"Gli italiani vogliono lavorare,,

"Gli italiani vogliono lavorare,, CRONACA CITTADINA "Gli italiani vogliono lavorare,, Trattative per combustibili gomma e lana Pagamento in natura per la lavorazione di tessuti - Gli scambi e i rapporti monetari Nostra intervista con str R. R. Nosworthy E' ospite della nostra città il rappresentante 3i S. Maestà Britannica, sìr Richard Nosworthy. col quale abbiamo avuto'un interessante colloquio. Non esita ad esprimerci la sua favorevole impressione avuta durante questa breve vi&ìta all'industria dell'Alta Italia. — Sono persuaso — ci dice — che ali italiani vogliono lavorare, ed iti tempi sì duri in cui è molto facile lasciarsi tHnccre dall'abbattimento e dal pessimismo, è consolante vedere l'entusiasmo con cui molti di voi si apprestano a superare la crisi. Il Governo inglese s'interessa vivamente alle questioni italiane poiché spera non soltanto in una rapida ripresa interna, ma nella possibilità di aiutare gli altri Stati d'Europa maggiormente provati dalla guerra. —» Gl'impianti industriali del nord sono infatti in perfetta efficienza, le maestranze desiderose di riprendere il lavoro perciò non s'attende che l'invio delle materie prime. Vexata quaestio! Prospettiamo all'illustre personaggio la necessità urgente di questi rifornimenti, primo fra tutti quello del carbone, ma ci accorgiamo che e perfettamente al corrente delle nostre condizioni. — Purtroppo — ci dice — è questo un bisogno non solo italiano, ma viondiale, perciò occorre considerarlo nella prospettiva degl'interessi comuni a tutte le nazioni. Penso tuttavia che gradualmente sarà risolto anche per l'Italia e spedizioni di combustibile sono già in c.0130. Non esitiamo a ricordargli lo spettro della disoccupazione che minaccia milioni di nostri lavoratori se col carbone non saranno inviate altre materie prime indispensabili — Sono avviate trattative — ci assicura sir Nosworthy — per rifornimenti di gomma e di Zana. L'Inghilterra dispone d'inqenti riserve di lana australiana parte delle quali saranno inviate in Italia ove subiranno una prima lavorazione. «Il prodotto ottenuto, verrà restituito alla Gran Bretagna che vi compenserà in natura, cioè lasciando parte del prodotto stesso alle vostre fabbriche. Sarà così assicurato il lavoro a numerose maestranze ed immessi al consumo interno i tessuti ricavai» ». Circa la possibilità d'intese private con ditte straniere, facciamo presente le numerose difficoltà che ostacolano lo scambio dei prodotti. Oltre a quelle di carattere tecnico, segnaliamo in particolare lo pqpacnidmldnsnuni/THI l mi/in ITI jmriWVIUFB IU i squilibrio economico determi-] nato dalle attuali quotazioni' delle valute estere. Con il dot laro a 100 e la sterlina, a 1)00 i nostri esportatori non sono in grado dt trattare coi paesi alleati per una compensazione privata. Prodotti pregiati e conosciuti in tutto il mondo come il nostro vermouth ad esempio, costituirebbero per noi, preziosa materia di scambio, Zu±c%rnon llò^jccdiito a sette dollari, prezzo corrente in America, pari a 700 lire. Il Ministro inglese non ai nasconde queste difficoltà ed accenna ai recenti accordi convenuti con la Svizzera per la costituzione di una cassa di conguaglio. Ma in quale misura si potrà stabilire il compenso? Ogni prodotto ha particolari esigenze per cui non è possibile determinare una quota fissa d'integrazione. C'è tuttavia da sperare che nétte prossime settimane, le trattative in corso coi vari governi approdino 'i qualcosa di concreto e che prima dell'inverno, come spera sir Nosworthy. in Italia siano palesi i segni della ripresa e scongiurato, almeno in parte, il pericolo della disoccupazione. « Non bisogna dimenticare — conclude l'illustre ospite -— die da pochi mesi la Germania ha capitolato e che tutto non può ritornare d'un tratto alla normalità Tuttavia questo desiderio bruciante degli Italiani di risollevarsi è garanzia di un migliore domani».

Persone citate: R. R. Nosworthy, Zana

Luoghi citati: America, Europa, Germania, Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Svizzera