Il valore esterno

Il valore esterno Il valore esterno Per quanto le possibilità di commercio con l'estero non siano rosee pel prossimo futuro, pure riteniamo cne il problema del cambio estero della lira sia tra i più attuali e che il gettare le fondamenta per una soddisfacente soluzione costituisca preoccupazione fra ie maggiori della nostra politica economica. Dire esaurientemente come ciò possa avvenire non è facile. Nondimeno è indubbio che se autorevolmente si enunciassero i primi principii chiarificatori, lo scetticismo insidioso che tanto minaccia le forze produttive del Paese sarebbe meno pericoloso. Del resto, anche in via di fatto, certi rapporti in corso di dare e avere internazionali (materie prime importate con i piani di transazione e produzione 1945-46, residuati bellici, riparazioni o requisizioni) o che sorgeranno dall'entrata in vigore di accordi commerciali, di lavoro e di emigrazione (con la Svizze' ra, la Polonia e altri pochi Paesi, oggi sospesi per il « veto » emesso dalla Commissione alleata), dovranno sistemarsi in modo meno imperfetto per la nostra economia nazionale di quanto non si faccia computando il cambio estero al rapporto di un dollaro per 100 lire e di una sterlina per 400 lire. Che cotesto cambio vada corretto per renderlo più aderente alle nostre condizioni finanziarie è ormai opinione professata (sebbene tardivamente) da tutti gli intenditori di cose economiche. Ma il punto cruciale è di giungere ad un livello che assicuri un avvenire monetario regolare e soprattutto un avviamento regolare della produzione agricola e industriale per non svenarla ancora, di più con danno di tutti. Un primo principio chiarificatore è 1' ammontare comparativo della presente ■afluaptoiflaa mqnataria-Xpir-» ca 360 miliardi) rispetto a quello d'anteguerra (19 miliardi). Poiché mancano del tutto ragionevoli possibilità di comprimerla anche di poco, dovremmo osservare che la lira si è volatilizzata dalla guerra in poi per i diciannove ventesimi. Non è tuttavia un linguaggio soddisfacente. Nel 1946, il ritmo produttivo sarà maggiore del presente. Non eguale a quello del 1938, e nemmeno al 75 per cento di esso (come l'attuale Ministro dell'Industria e del Commercio ha calcolato con alquanto ottimistica facilità); ma si raggiungerà un reddito nazionale pari, forse, appena alla metà di quell'anno. Nel '947, le difficoltà di comunicare con l'estero saranno minori e il campo della produzione potrà allargarsi. La lira (ogni altra condizione restando ferma) potrà riprendersi di qualche po', con un abbassamento generale dei prezzi interni, la cui corsa al rial zo dovrebbe per allora esser si arrestata. Questa coDsiderazione induce a sostenere che il rapporto di svalutazione monetaria non potrebbe essere quello accennato. Comunque, il problema deve essere seriamente studiato. Ma un altro punto chiarificatore può essere tenuto presente. E' la situazione interna dei prezzi rispetto a quella internazionale. Al cambio di un dollaro per 100 lire, la moneta è certamente sopra valutata ; e conservarla a tale livello significherebbe che il commercio estero avverrebbe in senso unico, tranne per poche voci (o nel caso di larghi premi di esportazione). Dunque, isolamento economico per i nostri mercati, che certi Paesi esteri potrebbero anche desiderare nel loro sforzo di penetrazione economica. Del resto, la posizione delle parità monetarie commerciali (rapporto tra prezzo interno e prezzo estero) è chiarissima. Prendiamo alcuni tipi di beni di consumo. Al cambio di 400 lire per sterlina, essi sono venduti in Inghilterra a prezzi molto inferiori ai nostri. Una bicicletta di marca (gommata) lire 3600 ; una buona sottana di lana da signora: 500; un paletò di lana da signora: 700 ; un soprabito di lana da uomo: 1600; una macchina da scrivere in ottimo stato: 10.000 ; un'auto del tipo della nostra « 1100 » gommata (con la tassa di 64 sterline) : 120.000; una specialità medicinale comune ■ "lacerne): 40; un tubetto di dentifricio: 25; una saponetta palmolive: 7; un galletto da mezzo chilo: 120; un vasetto di estratto carne (medio): 130; una mucca (media): 8000 ; un libro corrente : 120 lire. Anche per le grandi materie prime l'attuale cambio ufficiale di computo di un doll&m ner 100 lire è fuo¬ alchloalzolocatilitrdacepetecoirddduspmitesaroindlastceqgpcoo(fimè cslaeceaqdtidsdmdqmidgspt11CDdspgtaDmvadcanvmtrgdnpdpnp ri equilibrio internazionale. Meglio considerare i prezzi americani meno soggetti ai vari « controls » d'ammasso: il carbone (a tale cambio), alla tonnellata, 600130Ò lire; benzina e petrolio al litro 1; ferro, alla tonn. 4000-6800 ; rame, alla tonn. 26.000-40.000; stagno, alla tonn. 115.000 ; alluminio, alla tonn. 33.000 ; cotone, al chilo 47 ; lana lavata, al chilo 260; pelli bovine secche, al chilo, 35; gomma al mezzo chilo, 24 ; rucchero, al chilo 12; grane turco, grano; cacao e carne, al chilo, (rispettivamente) 5, 6, 20 e 36-46 lire. Sarebbe imprudente trarre conclusioni definitive da tjueste poche cifre, ma è certo che il cambio 100 per dollaro è eccessivamente basso. Qualora si tenesse conto dell'incidenza, oramai irriducibile, dei costi nostri di energia elettrica, mano d' opera, spese generali industriali, ammortamenti, spese commerciali e delle materie prime secondarie italiane, il cambio dovrebbe essere portato per intanto e almeno a 500 lire per dollaro. Gli stessi prezzi liberi interni delle valute estere e dell'oro mostrano pure, nella loro solo parziale clandestinità, come il cambio accennato non sia lontano da quello naturale, vero. Per guardare solo ai nostri rapporti con il mercato elvetico, il franco svizzero vale oggi intorno alle 130 lire (anteguerra circa 4) e l'oro fino, al grammo, lire 850, mentre in franchi svizzeri è circa 6. Non dico (ripetendomi) che cotesti calcoli siano assolutamente esatti, perchè la materia dovrebbe essere esaminata in base ad altre considerazioni (l'armistizio, e la stessa politica militarealleata, che il potere d*ac-quisto da parte della truppa di occupazione non verrebbe troppo accresciuto pagando il soldo ad un cambio molto diverso); ma guai alla nostra economia nazionale se dovessimo perdurare con il malinteso del cambio di un dollaro per 100 lire ! Resterà questa una delle tante « domande senza risposta» che il_ Paese rivolge agli organi di governo e, con preciso argomento ad hominem, ai suoi non necessariamenteperiti ma responsabili reggi ton : . . I GiSVàhhi Demaria T

Persone citate: Demaria

Luoghi citati: Inghilterra, Polonia