Il sorriso di Atene tra lagrime e sangue di Giovanni Artieri

Il sorriso di Atene tra lagrime e sangue Il sorriso di Atene tra lagrime e sangue La tragedia della Grecia continua, sconsolatamente, senza fine (Dal nostro inviato speciale) ATENE, ottobre. Nessuno si lasci ingannare dalla gaia, dalla limpida, dalla svelta Atene. Chi viene qui -per capire il dramma della Grecia contemporanea infila la testa in un sacco. Lia vaga Atene, la dolce Atene, eterna giovinetta- leggera e graziosa come una delle cariatidi dell'Eretteion è anche un poco bugiarda; il sorriso della sua bocca profumata di anice e .di violette opporre guardarlo' bene, per "avvertirlo com'è, stanco per troppo lunga e sofferta dissimulazione. Felicità condizionata Atene è una fallace figura di primo piano nel ritratto della Grecia. I caffè, le vetrine, i ristoranti fulgidi affollati di rdusiche e di camerieri esprimono la sua vistosa " felicità " borghese, una felicità condizionata alla fine dell'inflazione e al ritorno della pace civilet Nella folla stanca, aggrappata alla speranza circolano i soldati dell' esercito " nazionale " reduci dai fronti dell'Epiro e della Macedonia. Qualche volta, come succede, trovano sfacciata e sconveniente la "bella vita" della capitale, ma non saprebbero essi stessi rinunciarvi. Formano, questi soldati, o vanno formando una nuova categoria del popolo greco alla quale le missioni straordinarie inglesi e americane dedicano il meglio della loro sollecitudini. Atene, come è noto, costituisce uno dei centri dell'interesse an^rlo-amertoarto in questa parte del Mediterraneo. Le commissioni economiche e belliche anglosassoni stanno qui* come in Germania, in Austria, a Trieste o in qualunque altra delle nuove grandi guarnigioni di frontiera dell'Europa e dell'Asia. Si godono la vita, ma dalla loro presènza la vita circostante si colora di una permanente attesa di guerra, di una guerra più, grande. E, certo; questo mondo anglosassone dislocato qui appartiene pur esso al ritratto della Grecia contemporanea, con i suoi opulenti mezzi di trasporto, i suoi "clubs", i suoi accampamenti; le canalizzazioni dei suoi controlli economici e politici e per- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii sino con le sue donne di tipo emergente e diverso. Gli anglo-americani, però, si tengono accuratamente fuori e sopra il dramma della Grecia come noi e i tedeschi fummo fuori e sopra il dramma della Spagna, nel '30. Gli americani hanno mandato in Grecia il generale Van Fleet per mostrare alla Russia di potere, quando vogliono, stroncare la guerriglia di Marcos. Van Fleet ha rapidamente ottenuto .la. vittoria del Grammòs, adoperando soldati greci contro partigiani greci; poi è andato a riposare a Lutraki tra le vigne dell'istmo di Corinto. Occorreva mostrare al Cremlino che, malgrado l'estrema miseria recata dalle invasioni sofferte, la Grecia, per gli aiuti americani,- non sarebbe diventata dominio del più disperato comunismo di guerra. Ecco arrivare con l'ambasciatore Gròdy, il segaligno signor Clay, capo dell'organizzazione Amag alla quale è affidata la stabilita della " dracma " e il pane quotidiano di sette milioni e mezzo di greci. E' un vasto quanto monotono gareggiare nel quale la maggiore interessata è estranea, chiusa e convulsa nel suo conflitto civile. Una difficile storia feri l'altro sono stati fucilati ancora dodici comunisti. Le esecuzioni, secondo una Cifra attendibile, dal luglio scorso ad oggi s'aggirano sul centinaio; nell'isola di /caria vicino a Samoa sono concentrati dodicimila deportati; allo scopo di sfollare le prigioni il Governo ha dovuto emanare un decreto apposito, liberando o amnistiando il massimo numero possibile di minori colpevoli. Mentre si combatte' sulle montagne dell'Epiro e della Macedonia, focolari di guerra si accendono tra le rocce del Peloponneso. Velieri carichi di munizioni vengono sorpresi e fatti saltare nelle calette segrete delVArcadia e dell'Argolide; nottetempo s'odono aeroplani lanciare paracadute con armi e rifornimenti a Delfo a Patrasso a Olimpia. Intanto la polemica intemazionale batte continuamente sulla testa del Governo di Atete, ohe dev'essere ben dura, rimproverandogli di aver messo fuori legge i comunisti, soppressi i loro giornali e di adoperare le cortt marziali come strumento di persuasione. Il Governo di Atene difende a sua volta energicamente il diritto di combattere per conto proprio (e degli altri), con i mezzi di cui dispone, Marcos e le quinte colonne annidate nel paese. E' una difficile storia questa dei rapporti fra Atene e i comunisti. Nell'ottobre del '44, al momento delta liberazione, i comunisti formavano la maggioranza organizzata della massa greca e disponevano di un esercito, V Elas, di cinquantamila uomini. Ne! febbraio dell'istesso anno tentarono la presa del potere coprendo le strade di Atene di morti, senza concludere nulla. Le truppe di Alexander impedirono il colpo di stato, ma la rottura fra la Grecia e il comunismo come partito democratico, convivente nell'ordine costituito, era irreparabilmente avvenuta. Dal '44 Atene, per quanto l'accostamento possa apparire inadeguato, combatte contro Mosca. La lotta è passata traverso tutte le fasi: dal collaborazionismo del governo di Unione nazionale del socialdemocratico Papandreu, al presente urto armato. Fra Atene e i comunisti venne stipulato persino un patto di tregua, nell'interesse della rleostrusione, firmato a Varkiza. Il trattato andò in pezzi quando Marcos ritenne di aver conquistata abbastanza terra ellenica da stabilirvi un Governo democratico in opposizione a quello del signor Sofulis. Furono, allora, soppressi t giornali comunisti e confiscati i mezzi di stampa per aperto incitamento al regicidio, alla insurrezione e alla diserzione verso l'esercito della montagna. La risposta fu la guerra delle mine che flagella attualmente i con/ini e l'interno della Grecia. E' una rappresaglia alla quale si associa l'incendio del villaggi, il reclutamento forzato dei giovani per le " bande " e il " kidnapping " di migliaia di ragazzi concentrati in campi perfettamente noti dell'Ungheria, dell'Albania, della Cecoslovacchia e della Bulgaria. (La signora Tsaldaris, delegata al congresso della Croce Rossa intemazionale a Stoccolma, s'incontrò con gli inviati dei paesi ospitanti i ragazzi rapiti. Protestò con tutte le sue forze, ma si senti dire che i bambini sarebbero tornati in Grecia" solo se Stalin e Truman l'avessero voluto": risposta non priva di una remota logica). La spirale era in moto: le isole num" ''■•i(iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiisiiiiiiiiiiiiiiiidi deportazione vennero ptclAeqcctucddsegdspsdttrdsiiiiiiiilsitiiiiiliiiiiiiifitiiiiiiiiiiiiiiiiisiiiiiiii[iiiiiiipopolate di nuovo; s'inaugurarono le corti marziali, crepitarono e crepitano i plotoni di esecuzione. E' una scoraggiante lotta; minuziosa, meticolosa, accanita, reciproca: tra greci e greci. Lo Stato, da una parte, proclama di difendere la popolazione, effettivamente esposta al tormento e all'immenso danno del sabotaggio civile; dall'altra si grida, traverso la radio di Marcos e i fogli clandestini, di voler riscattare questa popolazione dalla tirannide monarcafascista. In mezzo non si vede altro, tuttavia, che il povero contadino greco, spogliato e perseguitato o perchè ritenuto amico del gendarme di Sofulis o perchè sospetto di connivenza con l'« andartes » di Marcos. E' una terribile tragedia dominata, che è peggio, dalla perplessità. Per la stessa natura avuta e razionale della sua intelligenza, l'uomo greco inclina alla più ampia tolleranza. Questo è il paese dell'altare al "Dio igne to", non occorre dimenticarlo E' difficile che un greco — come un italiano o uno spagnolo — sia tutto da una parte. Adesso, invece, è giocoforza che egli sia tutto da una parte: quale t Nelle elezioni scorse il comunismo greco si astenne calcolando le astensioni comò totalmente comuniste si ottiene una percentuale del nove per cento. Tutto qui. Ma si tratta di una minoranza attiva, mordente, pronta a comparire e scomparire, alleata col tempo e con lo spazio, che si fa inseguire dove non c'è e compare dove non è attesa (nelle città, sulle grandi strade, nelle cam pugne). In tal modo insinua un siero' paralizzante nelle vene della Grecia, un'anchilosi contro la quale lo Stato è costretto a lottare con mezzi, a volte, radicali. La tragedia, in tal modo, continua sconsolatamente senza fine. Giovanni Artieri ii;i!iiii:iii>tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiMitiiiiiitiii Iaitsiiittiiiiiiiiiiitisitttiiisisitsiiitiiiiiiiasitsi iiiiisiiiiiisit iiitsiTtt stsisitiisiiitiiiiitfsif stisiiiiiiiittisasiiiiititf ititisisf iiiiiiiiiiiisiisisisitiiiinis ■ mi ■ n 61 danno gli ultimi tocchi alla pista del Circuito di Monza, dove riprenderanno dopo dieci anni d'Interruzione le grandi corse domenica prossima automobilistiche

Persone citate: Papandreu, Stalin, Van Fleet