapranno impedire ognv turbativa che possa detcrmi-\ narsi anche da altre parti, marsresta il problema dellai swu- rezza pubblica, quello della: in- tegrità della vita e dei beni'^ dei cittadini, insidiati e minacciati ad ogni ora e ad ogni an¬ golo di strada dalla moltitu- icsdine di individui che mareg-\dgiano, oggi, a\ confini della] delinquenza — delinquenti del{ o a e l o e n a g 4 carcere e malfattori improvvisati è d'occasione; vecchi incalliti e catalogati professionisti del crimine e giovani inesperte e insospettate reclute del delitto — e qui le cose si presentano ben altrimenti. Non vogliamo drammatizzare, ma il fenomeno è di una gravità che raggela. E se le cifre che si vanno faticosamente adunando per !e prime elaborazioni statistiche sem brano disegnare una curva di frequenza che ricalca, nella altitudine numerica dei reati, i valori del dopoguerra passato, è, in ogni caso, la dinamica criminosa che diversifica paurosamente da quella passata. Nel '19 si rubava annualmente in Italia per un valore di 15 mitioni di lire ed era una cifra di cui potevamo andare fieri e contenti, che nella sola Berlino si rubava per 18 milioni, a Londra per 20, a New York per 25. Ma oggi anche i malfattori nostrani si son fatti insaciabt'i»: non pensano che ai grossi colpi, sdegnanti, quasi, di mettersi in moto per poco ed i 15 miiioni annui e globali di un tempo — astraendo, beninteso, dal mutato valore della monista — costituiscono, il più delle volte, il compendio di un solo colpo ladresco. La vera piaga del dopoguerra passato fu co s-tiluita dai furti ferroviari: uno stillicidio incessante ed inarjrinabiie di sottrazioni operate mediante la spiombatura dei carri fermi nelle stazioni A distanza di 85 anni, quella tecnica ò giudicata infantile' oggi non si attende che i carri siano avviati in un angolo morto delle stazioni per svaligiarli: si opera sui -treni in corsa e non ci si balocca a spiombare i va.aoni, si fa deviare e scomparire il convoglio. Progressi inauditi Ma anche per altri versi, la tecnica dei malfattori è in inaudito progresso. Nel '19, Alfredo Franzoni, il ladro di via Vigentina a Milano, stupì, indignò mezza Italia con l'audacia e l'estrosità delle sue gesta. Bel giovanotto, il risvolto della giacca ornato di una policromia di nastrini, egli si presentava con una maschera patriottica, ora spacciandosi per fiduciario dell'associazione dei mutilati, ora indossando la uniforme di tenente del 5° Alpini. Era un furfante matricolato, ma era, in certo senso, un galantuomo a petto dei furfanti che imperversano ai nostri giorni. Votatosi al furto, il furto in grande stile, nei pingui magazzeni degli stabilimenti manifatturieri, egli abbisognava di un automezzo per il compimento dette sue imprese. E se lo procurava, ma con un fantasioso inganno e molti riguardi. Il 7 gennaio 1920 — « fu l'ultima sua impresa — si presentò alla ditta Miani e Silvestri: doveva recare cert' soc"cork''alle~popoiozìoni delìeterre liberate ed abbisognavadi un camion. Gli fu concesso senza discutere ed a notte fonda il Franzoni fermava l'automezzo dinanzi all'ingresso dello stabilimento Macchi, a Galliate, caricandovi 20 quintali di filati, sottratti, con la complicità di un custode, dai magazzeni dell' opifìcio. Nella stessa notte egli raggiungeva il suo quartier gene rale a Milano, in via Vigentina e il giorno appresso restituiva il camion, ringraziando « a nome dei beneficati ». Fini coll'essere scoperto, arrestato. Aveva compiuto più di 40 colpi e ne aveva cavato un bottino che fu valutato intorno alle 900 mila lire: una cifra che fu giudicata impressionante, come impressionanti furono ritenute, allora, le sue gesta. Ma gli epigoni di Franzoni coi quali si ha da fare oggidì trovano che quelle erano imprese da rìdere. Perchè tanti scrupoli, tanta paura e tanta lealtà, infine, nella faccenda del camion* Oggi, allorché si progetta un colpo ladresco contro uno stab<liinento qualsiasi non ci si indugia in convenevoli per a-ivere a disposizione l'autocar ro occorrente per il trasport delia refurtiva: ci si imposses sa del camion, il primo che;mcapita, con un sistema spiccio e risolutivo: si terrorizza, si spara e, magari, si uccide. E se si tratta di diecine di furti, quanti riuscì a compierne Franzoni, si ripete l'impresa diecine di volte, salvo, poi, a lasciare gli autocarri lungo la via, spogliati dei pneumatici e di quelle parti che possono servire ad ingrossare il betlino Se analogia vi ha fra la situazione del '19 e quella di oggi, non è solo nello scompiglio e nello sgomento, nell'allarme e nel danno che il moltiplicarsi]delle impreso dei malfatlori\produce, è, soprattutto, nella ! genesi di queste imprese; è nel fatto che, rispetto al tempii prebellico, i malfattori aumen tano smisuratamente di numero, di audacia, di risorse ar dite e sinistre. . Teorie che naufragano Si d dissertato a lungo, ne- fenomeno criminoso. E sul presupposto che la criminalità N^M^W fàVamblente - e/ementi m f lom jn rapporta di lari'tA r f , f apporto sulla base del postulato che la più notente ar ,„„ cmit ,0< crhnivalità, è „a , ha obiettivo la ^ conoscenza dei rei nella loro intima struttura biologica, i criminologi non si sono imposti limiti nella esplorazione della peTSOnama del delinquen ,,s Fra „ moj.tjpKcarsJ dei/c teorìe g dej metodi di indagine (antropologico-criminale, psi oopatologico, psicologico, biologico-costituzionalista, biogenèalogico, sociologico, statistico, ecc.) il mUtcro del fenomeno criminoso è parso svelato; l'arco di azioni e reazioni che conducono al fatto delittuoso individuato; il problema risolto; vicina, infime, la mèta, fallirne! utopistica) consistente, per tutti nell'eliminazione delle cause biologiche e sociali della criminalità. 8enonchè la torbida realtà offerta dalla delinquenza di questo livido dopoguerra, ha scompigliato tatti i rosei risultn.fi che sembravan raffoiunfi. Fra i delinquenti di oggidì è minimo il numero dei soggetti studiati nei laboratori; i professionali ed i recidivi non operano più largamente di quanto non facessero in passato, il grosso del materiale umano che delinque è dato da elementi che giungono nuovi ed insospettati al delitto. A Milano, fra i rapinatori cfte infestano la città, sono stati scoperti onest'uomini ed anche giovanissimi studenti appartenenti a stimate famiglie; a Verona, fatta cadere la maschera ad un rapinatore, s'è trovato che era il comandante di un vicino posto di poliz'a un graduato rigidissimo nell'adempim cnto delle proprie funzioni. Si ritorna nel buio e dal nan frogie di tante teoriche sembra salvarsi quella più do isa o più contrastata, la teo ria della monogenesi psicologicu della criminalità, con l'a¬ maro ammonimento freudiano: la delinquenza è latente e presente nell'Io profondo di ogni individuo. Milano e Torino E qui, converrà accennare ad un altro naufragio. Appoggiandosi alla realtà documentata dalle statistiche che segnalavano, nei vent'anni, una contrazione dell'SO per cento nelle forme di reati più gravi, il fascismo menava gran vanto di avere debellato la crimi- 10 <" av*re «eoeiioro la c nahtà- Oggi, a ragion VeWa, s\ V}^ rilevare che_la_ c°"f™: e i a a , d e o o o l ione era la risultante di una azione tutta esteriore e formale,'quale la compressione poliziesca e l'uso spietato di due istituti: il confino di polizia e le misure di sicurezza, con cui si riusciva ad accantonare indefinitamente gli elementi anche vagamente asociali. Il problema d'oggi, comunque, è più vasto ed ha aspctti e caratteri di universali tri cronologica e spaziale. Fu avvertito, in Francia, dopo la guerra del "10; fu avvertito ovunque dopo la conflagrazione passata. La guerra, in sè, porta ad un ristagno della criminalità: i richiami alle armi attenuano le scaturigini feconde della delinquenza, mentre le aggravanti introdotte nella commisurazione delle pene e le più rigorose misure d'ordine concorrono, a loro volta, a contenere il fenomeno. Ma a guerra conchiusa, non appena il drammatico ciclo degli eventi si chiude, la cri?n inalita esplode infuria dilaga. E questa è fra le più terribili conseguenze degenerogene che la guerra riserba. Nel '18 si erano avuti in Italia 300 mila reati in meno che nel '14; nel '19, il numero dei reati denunciati è risalito rapidamente e deviwmente oltre la quota prebellica. Quale sia l'altitudine numerica dei reati attinta oggi in Italia dalla curva minacciosamente ascendente del fenomeno criminoso non è dato ancora sapere: le statistiche, rade e frammentarie, sono in via di formazione. Ma taluni dati parziali disegnano già con sufficiente evidenza la entità del fenomeno. A Milano, rispetto al '40-42, i reati sono aumentati del sessanta per cento;-a Torino, per qualche reato, l'aumento è anche maggiore: nel primo semestre del '40 si erano avuti S!t00 furti e 8 rapine, nel primo semestre di quest'anno 6424 furti e 375 rapine. La drammatica « dégringolade » si è iniziata sullo scorcio del '43: in provincia di Torino si erano avute 7 rapine nel primo semestre di quell'anno: ne sono state denunciate 103 nei secondo. Bisognerà rifarsi di qui per dare senso ordine e concretezza all'indagine. Francesco Argenta

Persone citate: Alfredo Franzoni, Franzoni, Miani, Nitti, Parri