La dizione di Pastonchi

La dizione di Pastonchi I VENERDÌ LETTERARI La dizione di Pastonchi Un affollarsi vivace e lieto, un ascoltare Intenti, ed applausi scroscianti; cosi il pubblico ha salutato ieri 11 primo dei «Venerdì letterari» istituiti dalla Associazione Culturale Italiana. Francesco Pastonchi diceva versi, e spiegava l'arte del dire versi. Sala gremita. E Gian Carlo Camerana, Presidente dell'A.C.I., promotore di questa sene di riunioni d'alta cultura, premise poche cordiali parole, ringraziando 1 torinesi dell'accoglienza all'iniziativa e illustrando brevemente quello che ha fatto e quello che farà la giovane associazione. Quest'anno si è voluto con la presenza di maestri di cultura, letterati e scienziati, dare al pubblico un contatto immediato, diremmo confidenziale, con U meraviglioso connubio dell'arte e della scienza, che sempre arcanamente si accom. pagnano, e si integrano, per le vie dello spirito. Poi Pastonchi entrò nell'argomento che 6 suo, disse che cosa è poesia, come vada interpretata, detta. La poesia non è lettera muta; la poesia sulla carta, come la nota sul rigo musicale, non è che una possibilità, un'attesa Essa attende una voce che la desti e le dia suono pienezza splendore, alla cima dell'ani¬ ma. Bisogna pronunciare la poesia perchè essa veramente esista, perchè essa trovi tutti 1 suoi accenti ed accordi, la sua armonia. Dizione, fraseggio, modulazione vocale scoprono la misteriosa melodia dei poemi, ne rivelano l'intensa fuidltà. Altre cose sottili ha detto il Pastonchi lnducendo l'uditorio al raccoglimento atto a peree» Sire 1 timbri, gli aerei colori el poemi ohe poi disse. E furono Il soldato di Campo San Piero del Pascoli, tutto sensazione e sogno, fragranza di paesaggio, un vagare tra suoni di campane allevi aure di cielo, che trovò nelle mirabili virtù di Pastonchi tocchi stupendi, commoventi, in una ape. eie dì variato canto perenne. Poi venne 11 canto V del Puroororio, quello di Pia del Tolomei, malinconico, soave, che trapassa di episodio fri episodio, con una levità discorsiva, un affiato di leggiadria, un dissimulato vigore, ohe 11 Pastonchi orchestrò con suprema eleganza e trasparenza incantevole. Icaro, il rutilante ditirambo dannunziano, chiuse la dizione col suo ritmo netto e ribattuto nei versi lucidi, con l'impeto irto e lussuoso. Caldissimi, festosi 1 battimani.

Persone citate: Francesco Pastonchi, Gian Carlo Camerana, Icaro, Pastonchi, Sire, Tolomei

Luoghi citati: San Piero