Nasce la casa d'accoglienza dei padri divorziati

Nasce la casa d'accoglienza dei padri divorziati UNA SOLUZIONE PROVVISORIA PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ DI RELAZIONE CON I PROPRI FIGLI Nasce la casa d'accoglienza dei padri divorziati Progetto a Bolzano: un aiuto ai genitori con problemi economici legati alla divisione Luigi Ruggera BOLZANO Una casa d'accoglienza per i padri divorziati, o almeno per quelli alle prese con problemi economici legati al divorzio: la proposta, unica in Italia, viene da Elio Cirimbelh, presidente e fondatore dell'Asdi, l'associazione per l'assistenza a divorziati e separati che ha sede a Bolzano. «La casa - spiega Cirimbelh - servirà ad offrire una soluzione provvisoria a chi si è diviso ed è in una situazione di emergenza abitativa. Bisogna infatti garantire ima sistemazione temporanea e dignitosa al padre che si deve allontanare da casa ed è necessario per permettere una continuità di relazione con i figli, assicurando soprattutto a loro il diritto di vivere il rapporto con il padre all'interno di un apparta¬ mento. Il progetto - continua il presidente dell'Asdi - avrà quindi lo scopo di salvaguardare, all'interno dell'ambiente di vita, l'equilibrio psicologico e fisico dell'individuo ed il sostegno per chi si trova a vivere un passaggio estremamente doloroso della propria vita». L'iniziativa della casa, in fase di progettazione, sarà accompagnata dalla nascita di un «Gruppo padri separati», per offrire sostegno e raggiungere l'obiettivo dichiarato di Cirimbelh: «Avere pari responsabilità e identica dignità nell'essere genitori e nella possibilità di stare con i figli, anche se questi, nella grande maggioranza dei casi, sono affidati alle madri». Un'iniziativa analoga, questa, ad un'altra introdotta dalla stessa associazione di Cirimbelh a Bolzano: il Centro di mediazione familiare, dove operatori specializzati cercano di smussare i contrasti tra coniugi separati o in via di separazione. Se proprio in Alto Adige cresce in maniera costante, di anno in anno, il numero delle separazioni (712 coppie nel 2001, il doppio rispetto a dieci anni fa), Cirimbelh è particolarmente attivo nel cercare di far garantire diritti ai divorziati. Anche in ambito ecclesiale: lui, divorziato risposato e cattolico praticante, ha più volte esposto le proprie convinzioni in televisione alla trasmissione «Il fatto» di Enzo Biagi. L'ultima apparizione su Rai Uno ieri sera in merito alle dichiarazioni di Giovanni Paolo II sui divorziati. «Le regole della Chiesa sono con noi severissime - ha affermato Cirimbelh da Biagi - ma vanno rispettate. In particolare, ciò che più mi pesa è la negazione dell'eucarestia». Lo stesso presidente dell'Asdi, del resto, due anni fa si era recato in Vaticano per incontrare il Papa al quale aveva consegnato una lettera che conteneva la «Preghiera del cristiano divorziato-risposato». Ma Cirimbelli si muove anche sul fronte politico istituzionale, ha discusso i problemi dei divorziati con il sottosegretario alle politiche sociali. Grazia Sestina Cirimbelh ha illustrato un progetto per l'istituzione di un tribunale unico per la famiglia, chiedendo l'istituzionalizzazione, già realtà già in Alto Adige, del servizio di mediazione familiare. In quell'occasione aveva inoltre presentato una proposta per istituire un fondo di rotazione per anticipi di contributi per figli di genitori separati o divorziati che si trovano in grave difficoltà.

Persone citate: Biagi, Cirimbelli, Elio Cirimbelh, Enzo Biagi, Giovanni Paolo Ii, Progetto

Luoghi citati: Bolzano, Italia