L'U. R. S. S. avrà mutato il suo punto di vista?

L'U. R. S. S. avrà mutato il suo punto di vista? L'U. R. S. S. avrà mutato il suo punto di vista? (Dal nostro corrispondente) Washington, 23 agosto. Negli ambienti diplomatici di Washington si è preparati al peggio. Già più volte vi ab biamo segnalato come,' pur sotto la prudente cappa del ri. serbo, la maggior parte degli osservatori lasci intrawedere un certo pessimismo in merito ai colloqui di Mosca. Ma oggi, mentre si attende di apprendere qualcosa (sarà forse tut to?) sui colloqui al Cremlino, qualcuno degli esperti più au. torevoli affaccia una vaga speranza. Comunque sia, tutti concordano nel ritenere deci, sivo il colloquio di stasera. Per il primo incontro con Stalin, che avvenne il 2 agosto, vale a dire all'inizio delle trattative, le Potenze occidentali avevano preparato metico losamente i loro piani. Oggi si compiva la settimana dall'ultimo colloquio con Molotov ed è facile indovinare che da parte di Londra, Washington e Parigi sì è 'studiata ancor più minuziosamente la situazione. Un diplomatico bene al corrente, dell'andamento delle discussioni, che si protraggono ormai da tre settimane al Cremlino, affermava oggi: ■x Ormai ogni decisione è nelle mani di Stalin. Molotov allo stato attuale delle cose ha detto la sua ultima parola, ha esaurito la sua parte. Può darsi che l'intervento di Stalin serva in certo qual senso di molla d'avvio per un'altra serie di colloqui. Ma è chiaro che iu ogni modo tutto dipende da lui e francamente, a questo stadio delle trattative, le speranze sono assai lievi ». E' positivo, e date le fonti non sembra lecito dubitarne, che le conversazioni russo-occidentali sono attualmente (vale a dire fino alla vigilia dell'odierno incontro) ad un punto morto e che occorrerà un notevole mutamento del punto di vista russo perchè si possa sperare in una fruttuosa prosecuzione del lavori. Malgrado l'ecoltazione che ha pervaso gli ambienti politici di Washington all'annuncio della presenza di Stalin ai colloqui, nei circoli più autorevoli si consiglia di non balzar subito a conclusioni precipitose e cervellotiche. Non è escluso, si osserva, che alla fine del colloquio gli stessi inviati occidentali non stano in grado di giudicare se sia il caso o meno di troncare le discussioni. Sono i governi che devono prendere la estrema decisione. Ma le decisioni provenienti da Londra, Parigi e dalla stessa capitale americana tendono a'far ritenere valida la tesi dinanzi accennata; che cioè soltanto Stalin può evitare il fallimento delle conversazioni. Riassumendo, dopo tre settimane di conversazioni, non seno disponibili agli osservatori che frammenti di dati positivi. A quanto pare, comunque, i fattori determinanti del deadlock (punto morto) sono: 1) H rifiuto sovietico di abolire.il blocco di Berlino; 2) La riluttanza russa a riconoscere senza tergiversazioni il diritto delle potenze occidentali di rimanere a Berlino senza vincoli e restrizioni; 3) Il rifiuto occidentale di garantire alla Russia il confrollo assoluto sulla valuta in circolazione a Berlino. Ad avallare la loro opinione, i pessimisti ricordano come la radio e la stampa della zona sovietica in Germania abbiano in pratica preparato la via all'annùncio di un fallimento causato dall'atteggia¬ mento degli occidentali. Ribattono gli ottimisti citando passi di cauta speranza tolti pure dalla stampa germanica controllata dai russi. Forse, comunque, fra qualche. ora non ci sarà bisogno d'induzioni e deduzioni, Edoardo Depuri

Persone citate: Edoardo Depuri, Molotov, Stalin