Uccel di bosco di Paolo Monelli

Uccel di bosco Uccel di bosco Arnaldo Granosi -è scap- pato di prigione;' Buon1 prò gli faccia; in prigione ci sia- ino restati noi. 'i^eteTmai pò- sto mente alle sbarre entroicui si rinchiude la nostra cosiddetta civiltà, alla somma di tutti i balzelli, ì divieti, le scomodità, gli obblighi che la società ci impone per difendersi da delinquenti," da ladri, da cittadini indisciplinati che, per molti che. siano, sono sempre una esigua minoranza, una minima percentuale rispetto .ai cittadini onesti, disciplinati, ossequiosi alle leggi? Ho già avuto occasione di descrivere la meticolosità, la pignoleria, le macchinose cautele di certe amministrazioni dello Stato (e ho citato ad esempio la più lum acosa, quella delle poste e telegrafi) per difendere un soldàreìlo; la trafila per cui dep}'' pas* eare un cittadino, i documenti che deve esibire, ÌK cari» che deve firmare per farsi pa-; gare una sommetta a'im ha sacrosanto diritto (che dosa importa poi a quelle amm$|' Distrazioni che i soldi vadano a chi ci ha diritto piuttosto che a un imbroglione, quando è risaputo che se pagassero un'altra persona invece dell'avente diritto, costui per zelo che ci metta, per carte che firmi,-per procedura che adisca, non riuscirà mai a riavere ciò che gli spet ta?). Guardate il lempo che si perde per farsi pagare un assegno da una banca, per la paura che la banca ha di essere truffata, con che so spetto vi squadra il cassiere, e guai se l'assegno è sbarrato da due tratti di penna ; e pure quasi ogni giorno la cronaca ci dà notizia di lestofanti che si sono fatti pa gare un assegno falso pei centinaia di migliaia di lire, che riscuotono una pensione a cui non hanno diritto, che svaligiano una succursale di agenzia o di banca. Pensate alle difficoltà che si hanno per entrare in una stazione, e tutto il .tempo che l'impiegato perde per cincischiare con le forbici il biglietto ài viaggio, in un certo modo, per garantire 1' amministrazione che è stata proprio pa gata quella somma e che lui non se ne è intascata una parte; e a tutte le persone a cui dovete far vedere i\bi glietto e al controllore che vi sveglia due. o tre-^olte nel corso della^nptte perchè non si fida ; eppure t notoTché chi vuol viaggiare a sbafo ci rie soe quasi sempre. Al cittadino con le carte in regola, gli ci vogliono settimane per avere un passaporto e molti paesi lasciano' passare mesi prima di concedergli un visto di entrata ; ma è nòto che contrabbandieri .è. vigilati dalla polizia .«'ribelli' e rivoluzionari passano le frontiere quando gli aggrada, senza uno strao'-.-.o di carta. Non la finirei più se voles.-, si elencare tutte la.difficoltà create alla nostra vita dà questa paura dei sladri, dei delinquenti, dei fuori-legge ; le società monopolistiche pretendono ingenti depositi per la sola eventualità ohe gli chiediate un servizio che poi pagherete subito; l'amministrazione delle ferrovie lascia senza carta, senza asciugamani, senza sapone, addirittura senz'acqua i gabinetti delle carrozze. In dirti paesi non vi danno nemmeno la chiave del portone di casa. E i ladri se la sguazzano e approfittano di qudjdivietd per rubare meglio... Bè, ogni tanto uno di quei ladri, uno di quegli assassini, o considerato tale, è arrestato. (Ita anche in questo campò, ed è cronaca di questi giorni, per l'evento»? htà di mettere le mani sopra un delinquente vero, si fanno retate di cittadini incolpevoli, si maltrattano, si serrano per la notte in camere di sicurezza ohe sono celle da condannato a.morte). E' ap|; restato e le mettono in prigione; e allora hanno paura che scappi. ' E' inutile che io descriva quali sono le conseguenze Jffi questa paura perchè in prigione co. siamo stati un po' tutti: ricordiamo quei cancelli di ferro ohe ci vogliono doxzine di chiavi per aprirli, quei carcerieri feroci con la grinta da « se vuoi fare'"»* spiritoso te la cavo io la voglia »; e porte e usci.serrati a doppia mandata col nottolino ohe il secondino apre ogni mezz'ora e la notte t^.fa guizzare attraverso una Urna di luce che sveglia dal ^pano più duro; e la luce perpeV tua al soffitto, solo attenuata da benefiche ragnatele. E poiché dalle finestre si può scappare, niente fineifcre nelle celle, solo una lugubre feritoia in alto, da cui non si vede nemmeno il cielo ; e poiché il gabinetto è in fondo al corridoio e il corridoio dà sulle scale, ti obbligano a fare i tuoi bisogni in cella; é per timore che ti mandino da, casa seghe e lime per limare le abarre, ficcano dita sudicf dentro il risotto ohe ti ha mandato la devota moglie; e se qualcuno viene a trovarti, due carcerieri debbono assistere al colloquio é vietano gli abbracci. Tutto questo perchè non si fugga. Finché viene il giorno che uno vuol scappare e ecappa. So come è facile, sono scappato anch'io due volte di prigione ; Una prigione militare, all'ultimo piano di un vecchio castello, circondato da fossati e reticolati e sentinelle e cani. Mi calai giù con i lenzuoli annodati lungo un torrione a picco e scappai. Ma spesso non c'è bisogno di lenzuolo nè di corda come Fabrizio Del Bongo quando se ne andò dal castello di Parma; leggete le cronache, guardate come l'hanno fatta iòe,j3rariosi, e compagnjjg s^-^vviàno' 'all'uscita conversane! o, un pugno sulla testa al guardiano, la chiave e già nella toppa*' fuori non c'è nessuno, segnali di allarme? ohibò — ed eccoli liberi per la strada. 'Lasciatemi dire a questo punto che invidio Graziosi. So che con ogni probabilità 10 riacchiapperanno, e allora parrà più dura la costrizione, e della libertà tracannata di sfroso resterà l'amaro in bocca come dopo una sbornia. Ma lo invidio per l'esaltante'esperienza di vita l'olle farà in questi giorni. Ogni momento della sua giornata, ogni gesto e passo e sguardo saranno condizionati da necessito nuove; dovrà porre mente a fatti dei quali nella vita corrente non si ha coscienza o ai quali si reagisce con istintiva indifferenza, 11 modo di camminare della persona che si avvicina, il contegno del bottegaio che porge.il pane, l'atteggiamento di un vigile al crocicchio, la luce che esce da una vetrina, il motivo di un intralcio stradale, di un affollamento. Doyrà imparare a fidarsi con un'occhiata di un viale, di un vicolo, di un sedile, di un portone. Tutto può suscitare sospetto, il comperare àlFedicola un giornale con la notizia della propria fuga (metterlo in tasca con indifferènza^} — ma l'indifferenza può parere ostentata; aprirlo aubi$p alla pagina che interessa ? — ma quell'interessejpuò ds^ neirocohto) ;" tutto' può iNjpre osato ancW,lYerìmOT*i accanto alla guardia che legge il manifesto messo fuori dàlia questura e nel quale si danno i suoi- connotati. Tutto diventa argomento di invenzione, di ripiego, di avventura; il farsi la barba, il bere, il dormire. Esaltante esperienza, ho detto. Ma faticosa e terribile, alla lunga, se non si è oostenuti da imperterrita, coscienza. L'atroce solitudine, il -senso di,aggirarsi in un mondo ostile da cui può partire da un momento all'altro il grido della denuncia,. finiscono spesso col piegare quell'acre orgoglio di,,ribelle. E avviene allora che l'evaso a cui ormai nessuno dà più la caccia, smarrito, la barba lunga, gli occhi rossi, si ripresenta alla porta del carcere eljphiede di esservi rinchiuso dì "nuovo. Paolo Monelli uQiiiiunniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Una- recente fotografia della famiglia Calvi di Bergolo. Maria Ludovica è la seconda da destra uiiiinuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiniiiiiiiimntiiiiiiiiiiiniitiiiiiiiiiiiiiiiiiiintliiiiiiii

Persone citate: Bongo, Graziosi, Maria Ludovica

Luoghi citati: Bergolo