Il governo si è impegnato a garantire i servizi pubblici

Il governo si è impegnato a garantire i servizi pubblici LA MINACCIA DI SCIOPERO DEGLI STATALI Il governo si è impegnato a garantire i servizi pubblici Nuovo appello ai funzionari e viva polemica con la C.G.I.L -1 lavori della commissione parlamentare a o o M. o l ri e a o o e , a - Roma, 12 novembre. La settimana prossima il Governo dovrà affrontare una delle questioni più gravi che, in fatto e in diritto, si pongano per il mantenimento del prestigio dello Stato e per il funzionamento del suoi servizi essenziali. Di fronte alla minaccia di un nuovo sciopero dei dipendenti dello Stato, il Consiglio dei Ministri ha difatti annunciato di avere predisposto quanto è necessario «per assicurare la piena libertà di lavoro e l'assoluta continuità del servizi che comportano l'interesse generale, cui gli organi dello Stato debbono anzittutto riguardare ». Uno sciopero degli statali si è avuto già nelle recenti settimane scorse, ma questa è la prima Volta ■ che il Governo prende impegno di garantire, al ripetersi di « tale deprecata eventualità», il regolare funzionamento dei servizi: tutelare la libertà di lavoro — che è la prima parte dell'impegno 111111111111111111111111M iiniiim iiiiimiiiiiii è in realtà abbastanza facile, chiamando a protezione le forze dell'ordine, ma assicurare il funzionamento dei servizi, e cioè far lavorare postini, telefonisti, telegrafisti e ferrovieri, è problema più arduo. Una legislazione che regoli l'esercizio del diritto di sciopero ancora non esiste: tutti parlano di' Un progetto predisposto dal ministro Fanfanl, e qualcuno assicura di averne letti anche i punti essenziali, ove sarebbe contemplata la proibizione per i dipendenti dello Stato di ricorrere allo sciopero ; ma, qualunque sia il fondamento di queste indiscrezioni, si tratta sempre di un progetto o di un'intenzione priva di ogni efficacia giuridica. Perciò il Consiglio dei Ministri si è dovuto limitare a fare appello al senso di responsabilità degli statali e, adeguandosi alle buone regole della propaganda psicologica, ha dichiarato serenamente di « ritenere » che i dipendenti dello Stato non ab- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiiiiintiiiiin iihiì bandoneranno il loro posto di lavoro. Ma, poiché una presunzione di questo genere non può bastare a garantire l'esecuzione di un impegno come quello di mantenere in efficienza i pubblici servizi, ci si domanda a quali mezzi il Governo potrà far ricorso, e soprattutto su quali basi legislative potrà fondare la sua azione. Negli ambienti del Viminale, mentre si è molto riservati nell'indicazione dei mezzi da porre in atto, non si hanno incertezze nel riT spondere alla seconda parte della domanda: «L'azione del governo si fonda esclusivamente sulla Costituzione perchè, se non la lettera, certamente lo spirito della Costituzione è molto chiaro a questo riguardo». L'art. 40, nel quale è detto che « il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano », fu approvato dopo una lunga discussione, dalla quale risulta che la Costituente non intendeva porre al legislatore futuro limiti precisi, ma lo impegnava per lo spirito con il quale fu proposta la formula definitiva e per le dichiarazioni che ne accompagnarono il voto favorevole da parte di quasi tutti i settori della Camera — compresi i comunisti — a tenere nel dovuto rispetto le esigenze fondamentali dello Stato per quanto riguarda il mantenimento dei pubblici servizi. La complicata stòria delle relazioni tra commissione mista e C.GJ.L. è nota nei suoi termini essenziali, e non è li caso di attardarvlclsi, se non riguardo agli ultimi episodi. Ieri sera, terminato il Consiglio al Viminale, il ministro Giovannini si è recato alla RAI ed ha pronunciato un radiodiscorso per dar conto degli aspetti generali del problema. Contro questo discorso è scesa in polemica la C.G.I.L., asserendo che l'anticipo della conclusione del lavori non dimostrava alcuna buona volontà, in quanto non si diceva in qual modo i lavori si sarebbero conclusi; poi accusava il ministro Giovannini di avere minacciato licenziamenti e il ritorno all'adozione spezzato, _ dell'orarlo e concludeva quindillllllllllllItlllllllllIlllllllllllllllUlllllllllllllllIIII con l'attestare la necessità di un nuovo sciopero di protesta. Alla riunione odierna del Consiglio dei Ministri, Giovannini ha a sua volta polemizzato con le affermazioni della C.G.I.L., smentendo di aver parlato di licenziamento e di orario spezzato, e il comunicato conclusivo del Consiglio ha registrato la sua protesta e la denuncia di «irresponsabilità», con la quale si definisce l'iniziativa della C.G.I.L. per lo sciopero. Con ciò si è chiusa, per questo momento, la polemica pubblica formale e si va alla ricerca di una soluzione. Forse lo sciopero preannunciato per giovedì, e che il Governo si appresta a fronteggiare, non è inevitabile: «Abbiamo davanti a noi una settimana di tempo — ha detto il socialdemocratico Canini — e la utilizzeremo per prendere ulteriori Iniziative. Quali? Quelle intese a ottenere dalla maggioranza della commissione mista affidamenti che valgano a rassicurare gli impiegati pubblici ». Più o meno negli stessi termini si è espresso il fusionista Santi, mentre il ministro Giovannini ci ha dichiarato che I lavori della commissione sono attualmente dedicati allo studio dei provvedimenti per le categorie più disagiate degli statali ». y, g.

Persone citate: Giovannini

Luoghi citati: Roma