Le due versioni del tentato suicidio di Ercole Moggi

Le due versioni del tentato suicidio ilL PROCESSO LO VERSO A VENERDÌ Le due versioni del tentato suicidio (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 30 novembre. Il 'processo Lo Verso ha subito stamane prima dell'inizio dell'udienza un altro rinvìo di tre giorni per l'indisposizione di un giurato colpito da foruncolosi. Pare ci sia un po' di iettatura in questa vicenda giudiziaria, ma aperiamo che tutto si fermi qui. Per l'udienza di stamane vi era da interrogare un nuovo teste su richiesta dell'imputato cioè il dottor Stassi dell'Istituto di Medicina legale di Palermo, collega del dottor Caruso già interrogato nella penultima udienza. Il Caruso depose, come si ricorderà, che Lo Verso si recò un giorno, da lui e presente il dottor Stassi gli chiese se nel cadavere di una persona morta per avvelenamento mercuriale si ' sarebbero rilevate all'autopsia le tracce. L'interpellato rispose affermativamente e inoltre gli avrebbe dato da consultare alcuni trattati di tossicologia. Il teste non ha saputo precisare la data della consultazione, ma ha detto che fu certamente in epoca posteriore al tentativo di suicidio dèi Lo Verso che avvenne il 17 novembre '45 perchè gli parlò di tale tentativo. La deposizione avrebbe dovuto passare sotto silenzio se nella successiva udienza tra la sorpresa di tutti l'imputato non ne avesse rinfrescato la memoria, contraddicendo il dottor Caruso assente, con l'affermare che là consultazione'avvenne prima deh suddetto tentato suicidio e prima che egli, a mezzo del suo legale avv. Vizzini, Srasentasse un esposto all'alba procuratore del re, facendo istanza per l'autopsia della morta. In sostanza avrebbe Chiesto l'autopsia quando venne assicurato dal dottor Caruso che sì tarebbero trovate tracce di sublimato nel cadavere. Ora sembra assurdo che proprio l'imputato il quale sapeva come erano andate le cose chiedesse una periata sul cadavere. A quell'esposto accennò ap- l|jJ*JP Arma del carabinieri ave. va Iniziato indagini sulle voci che correvano di veneficio e il Lo Verso protestò contro le indagini che ledevano a suo modo dì vedere l'onort del cittadino e la dignità del medi¬ co, notando che l'indagine sarebbe stata giustificabile, tutt'al più, dopo i risultati della autopsia del cadavere. Questa venne poi ordinata e i risultati consegnati all'autorità §indiziaria alla fine del febraio 1946 originarono l'immediato arresto del Lo Verso. La verità è che costui sperò sempre che l'autopsia, dopo la diagnosi di tossicosi gravidica di undici autorevoli medici, chiamati al capezzale delia povera Sofia non sarebbe mai stata eseguita e comunque non avrebbe rilevate le tracce del mercurio. Anche questo giudizio del Pavone, come si è visto, andò errato. "Un solo momento di sconforto ebbe ti Lo Vèrso, allorchè tentò di suicidarsi cioè, quando ordinata' l'autopsia dall'autorità giudiziaria 11 4 dicembre 1945 al professori Olivieri e Guccione, quest'ultimo che era stato per cinque anni suo maestro all'università ebbe una visita dal Lo Verso; il vecchio maestro non volle riceverlo In ufficio e soltanto gli disse sulla porta: «Se l'autopsia ti sarà favorevole sarà tuo il trionfo ma in caso contrario tu dovrai scomparire dalla vita ». Ma tentò poi sul serio di scomparire dalla vita? Anche questo è un bel caso in questa vicenda di veleni e di amori. Per uccidersi l'imputato aveva tutti i. mezzi, ma si limitò invece a inghiottire una pastiglia di sublimato come una qualsiasi sartina delusa in amore; Si riebbe; come è noto, dopo, qualche giorno e, in principio, disse che si era indotto al fatale passo per il dolore della morte dell'adorata consorte; poi capì che non sarebbe . stato creduto, in quanto la moglie era morta da sei mesi e sarebbe stato un dolore troppo ritardato. Tanto più che 11 Lo Verso si era già presa In casa la Saldilo come infermiera e « educatrice » delle due bambine. Allora ripiego au un'altra spiegazione più Incredibile della prima: disse che si era sbagliato, Inghiottendo una pastiglia di sublimato. Invece di una di piramidone. Ercole Moggi

Luoghi citati: Palermo, Pavone, Sofia