L'ancora giù, donaro super In Germania riaffiora la fiducia di Roberto Ippolito

L'ancora giù, donaro super In Germania riaffiora la fiducia DOMANI SI RIUNISCE LA ÉED, MA NON SI PREVEDE UN CALO DEI TASSI USA L'ancora giù, donaro super In Germania riaffiora la fiducia Roberto Ippolito ROMA Marcia trionfale nelle tasche. Calvario nei mercati finanziari. Precipita l'euro, ormai subentrato a dodici monete. Il dollaro continua a spingerlo verso il basso: insomma sempre più superdollaro e minieuro. Nella giornata di ieri la moneta unica cala fino a quota 0,8567 nei confronti del biglietto verde, risalendo poi lievemente (0,8590 alla chiusura in Europa contro 0,8654 di venerdì scorso; 0,8616 a metà giornata a New York). Si tratta del minimo del 2002 e del livello più basso dal 18 luglio. All'inizio di gennaio, quando le nuove banconote sono entrate in circolazione, l'euro valeva 0,9066 dollari. Da allora si è deprezzato del 5,407o. Inoltre dal primo gennaio 1999, momento del debutto per l'utilizzazione non in contanti, al 31 dicembre 2001 ha perso il 250Zo. E arretra anche nei confronti dello yen, scambiato ieri a 114,69, minimo dell'anno. Il dollaro non manifesta però il suo strapotere solo nei confronti della moneta unica. Sfiora infatti la quotazione più elevata degli ultimi sedici armi nei confronti di un paniere di monete comprendente, oltre l'euro, anche lo yen, il franco svizzero, la sterlina, la corona svedese e il dollaro canadese. La debolezza della moneta unica riflette l'attuale debolezza complessiva dell'economia europea rispetto a quella degli Stati Uniti, ma anche le sue meno incoraggianti prospettive. Fra gli operatori è diffusa la convinzione di una ripresa più ravvicinata negli Usa. Giovedì scorso Alan Greenspan, presidente della Fed, la Federai Reserve, ovvero la banca centrale americana, per la prima volta ha segnalato l'imminente uscita della congiuntura dalla fase negativa. Un sondaggio condotto dal quotidiano «Usa Today» fra 53 economisti conferma la previsione di una ripresa vicina, ma con bassi ritmi di crescita. Non ha dato uno scossone all'euro nemmeno il rialzo a gennaio dell'Ifo, l'indice che misura la fiducia delle imprese della Germania, oggi molto depressa. Rodrigo Rato, ministro delle finanze spa- gnolo e presidente di turno dell'Ecofin (il consiglio dei ministri europei dell'economia), afferma che «probabilmente sia la Spagna che il resto dell'Europa registroranno il loro punto più basso nel primo trimestre 2002» ipotizzando la ripresa per la seconda metà dell'anno. «La sensazione è che le attese di ripresa in Europa siano sovrastate da quelle per gli Stati Uniti» osserva Lorenzo Codogno, senior economist della Bank of America a Londra. A fronte della prevista imminente ripresa americana «quella di Eurolandia appare più lontana nel ♦empo e meno consistente» incalza Tony Norfield, capo della ricerca sul mercato globale dei cambi dell'Abn Amro a Londra. Nonostante il recupero di fiducia delle imprese, restano molto incerte le prospettive della Germania che sta condizionando negativamente l'intero continente. C'è attesa per i dati più aggiornati sull'andamento dell'economia tedesca. Ma sembra prevalere l'idea che né la Fed, riunita domani, né la Banca centrale europea, riunita il 7 febbraio, toccheranno i tassi. Per quanto riguarda gli Stati .Uniti la decisione verrà presa dopo la divulgazione oggi dei dati congiunturali: fiducia dei consumatori e ordini di beni durevoli a dicembre. Per quanto riguarda l'euro, la Bce sembra avere come priorità la stabihtà dei prezzi. E' alto, benché stabile, l'aumento della massa monetaria M3, ovvero della liquidità. L'incremento di dicembre è pari all'8%, come novembre ma poco meno deUe previsioni. Questo avviene, sottolinea la Bce, «in un contesto economico e finanziario caratterizzato da grande incertezza». Con un'elevata liquidità risulta ovviamente difficile la riduzione dei tassi che alimenterebbe timori per l'inflazione. Ma quale sarà il futuro deh'euro con l'arrivo della ripresa america ((più veloce del previsto», come puntualizzato la scorsa settimana dal governatore della Bundesbank, la banca centrale tedesca, Ernst Welteke? Circolano previsioni opposte: c'è chi pensa a un'ulteriore discesa della moneta unica e chi pronostica la possibilità di arrivare alla parità con il dollaro in tempi ravvicinati. Le imprese seguono con molta attenzione l'evolversi dello scenario intemazionale. Venerdì scorso a New York il presidente d'onore della Fiat Giovanni Agnelli ha fatto pre sente che (di problema dell'Euro pa sarebbe un euro forte perchè un euro debole ci consente di lavorare e facilita le esportazioni». Romano Prodi

Persone citate: Alan Greenspan, Ernst Welteke, Giovanni Agnelli, Lorenzo Codogno, Rodrigo Rato, Romano Prodi, Tony Norfield