La scuola

La scuola La scuola y a scuola costituisce senza dubbio uno dal problemi più importanti della viti della nazione e quanto sia urgente una soluzione radicale, ci viene segnalato da ogni parte. Numerosi infatti sono le proposte, le invettive e le relazioni che ci pervengono da profossori, padri di famiglia e studenti. SI, anche questi ultimi avvertono la necessità di una riforma che rinnovi lo spirito, se non la struttura della scuola italiana, e ponga fine al miserevole processo di dissoluzione morale che ha intaccato uomini ed istituzioni. Col pretesto di diffondere la cultura, il passato regime ha, nella realtà, sminuito 11 presti- fio e l'efficienza della scuola 1 Stato, favorendo l'istituzione di enti più o meno ortodossi che, valendosi di immunità c privilegi, della scuola hanno fatto mercato. Quante volte è accaduto che allievi respinti nel pubblici Istituti, hanno poi trovato facile sistemazione nelle cosi dette scuole legalmente riconosciute, ed ottenuto lo oteslo titolo di studio, rlspar- senzacgiemi mìando magari qualche anno di frequenza? Ora, tutto questo deve cessare. Se l'Italia veramente vuole sollevarsi dall'abisso in cui è caduta deve, prima di tutto, riportare la scuola su quel plano di serietà, di dignità e di disciplina, che ha reso possibile, in ultri tempi, l'epopea del Risorgimento. Istituti male attrezzati, insegnanti mal retribuiti, cattedre mal coperte, costituiscono gli ostacoli alla ripresa. Per non dire degli edifici scolastici, molti del quali sono stati devastati dal bombardamenti, il problema degli insegnanti deve interessare profondamente chi è preposto alla pubblica Istruzione. CU stipendi inaufliclenti, costringono i professori a dedicare molta parte della giornata alle lezioni privatee questo evidentemente, impedisce loro di aggiornare la propria cultura e di attendere in serenità e con tutte le energie al pubblico Insegnamento. Molti e non 1 poggio- ri, mal tollerando questo avvilimento, hanno lasciato o sono in procìnto di lasciare la acuoia; altri ricorrono a mezzi meno onesti per tirare avanti... Inoltre, non tutte le cattedre vacanti vengono messe a concorso, sì che troppe sono tenute da Incaricati, sovente non abilitati e qualche volta non laureati. Ora, non è possibile sanare tutto questo? Noi lo speriamo, vogliamo sperarlo. La scuola per fortuna conta ancora uomini moralmente sani, culturalmente preparati, che attendono solo un segno di consenso, una parola d'incoraggiamento. I giovani? Saranno come li sapremo fare. Dagli Insegnanti attendono la parola giusta e nulla sarebbe più immorale che tradire questa fiducia. Siamo certi che le autorità competenti prenderanno in scilo osarne il p.-r.W-ms o ne troveranno una tempesti va soluzione che, se mal la scuola dovesse continuare nelle attuali condizioni, non sarebbe possibile una rigenerazione nazionale.

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