Gli scioperi del "Diavolo"

Gli scioperi del "Diavolo" Gli scioperi del "Diavolo" Intervista con Giuseppe Massarenti, tornato ottantenne fra la gente di Molinello da lui educata alla libertà per olire vent'anni MOLI NELLA, dicembre. A Mar morta mietevano il riso quando dai paese arrivò trafelata la commissione. Alt. donne, al sciopera. Un'ora di sciopero: di solidarietà (con chi e per che cosa quelli non seppero spiegar bene, l'ordine era appena venuto dalla città). Cominciava a piovere e la risala già s'imbeveva di tetro umore. Le donne dissero di no, che non volevano scioperare, perchè era tardi; tanto valeva tirare avanti e finire, prima che la pioggia aumentasse. Oli uomini della Commissione comandarono allora di smettere, — come si può comandare, sì intende, a delle risaiole mollnellesi che si drizzano stanche e ti guardano in faccia, con una mano su un fianco e il falcetto sull'altro. Alla fine gli uomini, per arrestare le sabotataci, calpestarono Q riso ma le sabotarne! tirarono avanti, preoccupate soltanto della pioggia. Fu in quella occasione che il vecchio Bagni, tenuto responsabile della mancata compattezza dello sciopero, si buscò 11 primo cicchetto del tempo democratico. Bagni è un collocatore di mano d'opera che gli squadristi una volta legarono a una sedia lasciandolo all'aperto per tutta una notte d'inverno, perchè si decidesse a firmare l'iscrizione nei sindacati fascisti, ta mattina lo trovarono mezzo assiderato, ma non firmò. Quando quelli della Commissione riferirono al « Maestro > sui fatti e chiesero un parere, 11 < Maestro » replicò con dolcezza che erano delle bestie e che le donne avevano più buon senso di tutti loro. Il «Maestro» è Giuseppe Massarenti, tornato finalmente da Roma ta mezzo a questa gente da lui amministrata ed educata alla libertà per oltre vent'anni. Massarenti ha superato l'ottantina, è povero come quando parti per il carcere e 11 confino, e invece delle case che 1 molmellesi gli offrivano ha scelto per abitazione un ambulatorio in disuso, dentro all'ospedale del paese. Gli scioperi di Massarenti furono celebri in tutt* Italia, un consulto di lui sugli scioperi e le lotte d'oggi ha ancora autorità. « La differenza è questa — dice il vecchio. — Allora noi ragionavamo, adesso obbediscono. Uno sciopero non era una cosa da accettare all'lm- Sravviso e all'ultimo momen), senza averla prima ragionata. Eravamo magari degli anarcoidi, — e sorride — qualche volta ci ribellammo agli ordini della brava Argentina Altobelli che era a capo delle leghe contadine. Ognuno aveva la responsabilità delle proprie azioni, e la responsabilità derivava dall' individualità di ciascuno... Non c'era tanta burocrazia allora, non esisteva nemmeno una confederazione del lavoro divisa, come si di' ce adesso?... per catogoriot ». E3 si rivolge ai nostro accompagnatore che fa cenno di si col mento, senza spostarsi di un centimetro. Costui è un molinellese anziano e robusto, siede vicino al letto, col cappello calato sulle orecchie, dritto e tosto come un turacciolo. Beve le parole del < Maestro ». < CI nutrivamo di idee nuove, che venivano dal Belgio, da Londra, da Parigi... Volevamo fare di Molinella l'avanguardia del movimento popolare italiano, europeo... Il successo si profilava lontano per noi; adesso sembra imminente, tutti hanno fretta... Noi eravamo più idealisti, più disinteressati; la lotta era dura, ma franca, non si verificavano violenze incontrollate. Appunto per quella responsabilità, quella coscienza dell'individuo... si rinascono, camuffati, tutti gli egoismi borghesi ». Proprio nelle risaie di Marmorta un ricco proprietario aveva seminato una nuova specie di riso che cresceva rigogliosissimo, aito 11 doppio delle piante usuali e che richiedeva perciò un dóppio lavoro a mieterlo. Sempre per la medesima paga: bassa, di fame. Massarenti chiese un a i Mento per i suoi, ma l'orgoglioso « agrario » si rivoltò all'idea di ricevere una commissione di operai. «Cosa? — gridava sbalordito. — Una commissione? Ma qui comando io,, io so no Dio In terra per loro». le lag<5*per l'Eni: Scoppiò lo sciopero e presto di"" ili a. Dio-in-terra non cedeva, il Diavolo (cosi gli avversari chiamavano Massarenti) teneva duro, il riso marciva; finché una sera due scioperanti andarono ad appostarsi nella valle, dove Dio-in terra sarebbe passato come il solito. o Avvertito a tarda ora da un ragazzo, Massarenti si cambiò le scarpe e s'inoltrò nella palude, con l'orecchio teso, se mai udisse uno sparo. Camminando, Massarenti si mise parlare ad alta voce col ra- §azzo; diceva dello sciopero, elle ragioni dei lavoratori e del torti dei padroni, e come le ragioni si potessero presto convertire in torti, per gli errori di certuni... Fini che 1 due, che avevano udito, appiattati, 11 discorso, saltarono fuori e consegnarono i fucili: « con un sospiro di sollievo, quasi si fossero liberati da un peso », ricorda Massarenti. Foco dopo Dio-in-terra passava come il solito per quel sentiero. Sì* morto non molti anni fa, senza aver mai saputo che proprio il Diavolo gli aveva salvato la vita. Fresi da quel machiavellismo che 1 tempi.ci hanno insinuato nel sangue, chiediamo se non era meglio raccontare tutto, nell'interesse dell'Idea socialista, allora tanto contrastata e calunniata. Il vecchio corruga la fronte, non capisce: < Dirlo, e perchè? Per mio vantaggio, no; era un mio caso di coscienza... Per lui e per gli altri? Sarebbe stato un inquinare, col sospetto di un ricatto, la nostra azione. No, no ». Eppure questo vecchio non è stato un utopista; ha costruito case, scuole, cooperative, ha lasciato un segno molto concreto nella storia del movimento operaio. La responsabilità e l'individualità. L'obbedienza che segue al ragionamento. Il disinteresse e la libertà. La lotta e insieme la lealtà, Sono forse astrazioni che non possono più essere richiamate in terra? Su questa terra, d'oggi, che è percossa da odi pesanti ma anche giustamente « lavorata *, conviene ammetterlo, da ima tecnica dell'or» ganteazione e della lotta so* ciale più complessa e più spregiudicata che allora non fosse, secondo l'imponenza delle masse moderne, e la molteplicità e intensità stesse delle questioni che le riguardano? Olà. Eppure non farebbe male a quelli che e1' igono la politica in Emilia e altrove, una visita, magari collettiva e in torpedone, all'ex-àmbulatorlo dell'ospedale di Molinella. Giorgio Vecchietti Giuseppe Massarenti

Luoghi citati: Belgio, Emilia, Italia, Londra, Molinella, Parigi, Roma