Il "no"di De Gaulle dopo il "tutto bene,, di Yalta

Il "no"di De Gaulle dopo il "tutto bene,, di Yalta Roosevelt alle prese con un alleato offeso Il "no"di De Gaulle dopo il "tutto bene,, di Yalta Stoccolma, 19 febbraio. A pochi giorni dalla dichiarazione di completo accordo con cui si è conclusa la conferenza di Yalta e imentre ancora Roosevelt non risulta rientrato in sede (il Presidente avvolge nel più grande mistero i suoi movimenti) da ogni parte è un fiorire di critiche, di preoccupazioni, di fosche previsioni che mettono in agitazione il campo dei cosidetti « tre grandi » e dei loro satelliti. In questo quadro domina da ieri il « no » di De Gaulle ad incontrarsi con Roosevelt ad Algeri. Spigolando qua e là nei vari dispacci delle agen zie, le cose pare siano andato presso a poco cosi: il Presidente, reduce da Yalta, ha fatto presentare a De Gaulle dal proprio ambasciatore a Parigi un invito al generale di andare ad incontrario ad Algeri per sentire quanto era successo sulle rive del Mar Nero ed un « memorandum » contenen te parte delle decisioni della conferenza; De Gaulle ha rtu nito i suoi ministri e. dopo una discussione alquanto animata, ha deciso, contrariamente al parere del suo ministro degli esteri, Bidault, di rispondere picche; subito dojpo, però, il generale ha fatto sapere a Roosevelt che, se volevano incontrarsi, il Presidente doveva recarsi a Parigi, anche per mantenere una promessa fatta ail tempo della visita di De Gaulle a Washington; questa volta, però, a rispondere picche è stato Roosevelt il quale ha fatto osservare che non poteva andare a Parigi e non a Londra, capitale quest'ultima che non gli interessava per nulla di visitare; l'aimbasciatore americano ha tentato un estremo sforzo per decidere De Gaulle al viaggio, invitandolo a nI flettere sul' proposito di far fallire «l'intenzione di avviare colloqui chiarificatori » dimostrata dal Presidente, ma anche questo passo è andato a vuoto. Questi, a quanto risulta, i fssrGrgYftvzri«is fatti. Negli ambienti degolli-< testi la disputa trova pareri di- ] cescordi e la sua origine viene seriportata al rancore di De ! RGaulle contro Roosevelt da lui i ritenuto come l'unico osteg-1 Rgiatore del'a sua presenza a ; teYalta. Negli stessi ambienti si:.refa altresì osservare come l'at- ateggiamento angloamericano , pvers? Ja , Francia degollista psia tutt altro che tranquilliz-1 j,zante e si rigetta sugli americani la responsabilità delle indiscrezioni rivelatrici sul «no » di De GauTile, facendo, inoltre, notare come tutta questa faccenda non faccia che rendere più grave la situazione del Governo dl Parigi di fronte al popolo francese che si domanda più « perchè > De Gaulle non è stato invitato a Yalta che non « cosa » colà si è deciso. Tali ambienti, infine, rerdono noto che il Governo npCgtocfaasstbcdi Parigi non si sente tenuto i SflSSSSSSh^ !^JFTStaK1 pc memorandum » fino a quan- ^do non abbia ricevuto deter-: z?a«^^^ fronti all'invito di partecipare' af.la conferenza di San Fran-jdcisco. | dLogica conseguenza a r e i e a o o lai eod tè o vi el o dte di nco e nridini nni ze ndi zo olati pugL'Associated Press osserva i vche x Roosevelt e De Gaulle sono arrivati a rapporti piut- ! itosto aspri » e, secondo - molti nosservatori ciò viene interpre- ctato « nel senso che le rela-1 dzioni franco-americane sono ppeggiorate, non tanto tra i sdue popoli quanto nei conf ron-1 vti dei capi delle due Nazioni: ! auna ricca e che è convinta di lcombattere le ultime batta- j —de'la guerra e l'altra povera e pche cerca di riconquistare il, suo posto nel mondo ». Dispacci da Londra dicono, <lli tanto, che la notizia del « no» di De Gaulle è stata ac colta colà «senza stupore ma'con rammarico». Cosi si n-jsprime la Yorkshire Post nel! suo odierno editor ale in cui,! tra l'altro, dopo aver detto i che «un esame spassionato dei recenti avvenimenti. per- ; mette di pensare che le con. versazlonl di Yalta avrebbe- ro potuto guadagnarci dalla presenza di De. Gaulle» e chej«la partecipazione sarebbe lstata caldamente accolta dal-1 l'Inghilterra», si dichiara:! « Benché l'assenza di De Gaul- le sia rimpianta dall'Inghll- iterra, si ritiene che il r fiuto iopposto all'invito redatto in'tei mini cortesi da Roosevelt!non possa essere assoluta- mente giudizioso. De Gaulle ha un fardello molto pesante da portare: i compti animi- nistrativi e ricostruttivi che pesano su di lui sono altret-tanto grandi quanto quelli che ■^t^t^o^i- ft&blerra egl: avesse ritenuto pcssibile accettare l'offerta fattagli ». Il Times, a sua volta, ritie- ne che il rifiuto di De Gaulle * avrebbe potuto essere previ-sto come conseguenza logica deL'atteggiamento assunto dalgoverno di Parigi nella nctarimessa il 13 gennaio a Wash- ington, Londra e Mosca, no- ta nella quale precisava chenon a. sentiva legato a deci-sioni prese ad una conferen-za alla quale non aveva presoparte». SegnO premonitore Il Da-Jy Teleyraph, infine,malgrado il carattere obbiet-tivo della sua corrispondenzada Parigi, non cerca di giù-stiflcare 1 atteggiamento dellaFrancia e scrive: «De Gaullepreferisce condurre i nego-ziàti coi sistemi diplomaticinormali anche a rischio di ri-tardare le dee sioni che con-cernono la stessa Francia »Queste le prime ripercus-sioni « alleate ». Da Berlino ilD.N.B. afferma intanto che laè o e o li a e e a aual o o no ii, e i; o nsituazione è giudicata neglambienti politici tedeschi come meritevole della più grande attenzione. Sì tratta, si di ce a Berlino, di un gesto checostruisce indubbiamente unsegno premonitore. E' un fatto che tutti i tentativi dellaFrancia degollista per essereammessa, con parità di diritti, alle deliberazioni dei «tregrandi » sono, fino ad orafaillità. il solo strumento politico che la Francia di" De Gaulle sia riuscita fino ad oggi a realizzare è quello che la lega all'IT.R.S.S. e la Im SunTp^^ tica. Resta da vedere se la Francia sarà ammessa con parità di diritti alla conferenza di San Francisco e non si può ancora sapere se il governo di Parigi trarrà le conseguenze che si impongondal trattamento riserbatogle se declinerà l'offerta dprendere parte a quella conferenza. In ogni caso, la part1 che esso sarà chiamato a sostenere a San Francisco pela definizione del termine «aggressore» è abbastanza importante perchè Stalin facciad' tutto al fine di manovrarla pedina francese per i suofini. E' sotto questa luce chesi osserva a Berlino, il rifiutopposto da De Gaulle a Roosevelt assume un'importanzsingolare.