Perchè il bimbo era vivo se la madre fu avvelenata? di Ercole Moggi

Perchè il bimbo era vivo se la madre fu avvelenata? Un quesito della difesa al processo Lo Verso Perchè il bimbo era vivo se la madre fu avvelenata? La Corte respinge la richiesta d'una nuova perizia clinica e tossicologica (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 6 dicembre. Stamane, guarito il giurato che aveva fatto sospendere il processo e uditi gli ultimi tre testi, doveva parlare uno dei due patroni di Parte Civile, cosicché essendo stato limitato dal presidente, come vuole la legge, a due arringhe di difesa e a due di Parte Civile oltre la requisitoria del Procuratore Gen., 11 processo avrebbe dovuto concludersi sabato. Ma un Imprevisto incidente sollevato dal difensore De Marsico, allo scopo di ottenere-una contrqperizia giudiziaria, ha forse fatto tramontare la possibilità, di una sentenza in settimana. E' stato però evitato un rinvio a nuovo ruolo, come forse sperava la. difesa. Di prima udiènza è stato udito il dott. Carlo Di Gregorio, specialista dermosifllopata che al Comando dell'Arma dei carabinieri di Palermo aveva rilasciato, come è noto, una dichiarazione in cui affermava risultargli di scienza propria che nel 1944-1945 in Palermo erano in vendita normalmente e non a prezzi troppo maggiorati, preparati di arsenobenzolo per le cure antiluetiche. Se ne trovava in parecchie farmacie che il teste cita. Questa deposizione viene quindi a distruggere le precedenti dichiarazioni del Lo Verso secondo cui il sublimato corrosivo gli serviva per le suddette cure antiluetiche. Gli ultimi testi Altro teste è il maresciallo dei carabinieri Servaino che fece un rapporto sulle indugi ni da lui personalmente fatte ?er constatare che nel 1943 e 945 gli arsenobenzoli erano reperibili: cita le farmacie che lo ragguagliarono su tale cir costanza. li'avv. De Marsico si oppone che questi rapporti del Comando del carabinieri e dell'ispettorato di P. S. siano allegati al processo. L'opposizione della difesa però giunge superflua perchè tali rapporti sono stati confermati dai testi già ascoltati. La Corte si ritira e al ritorno respinge l'incidente. L'aw. Romano pure della difesa annuncia cheli suo consulente tecnico calligrafico ha rinunciato all'incarico e vorrebbe se ne nominasse un altro. Presidente: — Troppo in ritardo. Doveva rinunciare tempestivamente. Ha altre richieste da fare la difesa? Desidero che oggi parli un rappresentante della Parte Civile. L'aw. De Marsico a questo punto tocca un altro tasto. L'istruttoria secondo lui è stata monca, incompleta dal lato delle perizie. Dice che si doveva farne una clinica e una tossicologica; se ne è fatta invece una sola da parte dei proff. Guccione e Olivieri; occorreva un patologo che avesse studiato il decorso della malattia della Malatto e un tossicologo che avesse giudicato sul dosaggio del veleno rinvenuto nel cadavere. Contro il dottor Lo Verso — dice l'avvocato — c'è stata una prevenzione e quindi domanda che la verità scientifica sia ricercata e proclamata. Proseguendo, l'oratore accenna nuovamente al mancato dosaggio almeno approssimativo del mercurio rinvenuto nella Sofia Malatto e si addentra diffusamente, in ! argomento di tossicosi da iHiiMiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiimiiiitiiiiiiiBi i 6 e . a , o i a e o i à e o i a o e e 8 l mercurio sulla scorta di una ampia documentazione rilevata dal trattati di patologia e di medicina legale italiani, francesi e austriaci. In sostanza si domanda: si è trattato di una enorme dose di mercurio c di una dose irrilevante la quale non poteva causare il decesso della Sofia Malatto che fu dovuto ad altra causa? Ha sofferto la Malatto una tossicosi gravidica preesistente a quella mercuriale dovuta all'errore del dott. Lo Verso? L'oratore si riporta alle deposizioni dei professori Serio, Pavone e Giacone che visitarono la Malatto, secondo la difesa, prima del fatale scambio di fiale e diagnosticarono una tossicosi gravidica cosicché l'errore del dott. Lo Verso non sarebbe stato la ■ causa unica e principale della morte della povera Sofia. C'è, aggiunge l'avvocato, un teste in questa causa che nessuno ha interrogato, che è sfuggito all' attenzione di tutti: queir embrione, queir essertóo che venne estratto vivo; e allora, se si tratta di un'iniezione venefica unica o di iniezioni continue, come sostiene l'accusa, come mai la creatura era viva? Ma un feto signori non è un oiondolo, è un corpo vivo che partecipa alle vicende patologiche e fisiologiche dell'organismo materno.' E se questo organismo era distrutto perche quell'esserino era vitale? Io domando: «Quali sono i rapporti tra madre e feto nel periodo della gravidanza in un caso di avvelenamento da bicloruro di mercurio? In quale periodo il tossico si arresta all'organismo della madre prima di giungere al nascituro? Ancora il mercurio Presidente — Quanti giorni durano questi due periodi? De Marsico — Questo voglio chiedere appunto anch'io perchè non lo sappiamo nè io nè lei. Il prof. Giaccone l'ostetrico che operò l'interruzione non ha trovato nulla di anormale nella placenta, ma come mai ciò dopo le tre o quattro iniezioni venefiche di cui si accusa il dr. Lo. Verso ? L'oratore conclude ricordando una serie di errori giudiziari di indizi in materia di avvelenamento per dedurne che in una causa come questa nulla deve risultare approssimativo o dubbioso perchè i giurati hanno tra le mani la vita di un uomo. Il Collegio di difesa ha riassunto le varie richieste di chiarimenti alle quali dovrebbe rispondere il Collegio paritetico di periti, in 4 fogli formato protocollo che ha presentato alla Corte. À questa richiesta globale si sono opposti il P. G. e l'aw.to Gullo per la P.C., notando che durante la prearringa di De Marsico è sorto il dubbio che questi non avesse assistito alle deposizioni sia del periti che dei testi medici che visitarono la Malatto. « In udienza — dice Gullo — non sono fatte mai richieste speciali nè espressi dubbi o rilievi; le osservazioni sono giunte ora sul finire del dibattimento. Alla tesi dell'avvelenamento da mercurio aderirono i periti e persino il consulente tecnico della difesa che ha reso anche omaggio alla probità e alla scienza del professor Guccione. Che l'avvelenamento sia stato volontario o per errore lo si vedrà nella discussione, nelle perizie sono state accettate le risultanze senza muovere proteste o sollevare incidenti. Qui noi ci battiamo per l'avvelenamento commesso da Lo Verso e non per quelli ricordati da De Marsico in Europa sulla scorta dei trattati. Egli ha persino ricordato la condanna di un farmacista parigino la cui innocenza fu riconosciuta dalla scienza dopo 30 anni. Se si volesse fare della ironia domanderemmo se la difesa desidera per chiarire la posizione dell'imputato un'egual tempo. Dei processi lontani e oscuri non ci occupiamo, ci occupiamo di questo nel quale la difesa si destreggia si sposta gira e cambia date. Lo imputato dopo di aver negato in un primo tempo di avere iniettato sia a scopo terapeutico che per errore la soluzione di mercurio, quando seppe che le tracce di questo veleno erano state rinvenute nel cadavere ammise lo sbaglio con una di quelle fiale contenenti 1 grammo di mercurio destinate alla lava'ura dei pavimenti alla disinfezione dei ferri chirurgici e alle cure antiluetiche. Dopo tante bugie Dopo tante bugie che vanno fino alla saldatura delle fragili ■ fialette a mezzo' di un saldatore da gasista è arrivato oggi | il prof. De Marsico a spostare, il problema, osservando che il mercurio non ha causato la morte di Sofia Malatto. Sonol stati interrogati i periti ed i| medici come testi anzi Pavone. Serio e Giaccone due volte.1 Tutti hanno dovuto ripiegare sulla diagnosi del prof. Cusenza cioè sull'avvelenamento da mercurio, affermando che non potevano credere all'ipotesi di un delitto, o di un errore da parte del loro collega che stimavano. Se voi tremate per l'imputato r-r conclude l'aw.to Gullo — noi tremiamo per la serietà della scienza e della giustizia. Il P.G. ha osservato che la procedura è stata rigorosamente osservata e stava citando gli. articoli del Codice, quando 11 presidente lo ha interrotto dicendo: Li conosco li conosco. P. 6. — Per legittimare una nuova perizia occorrono nuovi fatti e nuove circostanze, tutt'al più la Corte potrà interrogare nuovamente i periti per altre delucidazioni e chiarimenti. La Corte si ritira; al rientro il presidente legge l'ordinanza con la quale respinge la richiesta della nuova perizia salvo a citare il perito prof. Guccione per l'udienza di domat tùia Ercole Moggi Rc

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