L'ultimo salotto di Londra

L'ultimo salotto di Londra L'ultimo salotto di Londra Lady Cunard, la dama dagli smeraldi, amica di principi e di letterati, è morta a 80 anni, dopo aver incantato varie generazioni di ospiti illustri (Dal nostro corrispondente) LONDRA, agosto. Uno del più famosi aalptti della storia fu quello della Marchesa di RambouUlet, ohe dal 1610 al 1660, a Parigi, accolse due aristocrazie, quella del nome e quella delllngegno. A chi le domandò un giorno quale fosse 11 requisito per esservi ricevuto.-la Marchesa rispose: < Basta non esaere noiosi». A Londra il bel mondo è noiosissimo, perchè nessuno sa più parlare. Nessun scrittore compone più le brillanti commedie di Oscar Wilde perchè non ci son più salotti in cui Srovere, come faceva Wilde, successo di una bella battuta. Nessuno a un pranzo si sogna di tenere una conversazione briosa; in verità, nessuno dà più dei pranzi. La bella mensa di dieci, dodici commensali, presieduta da una padrona di casa vivace e Intelligente, che raduna alla sua tavola diplomatici scrittori artisti e qualche donna bella « per ornamento » è usanza tramontata da vent'anni. Chi ancora a Londra offre pranzi, divide i suol amici in piccole brigate ai tavoli di un albergo alla moda, o ne ammassa Insieme centocinquanta tutti in piedi in un salone a bere cocìctatts e divorare pasticcini, chiacchierando in falsetto di niente — ciò che in inglese si dice s mail talk. C'era ancora un salotto, stupendo, brillantissimo, anche se sembrava un reato di naufragio (il naufragio del gran mondo) : ed è ora finito con la morte della sua padrona, Lady Cunard. Per meno secolo tutti conobbero Lady Cunard come Maud Cunard, la figlia del milionario Burke di Nuova York, sposata nel '65 a Sir Badie Cunard, l'erede del fondatore della grande linea di navigazione « Cunard » che ha i più grandi transatlantici del mondo, il Queen Mary e il Queen Elizabeth. Maud Cunard possedeva . una borsa magica come quella del racconto di Hoffmann, nella quale le sterline d'oro non finivano mai; e con tanta ricchezza Lady Cunard potè sfogare le sue passioni: musica arte letteratura e gioielli, e avere un salotto famoso. Per molti anni i suoi gioielli favoriti furono i rubini; ne possedette una guarnizione storica, di quelli che i gioiellieri chiamano « sangue di piccione » ; ma noi si innamoro degli smeraldi. Senti che gli smeraldi « esprimevano la sua personalità >; e si cambiò persino di nome, si ribattezzò Esmeralda. Ma non v'era nulla di ostentato nella «mistica dei gioielli », di Lady Cunard, nè nelle sue eccentricità. Diceva con un dolce sorriso che non sapeva quanto spendesse all'anno per vestirsi, ma poteva soggiungere : « Se vi sono in casa mia molte vesti e montagne di cappellini che non ho mai messo, non vi è neanche un libro nella mia biblioteca che io non abbia letto ». E aggiungeva con malizia: « Capirete, bisogna pur che la padrona di casa sia in Sado di discorrere con un aure del suo ultimo libro.. ». Nel suo palazzetto al numero 7 di Grosvenor Square, Esmeralda Cunard lasciava che tutti i suoi invitati arrivassero; poi quand'era il momento di passare a tavola, la porta del salotto s'apriva ed essa entrava. « E' cosi stupido — disse una volta — vedere i propri amici arrivare uno alla volta o a due a due come le bestie nell'Arca di Noè. E' meglio affrontarli tutti insieme ». E quand'ella appariva, l'atmosfera del sa¬ lotto sembrava mutare, perchè la piccola squisita Lady Cunard era una donna che gettava' un fascino su tutta la compagnia. Per questo regnò per mezzo secolo sul bei mondo di Londra. Fu amica di re e di principi. Fu da lei che Edoardo VÓI — oggi l'esule Duca di Windsor — conobbe la fatalissima Wally Stmpaon. Fu amante di musica e di balletti e una delle più munifiche §airone dell'opera italiana, eppe essere amica di uomini politici e di scrittori: George Moore, che fu il più grande stilista delle lettere inglesi moderne, tradusse apposta per lei dal greco Dafni e Cloe e glie lo dedicò: « Alla donna dei miei sogni». E nessuno sorrise malignamente, perchè Lady Cunard fu sempre al di sopra dei pettegolezzi. Ebbe una sola delusione nella sua vita: la bizzarra conversione di sua figlia Nancy, che una quindicina d'anni fa fu presa dalla passione proletaria e andò a vivere fra i negri del quartiere di Harlem a Nuova York. Quando la guerra rese la vita troppo complessa, Lady Cunard vendette il palazzetto dì Grosvenor Square e andò ad alloggiare in un appartamento nell'elegante Hotel Dorchester, dove trasportò i suoi mobili e i suoi bellissimi quadri francesi: si diceva che l'arredamento di quelle poche stanze valesse 200 milioni; e con coraggio e molto tatto continuò a tenere aperto il suo salotto. Aveva ormai ottant'anni: ma le cure sapienti e soprattutto la sua mente vivacissima la facevano sembrare molto più giovane. E' morta improvvisamente d'un mal di gola di cui aveva sofferto per molti anni: anzi, un giorno che aveva declinato un invito a pranzo dell'Ambasciatore degli Stati Uniti per- che il fumo l'avrebbe fatta soffrire, il signor Lewis Douglas la supplicò di non negargli la sua compagnia e pregò gli altri ospiti di astenersi dal rumare. Pochi mesi prima di morire, disse a un letterato: « Tempo per riposarmi ? Non ho neanche il tempo di scegliermi un cappello. Per questo li compro a dozzine, per non perder tempo a provarli dalla modista... ». E a quello scrittore che le domandava se proprio leggesse tutti i libri di cui conosceva gli autori, confessò ridendo: « Insomma, qualche volta non ce la faccio. E allora, invece di parlare all'autore del suo nuovo libro, lascio che l'autore ne parli a me: gli dà un piacere ancora più grande... ». C. M. Franzero iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Londra, Nuova York, Parigi, Stati Uniti