Il "fronte,, si spezza

Il "fronte,, si spezza LA CRISI DELL'ALLEANZA ÙELLE SINISTRE Il "fronte,, si spezza Drammatici colloqui sul distacco del P.S.I. - In una non riescono a far deflettere i socialisti dalla loro de tativo - Il viaggio di Senni a Mosca e la probabile fusi iunione notturna i comunisti isione - Oggi un estremo tenne dell'ala sinistra col P.C.I. Roma, 10 agosto. Questa giornata di passione per il fronte ha fatto sì che gli animi siano rimasti sospesi fino a sera - inoltrata. Rinnovarsi o perire era lo slogan che stamattina circolava a Montecitorio tra gli stessi frontisti. Ed era assai visibile che si trattava di un espediente per darsi un poco di disinvoltura, come a mostrare che chi sa scherzare anche sul propri affanni è sicuro di sè. Restano i "piccoli,, Si è cominciato con i commenti ad un articolo comparso stamattina sul Paese, un giornale notoriamente frontista, nonché decisamente fiancheggiatore dei comunisti. Questa mattina per la prima volta, se la memoria ci assiste, il direttore del quotidiano, che è il deputato indipendente democratico di sinistra Tommaso Smith, ha sferrato un attacco violento contro uno dei maggiori contraenti dell'alleanza popolare; contro lo stesso segretario del partito socialista, ing. Jacometti. La crisi è dunque scoppiata anche sulla stampa del fronte. Smith comincia col definire avventata la posizione del partito socialista italiano e poi dice: «Esca pure dal fronte il partito socialista italiano se lo desidera. Il suo, però, non è che un recesso, il quale non gli permette assolutamente di decidere l'ulteriore sorte dell'ente, che rimane e sopravvive >. Dunque, secondo Smith, il Fronte è destinato a sopravvivere anche se 1 socialisti se ne vanno. E chi rimane? Restano i « piccoli >, perchè stasera si è saputo che tutti i « piccoli >, nella riunione di venerdì notte, si sono pronunciati per il mantenimento dell'organismo. I socialisti romani sono in prevalenza di sinistra e tutti schierati contro la direzione centrista; va prendendo consistenza la voce che a Jacometti sia già stato fatto presente che, In caso di rottura del fronte, alcuni forti gruppi socialisti sono risoluti a rimanervi per conto proprio: ciò che vorrebbe dire che una scissione nel partito socialista potrebbe essere provocata dalla corrente di sinistra. Fino ad ora si era parlato di Romita, e. cioè della destra, come dell'elemento che avrebbe provocato la scissione: ora il pericolo è a sinistra e Jacometti non sa più da quale parte rivoltarsi. Notizie da Varsavia Giungono intanto da Varsavia e da Mosca notizie strane e preoccupanti circa il viaggio di Nenni. Con i socialisti polacchi egli avrebbe studiato la situazione in cui viene a tro- varsi un partite socialista al quale siano stati amputate tutte le appendici Sii destra e sia perciò ridotto di assoluta e 1; gezione al par E, se verrà tro: ne di suo gust so che in Itali: Ila condizione mediabile sogto comunista, ta la condizionon è esclusi suo ritorcle all'operadi tornare, a .e concesse a Polonia per «ita di un'a- uhm no, sia favori zione. Ma prii parte le Inter quotidiani dell affermare la ne zione unitaria di sinistra » e ni avrebbe parlato anche con Molotov e Zdanov, se sono vere le informazioni pubblicate stasera da un quotidiano indipendente. Forse Nenni, vuole dal Cominform o dà 'un esponente qualificato dei j irtiti orientali una specie di asi icurazione sulle condizioni d favore riservate ai socialist che rimangono fedeli ai lomunisti; od orientamenti e direttive sul modo da seguir ! per procedere alla fusioni ; o assolvere una missione j irticolare, affidatagli dalla flc jcia del partito comunista it liano: qualunque cosa voglti , sta di fatto che il primo a prospettare la secessione del i tcialisti di sinistra è stato 14 inni e dopo la scissione operat da Saragat si vede che le fot ;e centrifughe continuano ad i gire nel partito socialista. DI tutto ques ) si è parlato stamane nella r mione che ha tenuto l'esecuti o del P. S. I. per definire Tati ggiamento da adottare nel porr riggio di fronte ai comunisti, comunisti infatti hanno inv tato i socialisti ad una riunì ne della giunta d'intesa fra P.CJ. e P.S.I. E' questo l'orgai t> che deve applicare le norm per l'unità di azione fra i due partiti tuttora collegati come 1 sa dal noto patto: in quesi .sede Longo, Secchia e Pajet i hanno vivacemente contestino ai tre rappresentanti socialisti — Lombardi, Matteotti» Jacometti — che essi non hanno il diritto di prendere cornai esecutivo di partito una deaerazione che coinvolge la reséonaabilità della direzione, sefnon addirittura del comitato| nazionale. Di fronte a tali prebeduristi — lo scrupolo della procedura sta diventando nei comunisti una caratteristica spiccata — 1 socialisti si sono trovati un poco imbarazzati Comincia il dramma La riunione si è svolta in due riprese polche i socialisti hanno chiesto un intervallo per consultarsi. Questa sera alle 8 essi si sono presentati alla riunione del fronte senza quel documento ultimativo che si di ceva volessero sottoporre alla direzione. I comunisti infatti hanno sostenuto che la questione dovesse essere trattata in quella sede collegiale e, non a caso, hanno fatto valere questo criterio essendo la maggioranza, per il concorso dei « piccoli », dalla parte dei comunisti. E a questo punto è calato il sipario iniziandosi il dramma a porte chiuse. 8 Dopo quattro ore di discussione si può dire che l'organismo che doveva riunire tutte le correnti di sinistra sia ormai completamente sfaldato. I socialisti hanno resistito agli assalti dei comunisti, e in particolare di Scoccimarro, e sono praticamente rimasti alla fine fermi sulle posizioni di partenza. In apertura della riunione — alla quale hanno partecipato Longo e Scoccimarro per i co- aiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii munisti e Jacometti, Lombardi, Matteotti, Llzzadri, Morandi e Cacciatore per i socialisti, oltre ai rappresentanti dei « piccoli » al gran completo — Jacometti ha sottoposto alla presidenza del Fronte una bozza del manifesto che l'Esecutivo del P.S.I. avrebbe avuto in animo di lanciare al Paese. Si parlava, in quel manifesto, vagamente di solidarietà in seno al Fronte, ma si aggiungeva che il Fronte politicamente non «veva -ragiona ai esistere. In-1 fine si proponeva la trasformazione del Fronte stesso in un altro organismo, di cui però non venivano specificate le finalità. Parole dure di Longo I comunisti, spalleggiati da Mole, da Mlglioli, da Smith e dagli altri esponenti dei « democratici di sinistra», respingevano le proposte socialiste in quanto l'accettarle avrebbe significato il riconoscere la morte del Fronte, come più volte Jacometti ha esplicitamente ammesso. Longo ha parlato brevemente ma duramente. Egli ha domandato agli esponenti del P.S.I. se credevano di rappresentare la maggioranza del partito, mentre da chiari segni risultava che la maggioranza in seno al P.S.I. veniva spostandosi verso l'estrema, e ha fatto chiaramente intendere che se il P.S.I. usciva dal Fronte, difficilmente la sinistra in seno al partito avrebbe potuto seguirlo su quella strada. I socialisti di sinistra, che pure erano presenti alla riunione, non hanno detto nè si né no; in tutte le quattro ore, infatti, nè Lizzadri nè Cacciatore, nè Morandi sono intervenuti in alcun modo nella discussione. Alla fine, non essendosi raggiunto un accordo, la riunione è stata rinviata a domani per cercare una soluzione, ma negli ambienti stessi dèi comunisti si ritiene che questa, se non intervengono fatti nuovi, non si troverà. ininiiiiitiiHiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Mosca, Polonia, Roma, Varsavia