L'uccisore di Serramazzoni e i suoi quattro complici

L'uccisore di Serramazzoni e i suoi quattro complici LA DELINQUENZA MINORILE IN EMILIA L'uccisore di Serramazzoni e i suoi quattro complici (Nostro servizio particolare) Modena, 18 novembre. Romano Termaninl, che ieri sera a Faeto di Serramazzoni ha ucciso due persone e ne ha ferite altre due, è un giovane di diciotto anni, alto, snello, biondo e dalla faccia rotonda. Come tutti 1 paesani di queste zone, anch'egli ha un soprannome, più noto dello stesso nome e cognome. Lo chiamano « Mortadella » certo per il particolare della faccia rosea e ben nutrita. Mortadella è figlio di'tru-mezzadro dr-Taeto; a scuola era stato un bravo scolaro, scriveva con una certa vivezza ed anche l'anno scorso, per svagare gli amici che l'inverno vanno a vegliare in questa od in quella casa, compose una « zirudella » ossia una di quelle filastrocche in versi nelle quali gli abitanti del paese vengono passati scherzosamente in rassegna. Ma questa passione per i versi umori¬ miiiiiiiim stici era ormai il solo lato del vecchio Romano, che persistette nel nuovo Romano, questo esaltato e violento figlio del dopo-guerra. Come altri ragazzi di queste parti, infatti, Mortadella era salito sui monti nel 1944, a Montefiorlno ed a Monte Belvedere. Là aveva imparato a maneggiare le armi, ad uccidere, a vivere alla macchia. A 16 anni aveva già cambiato carattere e Mortadella era morto. Romano ha un fratello, Giuseppe,--che è segretario- della sezione comunista di Serramazzoni, oltre ad un altro di dieci anni; ma i ragazzi del paese conoscevano soprattutto Romano per il suo passato e per l'esaltazione che metteva in ogni parola. Si atteggiava ad estremista acceso, faceva propaganda tra i coetanei in un modo del resto piuttosto confuso. Nessuno però, sino a ieri sera, supponeva che Mor- tadella fosse un rapinatore e soprattutto un volgare assassino. Ieri sera, dunque, nella sa> letta a terreno della canonica di Faeto, gli amici del parroco, don Timoteo Sighinolfi, erano a veglia giocando a carte e conversando. Undici persone in tutto: il sacerdote, la sua vecchia madre, due donne e sette uomini. Alle 21 circa, uno degli ospiti, il possidente Angelo Casolari di 59 anni, si congedò ed usci nell'andito, dóve "véfiite' 'SSfmt&tò- martrfldsconosciuto, mascherato con una autentica maschera dt cartone, il quale gli sparò contro alcuni colpi di pistola. Ferito a morte, il Casolari, cadendo, richiuse col proprio corpo la porta della canonica e l'assassino rimase cosi in trappola. Usciti prontamente nell'andito, Bernardo Battaglili!, Benvenuto Manfredini ed Ugo Tassi cercavano di immobilizzare 11 delinquente che seguitava a sparare con le due rivoltelle che teneva in pugno* Due pallottole ferivano il Manfredini ed il Battaglini, mentre un'altra, rimbalzando dal muro, colpiva al cuore Anna Ducati di 24 anni, affacciatasi nell'andito, e la uccideva, n Manfredini che è il tabaccaio del paese, appioppava un solenne cazzotto allo sparatore, facendogli cadere la maschera, mentre il Tassi lo percoteva con un mattarello di cucina, prontamente fornito dalle donne di casa. Alla fine, conciato per le feste, il Termanini, subito riconosciuto, veniva immobilizzato da quel bravi giocatori di briscola. Al carabinieri, il Termaninl parlò subito di un milione che un tale, di cui per altro non volle dire 11 nome, gli avrebbe dato per commettere il delitto, ma poi si ritrattò. Invece svelò i nomi dei quattro complici ora arrestati, coi quali risulta che egli compì in passato undici rapine. Sono anch'essi quattro giovani: Enrico Casolari di 17 anni, Noemio Corni di 18, Orlando Serneei di 19 e Mario Fianchi di 19. La «visita» era stata ideata dal Fiandri. che è il figlio del mezzadro del parroco. Don Sighinolfi aveva venduto una mucca, i soldi c'erano ed il colpo era sicuro (Termaninl recava infatti con sè una borsa di cuoio per infilarvi il denaro). All'ultimo momento però 11 Fiandri si era ritirato: perchè, essendo suo padre M mezzadro del prete, egri avrebbe avuto lo stesso, sia pure indirettamente, la sua quota. Adesso Mortadella, col viso gonfio di botte, dice che non voleva uccidere. Faeto, questa piccola frazione di un piccolo paese di montagne., si merita bene, per il suo deciso comportamento, una citazione nel bollettino del fattacci emiliani. Non è davvero frequente, in queste zone, che qualcuno esca di casa al rumore di una raffica di mitra o di colpi di pistola; ed è rarissimo poi che qualcuno acciuffi e prenda a pugni un delinquente. L' ex-Mortadella, l'ex-bravo scolaro, ha concluso proprio nella canonica che detestava la sua avventurosa carriera di rapinatore. Forse ora scriverà l'ultima sua zirudella: la più tragica. Giorgio Vecchietti

Luoghi citati: Emilia, Faeto, Modena, Serramazzoni