"Vittima d'un errore,, di Ercole Moggi

"Vittima d'un errore,, "Vittima d'un errore,, L'appassionata arringa dell'avv. Porzio che chiede l'assoluzione del Lo Verso (Dal ìwstro inviato speciale) Palermo, 11 dicembre. All' inizio dell' udienza, il Presidente ha dato la parola al giovane avvocato Francesco Porzio, del Foro napoletano. L'oratore, dopo aver fatto un quadro dell'imputato, definendolo il peggiore nemii co di se stesso, perchè non ha saputo difendersi nè in istruttoria nè al processo, si addentra subito nel controverso punto delle incriminate iniezioni. Quante esse furono? Se si riducono a due, a quella del 28 aprile e a quella del 4 maggio 1945, la causa è vinta, perchè sarebbe assurdo pensare che Lo Verso, volendo uccidere la moglie, inducesse i familiari, come di fatto li indusse, a convincerla a sottoporsi a queste due iniezioni, che egli credeva. necessarie alla salute dell'inferma. Fu in quella del 28 aprile che avvenne il fatale scambio di fiale? Ebbe la volontà di uccidere o si tratta di un disgraziato incidente? .Tutti nella vita di errori ne compiamo tanti di grandi e piccoli, secondo ci conduce la mano del destino, ma non tutti gli errori hanno funeste conseguenze. Ma l'uomo sembra portato al mondo per sbagliare. La storia ci addita grandi errori, quelli di ogni giorno sono di ordinaria cronaca E l'oratore, appoggiandosi a un testo francese sugli errori compiuti esclusivamente da medici e farmacisti, cioè da due cate- , pmc—illedl^cuslusddmdsSddglafidcnanztdamddapclocdppgorie che presiedono alla saijTute dell'umanità, cita errori . a!su errori, persino di mediciIs ; che hanno perduto la vita in- s sicme al paziente. Niente ha ;riparo in un errore di me- tl.moria. a , L'avv. Porzio deplora nel'prof. Guccione l'uomo assio-1matico, l'uomo che è partito contro Lo Verso. Preaidente (interrompendo) j— Il professor Guccione è una,illustrazione dell'Ateneo pa-|lermitano. . Porz^o — Io faccio tanto didlKversitaUmaVfrTrS^dffdTaR'oSclone non abbia chiarito in udienza un bel .niente che sia stato dubitoso e incerto in ta- luni punti e irremovibile e assiomatico in altri, come quando ha conclamato che con una dose di 50-60 centigrammi di mercurio la morte è certa in due o tre giorni, mentre una serie di trattati la danno pos- So m 3%m*J^iJZ.ÌZ£ do di venti giorni, anche quan- do la dose di veleno è mag- giore. Al capezzale della Ma- latto il marito chiamò subito fi prof. Serio, questi è un me- dico veramente idoneo che è citato dal trattato del Cecco-ni proprio nel capitolo degli avvelenamenti da sublimato, n prof. Serio trovò che le iniezioni di cloruro di sodio praticate dal Lo Verso erano indicate. Lo Verso non chiamò a quel letto solo il prof. Serio, ma 11, 12 medici, l'areopago della scienza locale e perciò il difensore si chiede: Lo Verso avvelena la moglie e chiama proprio tutti questi medici che constatino il suo crimine e lo denuncino? Doveva subito confessare il suo errore si grida all'imputato; ma egli non poteva e non sapeva raccapezzarsi in un tale frangente; . sospettò, ebbe il dubbio, pen sandoci e ripensandoci, Qui l'avv. Porzio, adden trandosi nella casistica degli avvelenamenti eia mercurio ri¬ 'ta, volume alla mano, decessi 1 avvenuti pure in Italia in soli 10 giorni, dopo una ingestione di 7 grammi di sublimato e j persino dopo 19 giorni, men, tre il prof. Guccione — escla|ma iromco l'oratore — li fa morire In tre giorni irrimedia- : hiimente ; Venendo a parlare del tentato suicidio del suo difeso, afferma che questi fu messo I alla disperazione e terrorizza \ to da quanto gli disse il prof. Guccione che allora non aveva trovato alcuna traccia, perchè l'autopsia era ancora da farsi. Il presidente su questo punto osserva — Il prof. Guccione disse semplicemente: Se si ì troverà il mercurio tu do : , «.orirp dulia tupaia, del vrai sparire aana taccia aei monao- L'oratore si avvia alla con clusione e dice: Ho assolto il mio compito senza allontanarimi dal processo. Le cose che o a e o i ¬ ho detto, le ho lungamente pensate, credo che non potrete vedere in quest'uomo un uxoricida, ma vedrete la vittima di un fatale errore di cui non seppe neppur egli rendersi subito conto. Quando? Come? I periti non hanno sapute darci la quantità del mercurio rinvenuto nei reperti. Vorrete voi della Corte distruggere la vita di un uomo che ha sbagliato involontariamente? Valutate 11 quadro delle circostanze che lo ho esposto e giudicate con intél-letto superiore e rispetto alla verità: assolvete LoTVerso ».vewia. Moui.cc r~ .'°T P??",^.*6 eatA-ta rinviata, a mercoledì. Ercole Moggi

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