Oggi si discute all'UNO la "mianaccia alla pace,, di Domenico Bartoli

Oggi si discute all'UNO la "mianaccia alla pace,, FINITA LA MEDIAZIONE RIPRENDE IL DUELLO Oggi si discute all'UNO la "mianaccia alla pace,, (Dal nostro corrispondente) Parigi, 14 ottobre. La mediazione è fallita. Domani il Consiglio di sicurezza discute di nuovo la «minaccia alla pace» di Berlino. Siamo tornati cosi esattamente al punto di prima. Domani metteremo la cuffia radiofonica, sceglieremo la nostra lingua preferita e ascolteremo il discorso degli undici, i quali, in realtà, come membri «parlanti'» del Consiglio di sicurezza, saranno nove soltanto: il delegato russo e quello ucraino, Viscinski e Manuilski, saranno al tavolo per votare e non per discutere. Perchè è fallita la mediazione t Perchè le due parti non hanno in alcun modo mutato il loro atteggiamento iniziale; si sono anzi irrigidite. Oli occidentali sono fermi nella loro domanda che il bloooo, la minaccia atta pace, sia tolto. E russi hanno ripetuto, in risposta a Bramuglia, quanto avevano già detto varie volte in comunicazioni ufficiali: si torni all'accordo raggiunto a Mosca il 30 agosto, che prevedeva un'intesa a Berlino tra i quattro generali in capo sulla questione della moneta; dopo di che le restrizioni al traffico sarebbero state tolte. Come è noto, l'accordo non venne raggiunto perchè i quattro generali non poterono trovare una base d'intesa sulla moneta. E cosi il blocco rimase e gli occidentali, per iniziativa americana, portarono la questione davanti al Consiglio di sicurezza. La mediazione dell'argentino Bramuglia e degli altri cinque delegati estranei aila vertenza, non ha modificato dunque lo stato di cose esistente prima e tutto torna in giuoco domani. 1 tre delegati occidentali sono riuniti stasera presso la sede della delegazione americana in un albergo vicino al palazzo Chaillot. Sono il prof. Jessup, sir Alexander Cadogan e il signor Parodi. Debbono decidere la loro linea di condotta davanti ai Consiglio. Non sarà cosa facile. La Russia, come sapete, essendo il ricorso motivato per « minaccia alla pace » (capitolo 7° della Carta) mantiene il diritto di voto, cioè di veto, e paralizzerà qualunque decisione che condanni anche blandamente la sua azione a Berlino. E' certo allora che gli occidentali dovranno acoontentarsi di una votazione platonica, senza valore giuridico, ma con un forte significato morale. Dopo potranno sollevare la questione davanti all'assemblea per ottenere un'altra sanzione morale del loro atteggiamento. Adesso si pone il problema pratico di mettere sul tavolo del Consiglio una risoluzione condannante la Russia. E' difficile che uno dei sei « petits », tranne forse il Canada, si decida a proporre una risoluzio¬ ne simile. Lo faranno allora gli occidentali stessi, giudici e parti in questa causa? Oggi, come per una prova generale della ripresa della grande questione, il ConsioZio di sicurezza si è riunito per discu tere della Palestina. Al grande tavolo ad arco hanno preso posto i delegati dei Paesi arabi, uno dei quali, quello siriano, già siede al Consiglio, e il rappresentante di Israel. E' intervenuto anche U successore provvisorio del conte Bernadotte, il negro americano Bunche. Quésti ha riferito di nuovo le circostanze della morte del mediatore, attribuendone la responsabilità al gruppo Stern e in genere agli ebrei. Poi ha diviso il biasimo per la rottura della tregua tra arabi e ebrei. Naturalmente i rappresentanti delle parti in causa si sono accusati a vicenda, del tutto simili, in questo, ai quattro grandi allorchè discutono di Berlino. Finora gli ebrei avevano accusato Bernadotte di aver favorito i loro avversari: così gli estremisti hanno creduto di giustificare l'assassinio. La stessa cosa alla rovescia ha detto uno dei delegati arabi quando ha affermato che il mediatore è stato ucciso si dagli ebrei, ma mentre, sia pur con buona fede, « stava servendo la causa ebraica ». Tutte le mediazioni falliscono in un mondo come il nostro, dominato dalla forza, bernadotte ha pagato con la ta il suo sentimento del dovere. Il ministro Bramuglia è stato fortunato al paragone: ha pagato solamente con uno scacco diplomatico il suo tentativo di accomodamento. Domenico Bartoli

Persone citate: Alexander Cadogan, Bernadotte, Parodi

Luoghi citati: Berlino, Canada, Mosca, Palestina, Parigi, Russia