Garanzie della pace di Vittorio Gorresio

Garanzie della pace Garanzie della pace Roma, 19 novembre. Domani arriva a Roma il generale Shinwell, ministro della Guerra di Gran Bretagna: si annuncia ufficialmente che viene in forma strettamente privata, solo per visitare i cimiteri di guerra alleati nel nostro Paese. Anche quando arrivò Marshall si era detto che il solo scopo del suo breve soggiorno era il pietoso desiderio di rendere un omaggio alla tomba del figliastro sepolto ad Anzio: e, come allora non era stato accettato per buono il pretesto che si adduceva per- il viaggio del Segretario di Stato americano, cosi ora non ha credito quello trovato per il Ministro inglese della Guerra. C'è un motivo preciso, d'altra parte, che rafforza l'incredulità: è il fatto che il generale Shinwell giungerà in compagnia del segretario parlamentare per la Guerra, e sono note le funzioni dei segretari parlamentari nel govèrno britannico: sono affini a quelle dei nostri segretari generali e valgono, cioè, a garantire la continuità della politica dei vari ministeri al riparo dalle vicende parlamentari. Avendo incarichi del genere, non ci si muove per far visite di carattere privato ai cimiteri di guerra. Un'altra visita di carattere amichevole viene definita quella del generale Marras negli Stati Uniti. L'anno scorso fu in Italia il Capo di Stato Maggiore americano generale Bradley; nulla di strano, si dichiara, che al passare di un anno il Capo di Stato Maggiore italiano gli restituisca la visita in America. Anche quando il generale Marras, nell'ottobre, andò a Berlino, si era parlato di colloqui amichevoli coi comandanti alleati delle zone tedesche ed anche allora si era fatto affidamento in una supposta grande ingenuità dell'opinione pubblica, affermandosi che il nostro militare avrebbe impiegato il tempo del suo soggiorno nella visita di" campi doxrer=eraho raccolti materiali surplus dell'esercito americano. Ora ci -vien detto che in America farà un viaggio di studio per visitare le scuole militari e i centri di addestramento di quell'esercito. E anche a questo non si crede, come non si crede da nessuno che De Gasperi sia nel Belgio soltanto per pronunciare una conferenza sulle basi morali della democrazia per invito di una società di studi cattolici; e non si crede che Lombardo sia in America da qualche settimana allo scopo, come fu detto il giorno della sua partenza, di trattare i problemi relativi allo sviluppo del nostro artigianato. Ci saranno motivi che giustificano il ricorso a pretesti così ingenui, e non vogliamo protestare; anche perchè essi sono tanto trasparenti che non c'è rischio che qualcuno abbia a prestarvi fede, e debba quindi lamentarsi di essere stato tratto in inganno. Tutti difatti sono alla ricerca delle ragioni vere e ci si esercita a parlare di Patto dì Bruxelles e di Patto Atlantico, di revisione del trattato di pace nelle clausole afferenti alla difesa militare dell'Italia, di modernizzazione dell'esercito, di problemi strategici nel mare Mediterraneo, di restituzione coloniale per gestione fiduciaria, e via di questo passo immaginando sui sentieri seducenti di una fantasia fervidamente libera. In queste condizioni indovinare sarà compito difficile per tutti e varrà meglio limitarsi a qualche osservazione dì carattere certo. E* chiaro, per esempio, che stringendosi i tempi di vasti accordi internazionali, è in condizioni di privilegio un Paese, come il nostro, che tanto di frequente è interpellato, invitato ad esprimere i suoi punti di vista, sollecitato di pareri, richiesto di precise informazioni di natura politica e militare insieme. Ciò significa, infat ti, che non si corre il rischio di trovarsi domani di fronte a situazioni già definite nel le quali sarebbe più difficile inserirsi; non avremo la sorpresa di fatti compiuti a nostra insaputa, ma potremo e possiamo se non porre le nostre condizioni, almeno far presenti le nostre esigenze e prospettare quali sono le nostre vere possibilità. L'Italia, dunque, è ritornata ad essere un elemento attivo della politica internazionale: la sua condotta fino ad oggi le hi valso questo riconoscimento, ha dimostrato la sua capacità di ripresa e di esercitare una funzione di equilibrio nel quadro internazionale, le consente di partecipare ai consigli dei Grandi. Naturalmente il desiderio primo sarebbe di sapere a quali fini tendono questi consigli, che cosa in pratica vi si stia elaborando, e la risposta non è difficile. Nell'angoscia che il mondo prova per la sorte che l'attende, le garanzie di pace non stanno in nobili discorsi invocanti il più vero tra gli ideali umani, nè in anatemi esasperati contro la guerra: le garanzie si trovano in un lavoro attento ed onesto dedicato a fondare le buone basi di una solidarietà internazionale contro il pericolo di guerre ; stanno nella ricerca di quel tanto di sicurezza che possa proteggere l'Italia e, con l'Italia, uno dei punti strategicamente più sensibili d'Europa tenendola al riparo da sorprese. Dedicarsi a questo compito, per un governo consapevole delle proprie responsabilità verso il Paese, è doveroso; aver funzioni riconosciute, poter svolgere una parte determinante, come ora ci accade in questo susseguirsi di frequenti contatti internazionali, è vantaggioso. Vittorio Gorresio [niMIIIIIMIIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIin

Persone citate: De Gasperi, Marras