Nel segno della politica estera si ritenta il "fronte popolare,,

Nel segno della politica estera si ritenta il "fronte popolare,, Nel segno della politica estera si ritenta il "fronte popolare,, L'iniziativa e la risoluzione del direttivo del P.C.I. - Nuova serie di accuse contro Sceiba - Domani alla Camera parlano Togliatti e Audisio Roma, 9 ottobre. E' stata pubblicata la risoluzione del partito comunista relativa alla politica estera: nulla contiene che non, fosse previsto, perchè in essa si parla di neutralità, di potenze guerrafondaie al cui servizio si sarebbe posto il governo nero, di provocazioni imperialistiche e di crociata vaticana contro l'Unione sovietica. Per quest'ultima parte 1' Osservatore Romano ha già risposto stasera, opponendo una sdegnosa smentita, tacciando di falso la affermazione; e per 11 resto basterà dire ohe il partito comunista si propone di ridar vita al fronte popolare costituendo un'alleanza democratica che vada sotto 11 segno della difesa della pace. La nuova formula In altri termini risulta oggi che la direzione del P.CX considera necessario fuso di uno slogan di particolare efficacia se si vuol ottenere la ricostituzione di quell'organismo di massa che, fallito alla prova nelle elezioni, si è poi dissolto travagliosamente come tutti ricordano. Scegliendo il tema della pace e posponendo a questo ogni altro problema, non si può non ammettere che la scelta possa avere qualche effetto non trascurabile. Dice infatti la risoluzione che questo c largo movimento per la pace » dovrà comprendere « tutti quei cittadini, a qualsiasi partito appartengano, che al di sopra di tutto vogliono impedire che l'Italia sia trascinata nel baratro di una nuova conflagrazione ». Di questa alleanza democratica, com'è noto, si parla da tempo. Restava da superare l'ostacolo di riuscire a convogliare larghe masse verso il partito comunista, nonostante l'intransigenza ideologica recentemente sancita in documenti solenni. Si ricorda difatti che anche la tolleranza espressa nell'art. 2 dello statuto del partito è stata praticamente rinnegata e si aspettava di conoscere la nuova formula per risuscitare la possibilità di consensi attorno al partito che si proclama guida di tutta la classe lavoratrice, anzi di tutto il popolo italiano senza distinzione di convinzioni religiose e filosofiche, di origini e di condizioni sociali. La formula, si è detto, è la difesa della pace, considerandosi in questo momento che sia questo l'assillo numero uno per gli italiani. La direzione del partito comunista parla quindi della necessità di « movimento unitario » per respingere 11 pericolo di guerra e, se altre precisazioni non venissero aggiunte, è certo che l'appello potrebbe avere larga eco e che' all'iniziativa arriderebbe un meritato successo. Ma le precisazioni seguono subito e sono ferree limitazioni: la distinzione fra Stati imperialisti e Stati pacifisti è nettissima, l'invito a rovesciare il governo De Gasperi non consente alcun equivoco. II documento quindi si riduce al valore di una delle consuete battute polemiche dirette ad affermare che l'occidente capitalista è deciso alla guerra contro il pacifico .oriente. D'altra parte, come al solito, si continua a protestare che nessuno ha intenzione di provocare guerre. Anche il famoso documento che Sforza ha inviato al governo francese parla di pace e dice di auspicare l'avvento del giorno in cui «la unione generale europea conglobi ed unisca tutti gli sforzi concreti per la difesa della pace e della democrazia ». Secondo il Ministro degli Esteri « sforzi concreti » sono anche da intendere «unioni militari come quella di Bruxelles, cui anzi è da augurarsi che altri Paesi possano aggiungersi »; per il partito comunista il solo sforzo utile è l'azione delle masse popolari a favore della pace. Le spese per la polizia Anche Palermo, il relatore di minoranza sul bilancio della Difesa, ha fatto alcuni accenni a questi interventi popolari, senza ben precisarne comunque modi e caratteristiche; ed anche In sede di discussione del bilancio dell'Interno in questi giorni a Montecitorio si è sentito ripetere di frequente che le masse popolari lotteranno ad oltranza per manifestare la loro volontà di pace contro i provocatori di guerre: «Ma è tragico — ha detto Basso — il destino di coloro che vogliono e combattono per la pace ed il progresso, poiché In essi si pretende di impersonare il disordine ». Di qui la stura delle accuse contro Sceiba, che di questa politica sarebbe « il protettore : e . bisogna riconoscere che adémpie bene il suo compito », ha concluso il deputato socialista. Costui, del resto, si è lamentato che nel bilancio dell'Interno dei 25 miliardi che sono stati iscritti in aumento, 21 siano stati destinati a. spese per la pubblica sicurezza e che, in particolare, la voce per le informazioni confidenziali dagli 8 milioni del passato bilancio sia salita a 112. Su questo punto delle spese per la polizia l'opposizione, com'è naturale, appunta le sue criti che più vive. Anche parlando si del bilancio della difesa si era lamentato che si favorisse il rafforzamento della polizia a scapito di quello dell'esercito e si era detto che è scandaloso che la pubblica sicurezza abbia più carri armati dell'esercito. Sceiba: «Naturale! Sono io il primo a deplorare la necessità di dare carri ed autoblindo alla polizia; l'ho detto fin da quando si discuteva delle armi nascoste; certo preferirei non dover fronteggiare gente armata». Lunedi, riprendendosi il dìbattito, si attendono i discorsi di Togliatti e dì Audisio; Togliatti farà cosi il suo primo intervento oratorio dopo la convalescenza ed il colonnello Valerio sarà al suo esordio parlamentare, essendosi finora limitato a distinguersi in vivaci interruzioni. Sceiba risponderà non prima di mercoledì, a quanto si prevede, essendo questo dell'Interno, il bilancio sul quale si è iscritto il maggior numero di oratori. v. g.

Persone citate: Audisio, Basso, De Gasperi, Sforza, Togliatti

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Palermo, Roma, Unione