Un discorso di De Gasperi sulla libertà dei sindacati

Un discorso di De Gasperi sulla libertà dei sindacati Un discorso di De Gasperi sulla libertà dei sindacati "Abbiamo visto una serie di scioperi politici suggeriti dal Cominform: per questo oggi facciamo la battaglia per la neutralità e l'unità delle forze operaie,, Vicenza, 6 settembre. Il Presidente del Consiglio on. De Gasperi ha visitato oggi! centri industriali di Valdagno e Schio. A Valdagno è stato ricevuto dal sindaco e dalle altre autorità con le quali ha visitato le industrie cittadine e le opere assistenziali. A mezzogiorno dal municipio egli ha parlato al popolo che gremiva la piazza. Dopo aver esaltato le iniziative e le realizzazioni industriali egli ha sottolineato la importanza della collaborazione tra dirigenti ed operai senza la quale ogni iniziativa andrebbe perduta. « Oggi le imprese che qui esistono — ha detto il Presidente — sona frutto di una opera comune e così dovrebbe essere in tutta Italia, ma disgraziatamente le lotte continue avvenute, sono state una grande remora al progresso. In verità bisogna riconoscere che senza organizzazione operaia e senza lo spirito della agitazione poteva accadere, come è accaduto in certi paesi, che la grande massa venisse sfruttata anche contro la volontà personale degli imprenditori. Però questo aculeo, questo spirito di critica e di agitazione che vengono dalla organizzazione operaia, se sono necessari, se possono essere un contributo anche essi al progresso, non devono mai passare un certo limite, e se potremo in avvenire pensare a molte forme di partecipazione da parte degli operai ed a una distribuzione equa del rendimento, rimane sempre la necessità delia collaborazione e dannoso rimarrà il criterio della lotta di classe intesa come lotta politica. Con tale spirito dobbiamo rivedere anche il problema dell'organizzazione operaia. Il Governo, alla presente discussione, è assente volutamente. Il Governo, come tale, non vuole intervenire e consigliare una forma o l'altra dell'organizzazione sindacale. Il Governo riconosce la necessità di una rappresentanza veramente concorde degli interessi operai. « Però — ha proseguito il Presidente del Consiglio — penso che l'esperienza ha dimostrato come l'accordo sia possibile soltanto se nell'organizzazione vige il rispetto di tutte le fedi, non solo, ma anche il principio della neutralità e dell'indipendenza in confronto dei partiti ». Dopo aver ricordato la sua esperienza sindacale l'on, De iGasperi ha soggiunto che « en-\tro il limite della convivenza democratica, si affacciano interpreti i partiti politici e ne assumono le responsabilità verso lo Btato democratico e l'opinione pubblica, ma non diventano strumento, le organizzazioni sindacali che hanno funzioni organizzative, rappresentative, professionali ed assistenziali ed in una forma o nelYaltra dovranno esercitare funzioni di diritto pubblico. «Non è con ciò che si mutila l'attività dell'organizzazione sindacale. Fra una attività semplicemente burocratica, come l'avevano le corporazioni fasciste e l'azione agxtatoria e disgregatrice imposta dal Cominform, c'è di mezzo un lampo fecondo di attività politicosociale. * Purtroppo lo sforzo unitario che venne fatto in questi tre anni, pare sia stato vano, nonostante moniti e raccomandazioni in nome della concordia. Abbiamo visto — ha continuato l'oratore — una lunga serie di scioperi politici e di agitazioni sussultorie, abbiamo visto che gli ordini del Cominform attraverso il partito comunista italiano hanno manovrato anche la attività sindacale. «Per questo oggi si fa la battaglia per la neutralità, per la libertà, per l'unità delle forze operaie. E nello stesso senso abbiamo combattuto il 18 aprile. «Noi non pensiamo che sia possibile alla soia classe operata, soprattutto del lavoro manuale, di assorbire tutte le funzioni dello Stato, noi crediamo che il sistema migliore — non dico perfetto — di go verno è quello che promana dal suffragio universale che voi avete usato il 18 aprile ed è attraverso questa votazione che si designa il Governo e la espressione di questa volontà popolare non può che essere la espressione di tutti gli italiani, di tutti gli interessi e di tutte le esigenze. Orbene, non è facile come Governo nella disastrosa situazione del dopoguerra, trovare la lìnea di confluenza che costituisce il progresso della comunità democratica, ma se si è veramente animati dalla volontà di creare e di fare, a rischio anche di commettere degli errori ma con U proposito di correggerli, credo che siamo sulla strada buona, che siamo sopra quel cammino ene ci méta ». dovrà condurre alla Concludendo l'on. De Gasperi ha poi affermato: « Credo che non abbiamo avuto torto se il 18 aprile, in mezzo ad un'Europa che temeva imminente una catastrofe, il po- Solo italiano ha dato prova di uon senso. Questa vittoria è inutile che qualcuno si imma- gini che sia stata fugace e {dovuta a impressioni fugaciAcgltntLdnsperchè essa si fonda sulla ere- scente maturità del popolo italiano ». |iiiiiiiiiiiitiiiiiiiii! iiiiriiiiiii iiii;Eiiiii!f

Persone citate: De Gasperi

Luoghi citati: Europa, Italia, Schio, Valdagno, Vicenza