L'ultimo treno da Berlino

L'ultimo treno da BerlinoL'ultimo treno da Berlino Il 22 giugno 1941 fu il giorno in cui la guerra prese il suo vero volto, ebbe luogo lo schieramento definitivo. M»ntre cominciava clamorosam nte l'assalto tedesco alla I usala, e Churchill ricordava alla radio l'alleanza del 1914, quelli della nostra generazione che non avevano piegato, ripensavano il conflitto in termini di democrazia, e riprendevano alfine le vecchie posizioni Ideologiche tradite dal fascismo. Il 1° settembre 1939 avevamo atteso, col cuore in gola, l'annuncio che la macchina che doveva distruggere-11 nazifascismo era In moto per liberarci, cancellando la vergogna di Monaco; ma l'inverno 1939-40, con Chamberlaln e Daladler, la Norvegia e la Finlandia, la quiete lungo la Maginot, rappresentava ancora una strana guerra di popoli sazi e stanchi e di meschini Intrighi; nè, poco di poi, il crollo belga e francese potevano rianimarci. L'entusiasmo rinacque nell'autunno 1940, con la resistenza della roccaforte britannica, ma l'enigma russo disegnava sempre un'ombra sul quadro. Hitler, In quell'alba di giugno, dissipò le nebbie, e segnò il suo destino. In quali condizioni era allora la Germania? Howard K. Smith ce ne dà un ragguaglio di estremo interesse. In iMst trdin from Berlin (New York, ed. Knopf, 1943) egli ci presenta « ciò che la guerra con la Russia ha fatto della Germania » fino al dicembre 1941. Ma la sua analisi risale al 1936, quando lo Smith, studente squattrinato, aveva scelto la Germania, il paese più a buon mercato, come campo di osservazione politica. I fatti anzitutto, e controllati personalmente: ecco 11 motto degli americani. Sarà mai il nostro? Nel 1936, le apparenze erano buone: prosperità, ed inquietanti : preparazione militare diffusissima. Ma il tenor di vita, esaminato da vicino, segnava un regresso. Hitler aveva reagito alla depressione del 1933 con il gigantesco sviluppo dell'Industria di guerra; alla rd a a o e a i i i e riduzione del consumi facendo dello Stato 11 grande consumatore. I salari erano stabilizzati al livello 1933; la capacità di acquisto della massa, contratta. Tutti avevano un Impiego,, è vero, ma a condizione di lavorare per la guerra, di fare la guerra, polche la disoccupazione era stata eliminata solo per questa via, che conduceva alla catastrofe. Intanto che la cuccagna degl'Industriali e del gerarchi nazisti, si organizzava qual'era il pensiero del popolo? Esso non avrebbe voluto la guerra afferma recisamente 10 Smith, ma. fu. prontissimo a farla per quell'Istinto di gregario e di militarista che è pel tedesco una seconda natura. L'altalena politico diplomatica che precedette l'aggressione della Polonia aveva istupidito 11 paese il quale passava dalla esaltazione allo sconforto nervoso. I ricordi del '14-18 giocavano in alcune classi, regioni, generazioni, in senso contrario alla grande avventura hitleriana. La propaganda sportiva, pornografica, militarista, razzista, tambureggiava continuamente quel poveri crani, ma un oscuro Benso di timore persisteva. Il grafico dell'entusiasmo toccò la maggior altezza 11 giorno dell'armistizio con la Francia: perchè si credeva che la guerra fosse finita. Gli addobbi che nel luglio 1940 dovevano accogliere 1 reduci, si sfaldarono senz'aver servito: Churchill teneva duro. Per la campagna contro la Russia erano state previste da sei ad otto settimane: dopo quattro 11 « Voelkischer Beobachter » parlava già delle « ultime riserve » di Mosca, ma le lettere al soldati, ritornavano In gran numero con la stampiglia « morto ». Si tentarono le solite falsificazioni delle c atrocità » bolsceviche, utilizzando persino fotografie del 1920, e camere di tortura confezionate per le visite del giornalisti venduti. Invano. Il Kremllno era c a portata di mano » e si ostinava a rimanervi. Alla fine del settembre 1941 la curva della depressione toccò il più basso livello: l'avanzata in [Russia continuava, l'attribuzione delle fabbriche russe agli Industriali, la colonizzazione del territori Bovietiq} si prospettavano, eppure tutti erano « stanchi a morte » del risultati inconcludenti del tre mesi di campagna. E 11 dott. Dietrich, capo della propaganda, lanciò il gran colpo: La guerra con la .Russia è decisa (10 ottobre); Lo sfondamento si allarga (11 ottobre); I/annientamento delle armate sovietiche è terminato (12 ottobre). Per mesi e mesi la favola della totale distruzione degli esercltl russi, fu pazientemente ripetuta. Ma lo. spirito popolare raffigurava un soldato germanico che, in trincea, mostrava agli avversari un cartello con sopra scritto € Russi, voi avete cessato di esistere! Firmato: Dr. Dietrich» e altre facezie fiorivano. A Natale, Rostov veniva sgombrata. ( Al momento in cui Hitler si metteva sulle- orme di Bona- e e!parte, la Germania aveva dato ai fondo alle rapine effettuate in i i a i r a e o i ta a inil e re e e e a neta me à noe a ma e e e o il aoosni are rel a tà uidi la Francia, Norvegia, Polonia, e l'offensiva coinclbe con un taglio delle razioni interne. L'impiego di una quantità di truppe assai superiore a quello delle altre campagne, divorò le ' riserve. Lo Smith calcola che cinque mesi di Russia siano costati ai civili tedeschi i 4/5 della loro razione settimanale di carne. Le sigarette, l'alcool, le calzature, ecc. ebbero la stessa sorte, cosicché mancò la possibilità di spendere, per deficienza di beni da acquistare, fino ai 4/5 del salari. Erano finiti i tempi in cui calze di seta, cognac, armagnac, champagne, pellicce, piovevano a Berlino! Ai negozi vuoti corrispondeva una discesa nella produzione derivante dalla diminuzione del cibo e dalla depressione generale mentre ingigantiva 11 consumo: un semestre di guerra in Russia costava la produzione di tre anni In locomotive: se ne perdevano 20 al giorno. Ancora una volta, in termini industriali più che militari o politici, l'avanzata in Russia era un cattivo affare. Lo spazio difetta per estrarre dallo Smith la brillante cronaca del Walhalla hitleriano al tramonto, e mi auguro che il libro, serio quanto pittoresco, Bla tradotto. Ma già nel '41 i fenomeni che abbiamo conosciuto noi pure: l'irritabilità, l'ostruzionismo burocratico, 11 disfacimento morale e finanziario di quella piccola e media borghesia che costituì la < massa » delle camicie nere e brune, e lavorò a profitto della più bella schiera di vecchi e nuovi plutocrati che si sia mal vista, da Ley, re di certi articoli di gomma, a Goering, sovrano dell'acciajo, erano evidenti. E giustamente preoccupato si mostra lo Smith della giovinezza hitleriana, delle generazioni allevate xell'ignoranza, nell'odio, neH'lL.perlallsmo, che saranno la grande incognita del domani. Come sempre accade quando le cose vanno male, gli ebrei furono chiamati a espiare: predisposta in settembre, la grande deportazione fu eseguita In ottobre. Lo Smith nota le resistenze psicologiche alla propaganda, la mediocre presa delle argomentazioni Infami o sciocche, la brutalità dell'operazione, e racconta il suicidio dell'attore cinematografico Joachlm Gottschal, che, sposato a un'ebrea e con un figlio che dpvevano seguire la sorte comune, preferì uccidere i suol cari e fu trovato morto con loro. (Per singoiar destino, Goebbels e la sua famiglia perirono in condizioni analoghe, quattro anni dopo). Già nell'autunno 1941, H. K. Smith, vedeva la fine del nazionalsocialismo: dissoluzione Intestina del partito, conflitto con tre lorje organizzate; i