Aperta polemica tra i demo-cristiani e Nenni

Aperta polemica tra i demo-cristiani e Nenni Aperta polemica tra i demo-cristiani e Nenni Roma, 29 agosto. Nella misteriosa cucina politica i cuochi lavorano febbrilmente ai fornelli e si sono messi d'accordo, finalmente, nella maniera di cucinare Badoglio, costringendolo a pre S.se^tar'si Gl'Ali*. Corte di Giùr l , e a l e o o e stizla insieme ad altri 76 senatori finora sottrattisi alle indagini dell'Alto Commissariato Si sono varati,.- <com'è noto provvedimenti perchè la stampa abbia a porre fine « con la minaccia di gravi pene per gli editori » all'attività dei giornalisti non iscritti negli albi professionali o radiati dagli albi stessi. Le applicazioni pratiche le vedremo poi. Intanto Nenni ha da far fronte al nuovo attacco del democratici cristiani, volendo il Popolo rintuzza l'accusa di « sporchi giornali > rivolta ai quotidiani italiani colpevoli di avere pubblicato del congresso socialista dì Pari;! solo noti zie di agenzie una altre a di sposizione non ce n'erano). Il Popolo, avendo spulciato nel Popufaire il testo integrale dei discorsi di quel congresso, vuole deplorare a sua volta molte singolari lacune ebe neppure l'Aranti ha creduto opportuno di colmare. Infatti, nei resoconti dell'Aranci Invano si cercherebbe la seguentefrase del discorso del vice- o e a i i i i e o o e o, a e o i, atee- Presidente del Consiglio italiano riportata testualmente dall'organo parigino; « Nel prossimo novembre speriamo salutare la nascita della repubblica italiana, che sarà democratica e socialista. Allora i nostri due popoli ricongiunti vedranno le due rosse bandiere balzare l'una incontro all'altra ». « Se può non fare meraviglia che il vice-Presidente del Consiglio ritenga non validi per i suol discorsi di oltre confino gli impegni da lui assunti nel palazzo del Quirinale di non pregiudicare la soluzione del problema istituzionale scrive il Popolo — interessa inveoe la srlitettezza con cui si dice finalmente quale è la repubblica che « a novembre > intende (o spera) instaurare in Italia: una repubblica non solo democratica, ma anche socialista, una repubblica delle bandiere rosse. Non contestiamo corto al socialismo il diritto di lavorare per una repubblica che abbia quella colorazione che meglio risponde alle ideologie marxiste. Rileviamo solo il singolare fatto che la chiarezza delle idee senz'ombra di reticenza su tale materia vale per i discorsi parigini a non per quelli italiani. Il socialismo vuole una repubblica socialista, ma non osa proclamarla nella carta stampata In Italia », L'organo della democrazia cristiana dice che non faremo un passo innanzi nel terreno della concordia costruttiva dei nuovi organismi istituzionali finché, usando due linguaggi, si vengono indirettamente a confessare fini direttamente inconfessatl. Ad un identico criterio è sostanzialmente ispirata una critica del Risorgimento Liberale al comunista Di Vittorio, che a Mosca ha asserito essere nostre « reazioni fasciste che si verificano in Italia contrarie a una giusta sistemazione della questione di Trieste ». La critica del Risorgimento suona cosi: e II sistema dei comunisti di considerare come reazionari, come fascisti, tutti quelli che non la pensano come loro è noto. Questa volta però Di Vittorio ha passato la misura. Ma crede veramente, 11 segretario della C.G.I.L., di parlare a nome dei lavoratori italiani allorché afferma che le manifestazioni per l'italianità di Trieste sono * reazioni fasciste ? ». O non converrebbe meglio un simile discorso a un rappresentante dei lavoratori jugoslavi ? ». LIrsshddggcnvleaispAzlvaG

Persone citate: Badoglio, Di Vittorio, Nenni

Luoghi citati: Italia, Mosca, Roma, Trieste