E' morto Emil Ludwig

E' morto Emil Ludwig E' morto Emil Ludwig Un attacco cardiaco lo ha colto mentre dormiva Ascona, 18 settembre. E' deceduto all'età di 67 anni il noto storico e biografo Emil Ludwig. La morte è avvenuta mentre lo scrittore dormiva. Da alcuni anni egli era sofferente di male cardiaco. Aveva da poco ultimato la stesura delle sue memorie. Emil Ludwig ha avuto un periodo di straordinaria popolarità. Tradotti in tutte le lingue, i suoi libri suscitarono la curiosità, anzi l'entusiasmo di innumerevoli lettori, anche di quelli meno provveduti di studi, che, nelle sue pagine, trovarono facili e ben drammatizzate rievocazioni storiche, ritratti di personaggi famosi, pittoresca e comunicativa vitalità. Nell'altro dopoguerra, come tutti sanno, venne la moda delle biografie romanzate; certi editori ne fecero addirittura collezioni. Ludwig, scrittore che già aveva infelicemente tentato l'arte del dramma e del romanzo e la poesia, si buttò a quel genere con l'impeto e la fortuna di un talento eccezionale, ed eccezionalmente portato a una visione spettacolare del mondo, alla teatralità del racconto, all'effetto superficiale, ma immediato e irresistibile. Sensibilissimo agli aspetti più esteriori e avventurosi della grandezza e della potenza, volse la sua attenzone a uomini per l'una o per l'altra ragione eccelsi, Goethe, Schliemann, Napoleone, Bismarck, Lincoln, e ne tratteggiò figure ed esistenze in grossi volumi che si leggevano d'un fiato. A dire il vero i suoi modi erano un po' grossi, e nella sostanza talvolta quasi banali; ma il piglio era agilissimo, il respiro ampio e robusto: e con un certo estro inalberato egli riuscì spesso a simulare una densità di penetrazione e di pensieri, che sedusse un po' tutti. A queste diciamo cosi false prospettive, a questi suggestivi inganni, ed anche a una specie di mitico favoleggiamento, riuscì particolarmente nella biografia di Goethe. Qui egli seppe variare e intensificare la narrazione, dallo stile familiare alla misteriosa allusione psicologica e poetica, con una prestanza e prontezza di assimilazioni e di intuizioni, che, di aneddoto in aneddoto, di episodio in episodio, poterono a tratti apparire profonde e rivelatrici. Molti lettori di ogni nazione civile credettero di scoprire, e in certo modo scoprirono Goethe nel suo libro. Ma a definire il limite e la qualità di divulgatore del Ludwig basterà metterlo a confrónto con un altro biografo di altra fama, ben più ristretta ma finissima, il Lytton Strachey. Quello che nello scrittore inglese è Interiorità di visione e di immagine, accordo sottile di una fantasia di artista con un'occasione offerta dalla storia, è, e rimane in Ludwig, sorprendente ma elementare e popolaresca drammaturgia. Ludwig, nato a Breslavia nel 1881, aveva studiato nella sua città, ad Heldelderg, a Lipsia; aveva letto biblioteche, grandi storici, grandi filosofi, grandi scienziati; ma non fu, poi,, né scienziato, nè filosofo, nè storico, propriamente. Si disse, che le sue erano soprattutto qualità giornalistiche, di giornalista grandissimo, nel senso della capacità di rendere attuali, esr>'essivi, intelllggibill a tutti i più ardui problemi, le più ci-nplesse figure, i momenti più disparati e lontani della storia dell'umanità. E questo è vero. Fertile d'ingegno, instancabile, insaziato nella curiosità, pare che abbia scritto più dì cento opere. Ma, se mai, mirabile non fu in lui questa fecondità, ma l'avidità straordinaria di vita, di conoscenza, quella brama di cogliere la realtà e tradurla in cronaca e fantasia commiste; mirabile o almeno notevole fu il cordiale entusiasmo spirituale per cui egli non indietreggiò di fronte agli argomenti più diversi e difficili, e scrisse di Wagner e di Gesù, dell'antico Egitto e di Rembrandt; e rievocò lo scoppio della guerra europea (luglio '14) e i propri ricordi di memorialista dei tempi recenti e dei tempi passati; e diede la caccia ai contemporanei, da Mussolini a Stalin. Ma qui. proprio qui viene fatto di scoprire nella sua forza espressiva l'intima debolezza. Qui appare com'egli mancasse non solo di una ve¬ ra, approfondita preparazione di {psicologo di sociologo di storico, ma anche della giù stezza di osservazione propria di chi ha lungamente meditato e indagato. Certi suoi abbagli, certe sue Illusioni lo dimostrano. Egli che nel 1932, israelita, fu costretto ad abbandonare la Germania, a rifugiarsi in Svizzera, ove poi sempre visse a Moscia, presso Ascona, nel Canton Ticino, egli non ebbe completa e pronta, pur dopo tanfo scorrere di storie ed evidenza di fatti, la distinzione della grandezza vera e di quella falsa; non ebbe, nel giro della storia contemporanea, il senso precùa dell'orientamento politico. I suoi colloqui con Mussolini, ove egli non riesce a celare un certo fascino subito, ne fanno fede. Ciò detto si deve riconoscere che con Emil Ludwig scompare un tipico rappresentante del nostro tempo, un rappresentante della media cultura contemporanea, fatta più di curiosità stimolate, che di approfondite conoscenze, più di vivace e spesso drammatica mobilità intellettuale che di sostanza e tenacia dello spirito: scompare, comunque, un innamorato della grandezza, di ciò che il tragico corso della civiltà e il culto degli eroi, fausti o nefasti, può offrire di impensato e fantasioso. Questa sua appassionata aspirazione ad intendere descrivere e narrare ciò che è straordinario e avventurato nella storia dell'uomo, e la sua possibilità di diffondere tra 'ecine di migliaia di lettori un superficiale ma variato interesse di cultura, spiegano e giustificano i suoi successi, la risonanza che il suo nome ebbe per anni, un po' ovunque, nel vasto mondo. f j,

Luoghi citati: Canton Ticino, Egitto, Germania, Heldelderg, Lincoln, Lipsia, Svizzera