Critica anche a Praga la situazione dell'arcivescovo
Critica anche a Praga la situazione dell'arcivescovo Critica anche a Praga la situazione dell'arcivescovo Si accusano I sacerdoti di essere traditori (Nostro servizio speciale) Praga, 29 dicembre. Si era sparsa ieri in città la voce che anche l'arcivescovo di Praga stava per essere arrestato dalla polizia. Martedi scorso ricorreva il genetliaco sia di Stalin sia dell'arcivescovo di Praga, che compiva 60 anni; e la polizia temeva che le organizzazioni cattoliche (l'ottanta per cento della popolazione cecoslovacca ò di religione cattolica), volessero inscenare una manifestazione in onore dell'arcivescovo, sia per rispondere alle manifestazioni organizzate dai comunisti per festeggiare il genetliaco di Stalin, il cui ritratto era apparso nelle vetrine dei negozi della città, sia per protestare contro il discorso del ministro dell'istruzione, Negedl, il quale, proprio due giorni prima, aveva affermato che « la Chiesa cattolica deve tenere conto del fatto che due milioni e trecentomila cecoslovacchi su una popolazione di dodici milioni di abitanti — vale a dire quasi un terzo della popolazione adulta — sono iscritti al partito comunista. La Cecoslovacchia è quindi tanto cattolica quanto comunista, e la Chiesa cattolica deve prendere una decisione: o è con noi, o altrimenti non c'è più posto per lei fra di noi >. Il dissenso fra il governo e I vescovi cecoslovacchi negli ultimi due mesi era andato sempre crescendo a causa del « caso Plojar », che ha portato, proprio la settimana scorsa, alla confisca di ventitré giornali cattolici, che vengono ora pubblicati dai comunisti. H reverendo Plojar è 11 sacerdote cattolico che ha aderito al partito comunista e che si è presentato alle recenti elezioni politiche, sfidando II divieto dei suoi superiori che, riunitisi appositamente a Olomouc, lo avevano avvisato che se avesse accettato di en trare nella lista comunista (che è poi l'unica lista presentata alle elezioni), sarebbe incappato nella sospensione «ipso facto incurrenda». Eletto deputato, il reverendo Plojar è stato nominato ministro dell'Igiene e il suo vescovo lo ha sospeso < a divinis » facendo affiggere sulle chiese l'avviso di interdizione, che è stato però subito strappato da poliziotti in borghese. Il ministro Plojar ha giustificato la sua decisione sostenendo che in molti altri casi i vescovi cecoslovacchi avevano consentito al sacerdoti di svoL gere attività politiche, come avvenne per esemplò con monsignor Tiso, e che quindi la decisione presa ad Olomouc dai suoi superiori non era giusta e rappresentava un arbitrio, motivato dal timore che la presenza di mi prete cattolico nel governo comunista potesse spingere dalla parte del nuovo governo le masse cattoliche. A loro volta. vescovi hanno fatto notare proprio il precedente di monsignor Uso, il quale ha fatto una cosi brutta fine che aveva indotto a vietare per l'avvenire a tutti i sacerdoti cecoslovacchi di svolgere attività politiche, e che in ogni caso Plojar doveva, per disciplina e per dovere di obbedienza, accettare senza discutere il verdetto dei suoi superiori. Non sembra però probabile che il governo comunista pensi ora ad arrestare l'arcivescovo di Praga, tanto più che anche in Cecoslovacchia la notizia dell'arresto del Primate d'Ungheria ha prodotto profonda impressione fra i cattolici. D'altra parte non sembra neanche possibile che la Chiesa e il governo possano trovare un compromesso sui problemi religiosi, anche se recentemente il ministro dell'Educazione nazionale ha dato all'arcivescovo assicurazioni per quanto riguarda l'insegnamento religioso nelle scuole, dato che la Chiesa s'è ormai irrigidita sulle sue posizioni, ritenendo che ogni sua concessione servirebbe soltanto a far guadagnare tempo ai comunisti. E l'odierno comunicato dell'agenzia ufficiale cecoslovacca che dichiara: « Bisogna ormai considerare tutti i preti cecoslovacchi come dei traditori della patria» dimostra che anche il governo ha deciso di dare battaglia. e. a.
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