Tragedia del duca di Windsor

Tragedia del duca di Windsor Tragedia del duca di Windsor Qli amici lo lasciano, le sue imprese lo rendono impopolare, la sua vita non ha orizzonti — QZon c'è proprio niente per me? óomanòò l'ep-re con angoscia a <3evin. QZo, rispose il ministro, e commosso gli strinse la mano (Dal nostro corrispondente) LONDRA, ottobre. Il duca di Windsor verrà ' presto di nuovo in visita a Londra; e la gente di buon senso scuote la testa con disapprovazione « con melanconia. Da dopo la guerra egli è venuto tutti gli anni, in parte per un nostalgico desiderio di ritrovarsi in Inghilterra — l'home da cui nessun inglese autentico sa distaccarsi — in parte nell'ostinata speranza di ottenere un impiego, un incarico qualunque che gli dia la sensazióne di non essere un morto-vivo. Perchè questa è la patetica tragedia dell'ex-Edoardo Vili duca di Windsor: di non comprendere ohe per il loro paese gli ex-re sono dei morti-vivi/ Una visita «al sarto» Arriverò' dunque di nuovo a Londra; pranzerà di nuovo co» sua madre (la Beine Doualrlère ohe, la vigilia dell'abdicazione, era etata l'ultima persona della famiglia a parlargli nella villa di Fort Belvedere contigua al parco del Castello di Windsor; la madre a oui l'ex-re scrive tutte le settimane); farà una breve visita a suo fratello il re; e poi andrà a bussare di nuovo alla porta del Primo Ministro e del Ministro degli Esteri, per ripartirsene a mani vuote e con l'amarezza nel cuore, e lasciandosi dietro soltanto uno strascico di pettegolezzi. Fino al '45 il duca di Windsor non aveva più messo piede apertamente in Inghilterra. Dal '36 si era sentito, più. che esule, proscritto; poi nel '40 gli permisero di fare una una breve segretissima visita a Londra, anche perchè con la Francia e tutta l'Europa occupata dai tedeschi, l'ex-re doveva pur vivere in un paese sicuro. A Londra aveva visto il suo vecchio paladino Churchill, e {'avevan fatto governatore delle Isole Bahame, un incarico troppo modesto e quasi grottesco per un uomo ohe era stato re di Inghilterra e imperatore delle Indie e del Commonwealth britannico. Nel '45, finita la guerra, tanto aveva insistito ohe gli avevan permesso di ritornare apertamente, per una breve visita «al suo sarto e al suo avvocato ». E nel '46 aveva portato anche la duchessa. Era stata una visita sfortunata, perchè una sera i giornali avevano strombazzato al pubblico che la duchessa di Windsor s'era lasciata rubare i suoi famosi gioielli. Dalle ailllllllillilliiilillllllllllllllllllllllillllllllllllllll osterie sino ai salotti tutti avevano commentato : « Proprio mentre si predica l'austerità, venire in Inghilterra con 200 mila sterline di gioielli! ». L'ex-re era tornato anche Vanno scorso; ed era andato a vedere Attlee : ah, che delusione per colui che s'era detto ohe fosse stato spinto giù dal trono perchè aveva tendenze troppo democratiche! TI colloquio con Attive durò 15 minuti, e quello con Bevin, dopo aver durato anche troppo in un formale tour d'horlzon della situazione internazionale mentre il duca nervosamente si toccava il nodo della cravatta (il suo Ilo nervoso è ormai diventato spasmodioo), si chiuse con l'offerta del governatorato della Rhodesia nell'Africa del Sud. Era un'offerta fatta per essere rifiutata: *Non c'è proprio niente per me più vicino a casa? », domandò con tono d'angoscia Venere. Bevin 6 un uomo di mente alta e di cuore aperto, e gli strinse Za mano con commozione: no, non c'era, non poteva esserci niente più vicino a casa per l'ex-re.' Riparti amareggiato perchè era convinto « di poter fare qualcosa vicino a casa » : sfera sempre interessato di problemi sociali; aveva studiato i problemi della pace e della guerra; conosceva tanti uomini utili neZ mondo... Lo disse ingenuamente agli amici. Londra nell'imbarazzo Ufo non s'era accorto — o se se n'era accorto, quanto più grande fu la sua amarezza! — che il numero dei suoi amici diminuiva ad ogni visita. Ecco: era incredibile che fossero così pochi i biglietti d'invito ohe il duca aveva ricevuto alla sua ultima -visita a Londra. Sembrava che i suoi amici — quelli che egli considerava i fedeli — si volatilizzassero. Una persona di quegli ambienti disse un giorno: « Sembra incredibile che un uomo cresciuto nell' etichetta rigida della Corte di Londra non senta che una terribile controversia mondana ancora gonfia la scia dei Windsor ogni volta che l'ex-re ha il cattivo gusto di venire a Londra. Nessuna legge del Parlamento gli ha chiuso le frontiere dell'Inghilterra; ma un ex-re dovrebbe comprendere che la sua presenza nel regno diffonde una aura d'imbarazzo». E poi, a Londra molta gente aggrotta ancora le ciglia quando si menziona la duchessa di Windsor. Coloro che sono ri- lllliillllilllllllllliiillliiiiiiiiiiiMlllllllllllllillit cevuti a Corte da re Oiorgio e dalla regina Elisabetta sentono che non possono essere intimi con l'ex-re e tanto meno con sua moglie la duchessa. Il fatto è che la regina non ha mai acconsentito a ricevere la moglie dell'ex-re, ohe pur è sua cognata; e la duchessa di Windsor non ha ricevuto il titolo di Altezza Reale: diventa difficile, per quello che si chiama il gran mondo, protocollare la moglie dell'ex-re che non è principessa reale. Ciò può sembrare ozioso e forse assurdo in questa nostra età; ma V Inghilterra mondana e ufficiale del 1948, nonostante la sua etichetta socialista, vive e pensa ancora come quella del 1848. E 41 duca di Windsor rifiuta — e fa benissimo — qualsiasi invito che non includa sua moglie; come al tempo della sua abdicazione nel 1936, egli dice: « O mi volete con questa donna o me ne vati ». Volar far troppo Pub sembrare triste la indifferenza degli inglesi per estui che fu il più popolare dei principi. TI popolino lo ricorda vagamente come il giovine principe di Galles che aveva una sua speciale attrazione, perchè era sbarazzino e buontempone, arbitro d'eleganze e alla mano. Non era mai stato un principe convenzionale; nè era poi stato convenzionale come re. Da principe aveva fatto restare senea fiato i ministri di suo padre quando per una cerimonia ufficiale s'era piantata in testa la bombetta dicendo: tll cilindro è ormai l'emblema dei grassi capitalisti ». Ma da re aveva posto la dinastia al rischio di capitombolare per mettere i suoi amori sopra la ragion di Stato. In esilio aveva stupefatto gli inglesi quando aveva fatto sapere che trovava interessantissime le condizioni sociali instaurate dal nazismo; e la gente aveva alzato gli occhi al cielo quandaveva annunziato di voler visitare gli Stati Uniti con U signor Bedaux, l'inventore di un sistema per diventare grande uomo d'affari ed odiatisHmo dai sindacati operai americani come reazionario. Probabilmente il duca di Windsor ha sempre sofferto della smania di voler far troppo; e se un re è soltanto un simbolo, un ex-re ha il dovere di essere soltanto l'ombra di un simbolo. Quando lo mandarono alle Bahame, invece del governatore ufficiale volle fare il riformatore. Prese a cuore gli interessi dei poveri negri, che i piantatori britannici pagavano ancora uno scellino al giorno; tentò di democratizzare il Parlamento di Nassau dove i negri votano ancora alla presenza.dei loro padroni; chiamò gli amici americani di sua moglie a impiantare industrie per il bene degli indigeni; fu insomma il governatore più impopolare che quei coloni britannici avessero mai veduto. Il giorno che riparti gli sventolarono i fazzoletti e poi tirarono un sospirane di sollievo. Il povero Windsor era nato per essere un principe, un re e un ex-re anticostituzionale. E' ricco, anzi ricchissimo del suo; si dice che abbia alle banche inglesi quasi un milione di sterline. I suoi possedimenti in Inghilterra gli rendono 28.000 sterline l'anno. Ma il fisco gliene porta via una grossissima fetta e la Tesoreria non gli lascia portar fuori dall'Inghilterra quel poco che ne rimane. Per questo l'ex-re ha dovuto qualche mese fa scrivere per Henry Luce le sue Memorie; Luce gliele pagò la bellezza di una sterlina per parola, e gli permise anche di essere un modello di discrezione: infatti furono delle Memorie che stupirono il mondo perchè non dicevano proprio niente. Fra sei anni il duca di Windsor avrà sessanf anni; sarà per sempre al di là della fase del Prince Charming. Lo obiettivo fotografico non lo lusinga; nelle fotografie il duca di Windsor appare quello cha veramente è: un ex-re disilluso e disingannato, con il volto solcato dai rimpianti e dalla nostalgia. E nessuno a Londra osa dirgli quella verità che è in fondo alla crudele indifferenza di quello che fu il suo popolo: ed è che gli inglesi non sentono nessuna pietà per un uomo che 'per un colpo di testa ha abbandonato il suo posto di re. C. M. Franzero