Le atrocità nel Friuli

Le atrocità nel Friuli IL PROCESSO GRAZIANI Le atrocità nel Friuli L'iniziativa dei più accaniti rastrellamenti veniva lasciata dai tedeschi ai repubblichini Roma, 1° dicembre. L'udienza di oggi ai è aperta con uno di quegli scatti ormai noti in Graziani. Dall'archivio di Stato è stato, infatti, rimesso alla Corte fin sommario dei documenti trovati nella cartella di Graziani che era nella segreter'a di Mussolini. Tra l'altro ve ne è uno che si riferisce all'attività di Graziani in Africa Settentrionale. Questo ha reso noto il presidente in pubblico dibattimento. Graziani — Se si vuole affrontare il processo dell'Africa, non è questa la sede. Dopo questo giudizio sarò pronto ad affrontare in proposito quello di una Corte marziale. Ma, accanto a me. vi deve essere anche Badoglio. Carnelutti — Ma stia tranquillo, mar esc allo, che Dio non paga soltanto al sabato. Il primo' testimone della giornata è stato il chirurgo Giuseppe Calore che comandò una formazione partigiana G.L. nel Friuli. Egli ha ricordato come neUa zona ove operò, numerosi furono 1 rastrellamenti e le crudeltà commesse da reparti dell'esercito regolare della repubblica sociale italiana. Un rapporto analogo ha fatto l'altro teste, Carlo Commesaatti, comandante d' una formazione partigiana G.L. e membro dello Stato Maggiore del C.L.N. Egli ha chiarito che il Veneto si trovò in una situazione del tutto particolare in quanto le truppe di Graziani vi erano in numero esiguo. Teste: — Anche noi, però, subimmo numerosi rastrellamenti. La nostra lotta aveva un solo obbiettivo: quello di combattere contro 1 tedeschi. E' vero che abbiamo fucilato anche degli italiani, ma si trattava di spie e l'abbiamo fatto solo dopo regolare processo. Abbiamo fucilato anche dei nostri partigiani che si erano resi responsabili di reati comuni. Posso dichiarare che i grandi rastrellamenti erano diretti dai tedeschi, ma che l'iniziativa per quelli piccoli, che erano poi i più feroci e accaniti, veniva lasciata agli italiani. Prima di passare p'.l'ulttmo testimone della giornata, è stato richiamato, per un attimo, - dinanzi alla Corte, l'on. Giovanni Giavi che già depose nell'udienza di ieri. L'on. Bonfantlni, durante la sua deposizione, esibì-una circolare che si riferiva a dei rastrellamenti, circolare che gli fu consegnata appunto dall'on. Giavi il quale ebbe a dire che l'aveva presa nella sede del Comando di Graziani a villa Maser. Questo ha dovuto confermare l'on. Giavi il quale ha aggiunto che, evidentemente, il documento trovato, doveva essere la copia di un altro inviato al ministro dell'Interno, Buffarini. Il testimone che ha chiuso il lavoro dell'udienza è stato Giuseppe De Marinis, il quale avrebbe dovuto riferire in merito a quella famosa telefonata che Graziani avrebbe fatto dal suo Comando di Novi Ligure per dare disposizioni severissime contro alcuni partigiani, secondo quanto riferirono il generale Marras e il tenente Impalloni. De Marinis, che era anch'egli presente quel giorno al Comando di Novi Ligure, ha invece dichiarato: < Avevo altre cose per la mente in quell'istante. Ero veramente preoccupato per la mia sorte». Si è, pertanto, deciso di faxIo tornare domani perchè possa essere messo a confronto con gli altri ufficiali che quella telefonata di Graziani sentirono. .

Luoghi citati: Africa, Africa Settentrionale, Friuli, Novi Ligure, Roma, Veneto