Il socialismo si dibatte fra due estremi inconciliabili

Il socialismo si dibatte fra due estremi inconciliabili Il socialismo si dibatte fra due estremi inconciliabili Presa di posizione delpartito repubblicano contro il discorso del Papa Roma, 6 settembre. Il piccolo partito dei repubblicani storici ha veramente deciso di far la parte dell'«enfant terrible» nella coalizione governativa. Qualche giorno fa (lo si è appreso soltanto stamane) i repubblicani avevano costretto alle dimissioni l'on. Sceiba e tenuto per qualche ora il governo in una autentica crisi. Oggi il giornale repubblicano si leva contro il Pontefice commentando con aspre parole il discorso che Egli ha tenuto Ieri a piazza San Pietro. La Voce Repubblicana accusa Pio XII di avere usato un linguaggio da «. comiziante » di predicare la « ritorsione aggressiva » di fomentare la « rissosità politica» e di attuare il « più deteriore pragmatismo». Il Pontefice si era rifatto a una frase di Mazzini: il papato è morto — che il padre spirituale della repubblica aveva pronunciato con riferimento al potere temporale e che invece nel discorso di ieri Venne assunta come base per una polemica sull'attuale vitalità della Chiesa; e contro questa « inesattezza » i repubblicani hanno protestato. Ma la conclusione che ne traggono, sia pure in tono interrogativo, è molto grave: «la inesattezza è forse intenzionale? E' quel papato (quello temporale) che Pio XII vuole instaurare e potenziare?» Dopo le critiche di Pacciardi all'in¬ vadenza democristiana nella vita nazionale questa nuova presa di posizione riconferma che sotto la foglia d'edera c'è qualcuno che non si rassegna a fare il conformista e che non considera del tutto «tabù» l'attuale coalizione governativa. Pur richiusa nel fondo di un vicolo cieco; la questione socialista continua ad agitare la politica italiana, soprattutto per quel continuo riferimento che la polemica fra i due partiti fa alla presenza di alcuni socialisti a) governo. Le due posizioni estreme, rappresentate molto chiaramente da Riccardo Lombardi per 11 P.S.I. e da Saragat per il P.S.L.I., sembrano del tutto inconciliabili. Lombardi chiede che l'unificazione coincida con l'uscita dal governo del P.S.L.I. e Saragat pretende che, prima di riunificarsi, il P.S.I. si distacchi completamente dal comunisti. E in un articolo che l'Umanità pubblicherà domattina egli respinge ancora, definendola un motivo tattico contingente, la pregiudiziale che il P.S.L.I. debba uscire dal gov rno prima che si aprano trattative per l'unificazione. Ma tra i due poli estremi c'è una gamma intermedia di tendenze che, a detta di alcuni, potrebbero alla fine operare la conciliazione e di conseguenza la riunificazione. Le tendenze intermedie si possono all'ingrosso suddivide¬ re in tre gruppi: vi sono anzitutto 1 romitiani di cui slamo venuti a conoscere un < documento Interno » cioè una circolare firmata dall'on. Romita, da Carlo Spinelli e dal prof. Calogero, indirizzata a un «comitato di azione socialista» formatosi di recente a Milano. In essa Romita traccia le seguenti condizioni per la riuniftcazione : trasformazione del patto di unità d'azione con i comunisti da deliberativo in consultivo, semplice organo cioè di informazioni tra i due partiti; riconoscimento da parte dei saragatianl che l'attuale partecipazione al governo non è Indispensabile e costituisce una « inutile menomazione » dell'autonomia socialista. Un secondo gruppo è costituito da « Iniziativa socialista» specie di « giovani turchi » che da tempo si agitano all'interno del P.S.L.I. e che 11 12 settembre terranno un convegno con l'adesione di una ventina di federazioni provinciali e di molti deputati e senatori. «Iniziativa» lancierà un manifesto che si prevede molto violento contro la politica di Saragat e chiederà una riunificazione fondata sull'uscita dei socialisti dal governo e sulla liquidazione totale di ogni politica frontista. Un terzo gruppo è costituito dagli ex-aderenti ad « Europa socialista » ; di esso fanno parte quasi tutti ex¬ deputati come Sllone, Codigno. la, Binni, Mariani, Costantini, oltre all'on. Calamandrei e Ernesto Rossi. L'esecutivo dell'Unione dei socialisti, a cui tutti costoro aderiscono, si riunirà il 9 corrente e la posizione che verrà presa, a quanto si prevede, non si allontanerà di molto da quella dei romitiani. Se un giorno queste tre tendenze intermedie riuscissero a accordarsi e a fare un fronte unico di « centro » probabilmente le due estremità sarebbero costrette a cedere. Forse per questo lo stesso Riccardo Lombardi confidava due giorni fa: « all'unità si giungerà certamente fra alcuni mesi ». Prosegue intanto la battaglia in seno al consiglio sindacale del P.SJ. Le discussioni continuano accanite. Trecento delegati sono chiusi ermeticamente nella sala di riunione e difficilmente qualche indiscrezione riesce a trapelare. Il punto pud essere cosi sintetizzato: a parole tutti sono d'accordo per fare una politica sindacale autonoma, pienamente differenziata da quella dei comunisti; ma al momento di scendere al concreto e di assumere posizione obbiettiva di destra o di sinistra si scontrano perdendosi in interminabili diatribe senza conclusione. Per domani comunque è attesa una mozione definitiva. Vice

Luoghi citati: Europa, Milano, Roma