Sullo schermo del Lido

Sullo schermo del Lido Sullo schermo del Lido S'inaugura stasera la IX Mostra Internazionale di Arte Cinematografica - Quattordici Nazioni partecipanti - Film di Flaherty e di Pabst, di Olivier e di Ford (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 18 agosto. Quando si decise d'inaugurare questa Mostra dopo il Ferragosto, si pensava che avrebbe potuto ravvivare una' « stagione » ormai avviata al suo declino; e invece, con questa estate pazza e burrascosa, la « stagione ii potrebbe forse cominciare appena adesso. Dopo settimane e settimane di vento aaatenato, di freddo e di piovaschi, per ben quarantotto ore filate la rena del Lido è stata bionda al sole caldo, dinanzi ad un azzurro da cartolina illustrata. E gli'Alberghi si sono animati, i vaporetti hanno subito assalti su assalti, in piazza e in piazzetta un andirivieni fino a tarda aera; e perfino le « serenate » riapparse dinanzi alla Salute, hanno avuto frotte di gondole attorno a quei do quasi di petto e al lucciolare dei lampioncini. Venezia è in questi giorni garrula e festosa quale da tempo non appariva; e gli sguardi si levano a riguardarsi ancora una volta San Marco, il palazzo Ducale, ma anche a sorvegliare quelle nuvole augii Alberoni, quella foachìa verso Burano. Purché duri, un po' di bel tempo. E se alcuni pensano ad inaugurare la Mostra del Cinema, tutti si danno invece un gran da-fare, fra un temporale e l'altro, per inaugurarsi questi pochi scampoli di tardiva estate; e i tramonti sono già un po' accorati, suscitano bagliori otanchi dalle bifore .e dai musaici e stendono veli di madreperla dai Colli Euganei alle isole della laguna. Come prima TI Lido è già riuscito a tornare, su per giù, come era. Derequisiti, e soprattutto reataurati, gli alberghi; sostituite le centinaia di alberi abbattuti con altri giovanetti; rifatti capanni e iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii im asfalti; intonaci bianco-latte e giallo-ova da per tutto; da- per tutto un sentore di vernici fresche, rosso-scarlatto o verde-bandiera; e il Viale Elisabetta è alla sera una sola trina di luci, dovuta a nuovissime lampade fantasiose, create dai vetrai di Murano. Questi veneziani, che con sorridente bonomia sopportano la gratuita leggenda del loro «avanti adagio », hanno fatto per il Lido miracoli; tanto più appariscenti quando si pensi come la cosidetta ricostruzione non proceda nelle nostre città. Anche il Casinò è. tutto lindo, rimesso a nuovo; il Palazzo del Cinema gli tiene bordone, lustro e agghindato, pare finito da poche ore; e la Mostra, cho dopo nove anni può finalmente tornarvi, aembra chiamata a ritentare la sua sorte più vera. Ci dev'essere uno stellone anche per lei. Ritorna infatti al «suo» Lido in un anno che le è particolarmente propizio. Cannes e Bruxelles hanno questa volta rinunciato alle loro rassegne; ed erano, per Venezia, le due concorrenti più temute e temibili. I produttori americani, dopo dieci anni di assenza (prima dovuti alla balorda premiazione del X938, poi alla guerra), tornano a partecipare alla gara; la Giuria per i premi sembra indipendente da pastoie burocratico-politiche; ed i film iscritti appaiono, per circa una metà, interessanti. Quella di quest'anno può esaere una svolta essenziale. O l'organizzazione veneziana torna ad imporsi, e la Mostra potrà tornare ad essere la sola importante, sulla quale far sempre più convergere l'attenzione di produttori e registi d'ogni Paese; oppure, ripreso flato le iniziative di Cannes e di Bruxelles e concretatisi altri inevitabili tentativi saltuari, i j 11111 ■ il il ■ 11 un il 111 ti mi 11111 miiii u 11111 ii 11111 mi più o meno balneari, la Moatra Bara nei prossimi anni uno dei tanti Festival che un po' servono da fiere campionarie del film e parecchio servono le esigenze turistiche locali. E' un bivio non facile, dinanzi al quale si trovano Ponti, Zorzi e De Pirro; alla fine della Mostra vedremo se è stato fatto e si vuol fare il possibile per avviarla a nuove, migliori fortune. Film e registi Partecipano quattordici Nazioni, con una cinquantina di film. E, fra questi, segnaliamo due importanti ritorni. Robert Flaherty, il poeta dell'Uomo di Aran, ha interrotto il suo silenzio che, prescindendo dalla disavventura di Elephant boy, effettivamente durava da quattordici anni: si presenta con Louisiana Story. E un altro grande regista, O. W. Pabat, che taceva da sette anni, ci darà II processo. Salutati cosi i due Maestri che tornano allo schermo, subito s'impone Olivier, l'insigne attore-regista di Enrico V: ci offrirà il suo Amleto, che da qualche mese va riscuotendo a Londra entusiastici conaenai. Un'altra riduzione ahakeapeariana sarà il Macbeth di Orson Welles. Il vecchio, intramontabile Ford (il regista di La spia e di Ombre rosse) ci darà Il fuggiasco. Disney, riprendendo la formula di Fantasia; e fatto scaltro da quella esperienza, speriamo che ci delizi con Melody Time una serie di canzoni sceneggiate: un altro tentativo di interpretare sullo schermo delle musiche, che però, per fortuna, questa volta hanno dei ben modesti autori e non scomodano le grandi ombre di Bach e di Beethoven. Vidor, l'indimenticato regista di Alleluja, ci mostrerà Duello al sole, un film audace con un'audacisaima Jennifer Jonea. A questi, che appaiono i. più importanti fra i film stranieri, si possono ancora aggiungere Barriera invisibile, di Elia Kazan, che vi ha coraggiosa^mente affrontato il problema dell'antiaemitiamo negli Stati Uniti, e Scarpette rosse del Powell, che domani aera inaugurerà la Mostra. L'Italia si presenta con 'sei film, dei quali il più atteso è La terra trema, di Luchino Visconti, la vita di tutto un paesetto siciliano ritratta senza sceneggiatura, l'obiettivo considerato come il taccuino per uno scrittore. Rossellini, l'autore di Roma Città aperta e di Paisà, ci darà il dittico Amore; mentre Senza pietà di Lattuada, Sotto il sole di Roma di Castellani, Anni difficili di Zampa e Fuga, in Francia di Soldati, completeranno il nostro gruppo. Attorno poi a questo, e a quello straniero, decine e decine di documentari, quei brevi filmetti che tante fatiche costano ai loro autori, e che possono aervire da banco di prova per opere di ben altro respiro. Alcuni Paesi, come il Belgio, la Cecoslovacchia, la Danimarca, l'Olanda e la Ungheria, partecipano alla Mostra soltanto con documentari. Gara aperta La gara è aperta nè previsioni sono possibili. Vere e proprie incognite sono quelle della Germania e della Polonia, dell'Austria e del Measico, della Svizzera e della Svezia. Meno incognita quella dell'Argentina che aembra ricalcare i suoi schemi. Ma, comunque le proiezioni si ausaeguano e si rivelino, la speranza migliore è che la Moatra non venga meno ad una sua tradizione che vuole la grossa aorpreaa ad opera di un ignoto, tanto meglio se un giovane, che qui ci scopra il suo volto d'artista. (I premi tra ufficiosi e ufficiali, sono naturalmente quasi a bizzeffe, vi sarà da accontentare anche gli incontentabili;. Si inizia cosi domani sera la grande parata che si concluderà il 4 settembre. In questi venti giorni il « tifo » per il cinema tornerà ancora una volta ad infierire tra i viali e le capanne, su vaporetti e motoscafi, per Calli e Campielli. Venezia è solita a queste periodiche epidemie, le accoglie indulgente e benevola. I registi d'ogni Paese, che per il passalo e nei loro Studi avevano tutti, chi più chi meno, <c ricostruito » uno scorcio di Venezia in cartapesta, per alcune sequenze di questo o quel film, sogneranno in questi venti giorni la vera Venezia che non conoscono, qualcuno ne attenderà con ansia mal dissimulata il responso. Per noi, poveri cronisti, la fatica dei primi giorni ci è ora più lieve; è infatti scomparso un personaggio molto ingombrante. Non appena le fortune della Mostra si dimostrarono fin troppo felici, ad ogni inaugurazio¬ ne quel personaggio assumeva i più diversi aspetti, e ti coglieva a tradiinento, senza che gli si potesse sfuggire. Era, di solito, una Eccellenza. Ti prendeva sotto braccio, e protettore e importante ti confidava: « Perchè, lo devi sapere, la prima idea della Mostra l'ho avuta io ». Fingevi di congratularti, quello finalmente ti lasciava; ma ti beccava poi un'altra Eccellenza, cordialona ed espansiva: « Carissimo. Va tutto bene, ehf Lo sai che la prima idea della Moatra l'ho avuta io t » Fingevi di credergli; ma, poco dopo, un'altra, questa volta subdola e misteriosa: c Se non ci fossi stato io, ad avere questa idea, povero Lido ». Ora, almeno, Deo gratias, anche il personaggio del proto-ideatore è definitivamente scomparso. Mario Gramo Sarah Churchill è arrivata l'altro Ieri a Venezia nillllllllllllllMIIIIIIIIIIIIIIIMlMIMIIIIIIIIMIIMIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllllllllllllillll