L'inquadramento degli statali di Emilio Giorgi

L'inquadramento degli statali L'inquadramento degli statali defoord'racodifoIdiVEgTsodstfrDa quanto si è detto e Bcritto a proposito dell'Associazione generale dei difendenti ckt.io Stato, di fresca costituzione, se ne dovrebbe dedurre cne, oltre a proporsi compiti molto più vasti, la nuova associazione non ha intenzione di ricalcare le orme dola vecchia che ha sempre evolto una piuttosto generica funzione assistenziale più che la conoKta tubella degli Interessi del propri nappi esentati, o quanto meno, una azione tendente a portare anche nella burocrazìa lo spirito innovatore delia Rivoluzione. Io non ho a mia disposizione le statistiche che riguardano la defunta associazione, ma, anche se le avessi, servirebbero a confermare, anziché a smentire, la mia afférmazione. Ohd ha avuto modo nel pai_ palo di seguire da violino l'attività, sa che spésso, troppo Bpeaso, l'associazione fu un diaframma, anziché l'organo di colile gamento fra 1 dipenli-entl statati e lo Stato. Raramente era possibile fare qualche cosa di concreto, o vi Bi riusciva, solo dopo peiiglioBe peripezie, perigliose per chi ne assumeva l'iniziativa, specie quando si offriva 11 pretesto per dichiarare intac Rata una disciplina che era divenuta anche In questo campo un'arma nelle mani dei nemici del Fascismo. E ciò per la stessa costituzione organica della associazione. Anch'essa risenti infatti degli Inconvenienti delle nomine dall'alto, effettuate generalmente fra i papabili per benemerenze politiche o patriottiche, più che per provata capacità, e sensibilità politica, o ira gli stessi alti gradi della burocrazia. Era. naturale che costoro pensassero più alla propria carriera politica amministrativa che a difendere gli interessi dei propri rappresentati ed a fare quanto sarebbe stato necessario per combattere l'Incompetenza, 41 misoneismo, l'ostruzionismo massonico. Altrettanto naturale ' che chi cercasse di smuovere costoro dalla loro apatia avesse la peggio. Ora, a meno da quanto ap pare dalie prime assemblee, la nuova associazione sembra orientata verso il netto superamento (Mia prassi precedente. Si deve convenire che anche in questo campo è necessario sostituire alia struttura rigidamente autoritaria una struttura che concilili te esigenze delle nomine dall'ai to con quelle delle nomine ual basso. Non si vede, ad esempio, perchè le nomine delle gerarchie intermedie, dal fiduciario di categoria fino al fiduciario provinciale per gJ organismi periferici e fino al grado analogo per gli organismi centrali, non possano avvenire dal basso mediante elezioni, similmente a quanto avviene per le commissioni di Fabbrica e per i comitati direttivi delle Unioni sindacali Può darsi che dagli amatoi di etichette sia fatta la questione della politicità, dell'associazione, come già è stata fatta per l'organizzazione sindacale, ma, come par l'organizzazione sindacale, anche qui la questione è insussistente, perchè l'associazione è politica in quanto poggia, uè potrebbe essere diversamente, sui principi della Re- fubblica Sociale (che sono poi principi della rivoluzione politica e sociale del secolo, sia detto con la speranza che i •ignori della po.itioità riescano ad intenderci), è apolitica in quanto inquadra tutti, senza distinzione ideologica, ì dipendenti dello Stato. Il problema rientra, naturalmente, in quello più vasto delia riforma deia burocrazia, già impostato molto prima del 25 luglio, ma che il 25 luglio e l'8 settembrie hanno portato sotto ogni punto di vista a maturazione. Mi sembra comunque che, dando a-4'associazione del dipendenti dello Stato una struttura che ne garantisca l'efficienza ei compia un primo passo ancne verso la riforma della burocrazia. Articolandola, mediante l'immissione di nuove energie, si potrà in breve tempo arrivare anche affla rimozione di mentalità e di posizioni precost'tutte che sono sempre state e sono tuttora di grave ostacolo alo snellimento degli organismi burocratici ed al rinnovamento dei quadri. Si deve dare la possibilità cui dipendenti delle pubbliche amministrazioni di tutelare direttamente i propri interessi e di difendersi dagli abusi e dai soprusi del dirigenti ancora imbevuti di spirito antisociale e reazionario. Si deve promuovere, attraverso l'associazione, la collaborazione dei dipendenti dello Stato per il rinnovamento della burocrazia. L'associ azione deve naturalmente anche, e direi soprattutto. Intervenire nella revisione dei quadri e nelle nuove nomine, a proposito delle quali bisognerà, a tempo e luogo, affrontare seriamente il problema del concorsi e rivedere radicalmente 1 criteri dell'avanzamento (ma su questo che è il nocciolo del problema cara opportuno ritornare). Non ci si deve nascondere che molte cose sono andate maite nella burocrazia, aia al centro che alia periferia, perchè 11 misoneismo dei dirigenti ha sempre volutamente respinto il contributo delle energie migliori. Valevamo una burocrazia rivoluzionaria ed avevamo dei quadri borghesi. Volevamo che la burocrazia fosse permeata dal senso de lo Stato ed avevamo annidate nei quadri dirigenti (ma non le abbiamo in parte forse ancora?), auspici la massoneria, l'affarismo, la corruzione borghese, le forze della disgilegazione. A questo si deve se il problema della burocrazia non potè mai essere riso! dLaFgvdlaintolelaclamgscacNsGhdthdLEmVcLcfsgqUntsdhssoDLnzsCafRDpdcdtgsènps to. A questo e ai mancato intervento del Partito che divenne impotente contro di es aa il giorno in cui la diede la tessera. Perciò non bisogna ricade' re nei vecchi errori. Soprattutto non bisogna ricadere nell'errore di totalizzare tutte le responsabilità senza avere la possibilità materiale di assumerle. Lasciamo ad ognuno la propria. Mettiamo in grado 1 dipendenti dello Stato di combattere da sè i nemici dello spirito sociale cne da vent'anni ci sforziamo di tradurre nella realtà dello Stato e che le forze della reazione hanno sempre subdolamente osteggiato. La reazione, anche qui duna a mai ire, avrà allora finalmente la peggio. Allora soltanto, anche qui, si capirà che i nemici del Fascismo sono i nemici del paese, 1 nemici del popolo, 1 nemici dell'Italia. Emilio Giorgi

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