La formala decaduta di Panfilo Gentile
La formala decaduta La formala decaduta H Fronte democratico popolare alle sue origini rappresentò la formula insidiosa e ambiziosa attraverso la quale il partito comunista, adottando posizioni apparentemente moderate e concilianti, sperava di attirare nella sua orbita partiti e uomini di sinistra e di porsi cosi a capo di una larga concentrazione, di cui, evidentemente in ragione della prevalenza delle sue forze, esso sarebbe stato il dominatore! Questa formula, nonostante tutti gli accorgimenti dell'ori. Togliatti, non ebbe successo. La sua insidia fu avvertita anche dagli spiriti più candidi. Nei paesi in cui i fronti democratici, sotto il patronato comunista erano stati accettati, era avvenuto che i comunisti, dopo essersene serviti come pedana per la conquista del potere, presto avevano gettato la maschera e imposto il loro assoluto predominio o schiacciando o riducendo a una passiva obbedienza i loro incauti alleati. Come tutti ricorderanno, alla vigilia elettorale la formula del Fronte venne perciò rifiutata tanto dai partiti repubblicani quanto dal partito socialista lavoratori italiani e alla battaglia elettorale il Fronte democratico si ridusse solo al partito comunista e al partito socialista italiano, con un'appendice puramente ornamentale di qualche isolato raccattato ai margini delle ambizioni e delle vanità elettorali prive di scrupoli. Dopo il 18 aprile quindi era chiaro che la formula, non avendo funzionato, doveva essere dichiarata decaduta. Senonchè su questo punto oggi comunisti e so: cialisti professano opinioni diametralmente opposte, essendo noto che i comunisti intendono mantenere in vita il Fronte e i socialisti, o per 10 meno quella parte di essi che è rarjpresentata dall'at tuale direzione, intendono invece seppellirlo. Che cosa c'è sotto in codesto dissen so? Noi siamo persuasi che i comunisti non la pensano diversamente dai socialisti circa la vitalità del Fronte rispetto agli,scopi originar» che esso si proponeva. Sarebbe fare un torto all'intelligenza dei dirigenti comu nisti supporre che essi t>os sano ancora nutrire "l'illusione di suscitare una larga concentrazione popolare sotto il loro patronato. A parte 11 fatto sopra ricordato della diffidenza e del sospetto che sì sono addensati sulla formula, sono sopraggiunti il piano Marshall, il Cominform, la Dreclusione dei comunisti dal governo, essendo risultata ogni loro partecipazione governativa impossibile senza un totale capovolgimento di tutta la nostra politica estera e economica, l'opposizione comunista diventata, infine, intransigente opposizione di regime.. Tutti fatti codesti che impongono una politica specificamente comunista, che non può essere adottata che dai comunisti, e che automaticamente respinge la solidarietà e la partecipazione di.ogni altra forza. Se i comunisti insistono quindi ciò nonostante nel voler mantenere in piedi il Fronte, a nostro avviso, è solo perchè a questo oramai assegnano il compito più modesto di agganciare e subordinare il partito socialista italiano. E" vero che esiste anche il famoso patto di unità di azione, ma i termini di questo patto nonché il suo apparato organizzativo, sono assai meno operanti e dirigenti del Fronte. H Fronte è ancora ritenuto uno strumento idoneo ai controllo dei socialisti, e questo è tutto. Dall'altra parte i socialisti, seppellendo il Fronte, intendono affacciare appunto qualche timida velleità di indipendenza. Non abbastanza risoluti, dati soprattutto i complicati compromessi del Congresso di Genova, per arrivare a una denuncia del patto di unità di azione, essi desiderano per lo meno sciogliersi da quest'altra camicia di Nesso. In definitiva ormai la sopravvivenza o meno del Fronte non è che una bega tra socialisti e comunisti, e la conseguenza più importante che potrebbe derivare da una soluzione negativa del problema e cioè dallo scioglimento del Fronte, sarebbe solo quella di una ulteriore scissione del partito socialista italiano, nel senso che i fusionisti potrebbero staccarsi dal Partito e finalmente passare nelle file comuniste. Sebbene resta a vedere quanto queste nuove reclute possano riuscire gradite agli stessi comunisti. B partito comunista, infatti, secondo quelle the sembra no essere le più recenti vedute di Mosca, sarebbe propenso più a restringere che ad allargare la propria com¬ pagine. Esso vorrebbe costituirsi come una élite di gente fidata e provata, il cui raggio di influenza dovrebbe estendersi non tanto attraverso il numero degli aderenti diretti quanto attraverso gli ausiliari e i simpatizzanti, sui «quali il Partito dovrebbe essere in grado di esercitare un controllo efficace, ma senza accordare loro pieni diritti di cittadinanza. Il tipo di organizzazione vagheggiato sarebbe quello di una specie di ordine religioso accuratamente selezionato con poteri di direzione su un esercito di fedeli tenuti all'obbedienza e esclu si dal comando. Ed è questo probabilmente un altro interesse dei comunisti alla sopravvivenza del Fronte, nel quale potrebbero trovar ricetto tutti gli aggregati di seconda fila, quelli che gli Ebrei nella loro organizzazione chiamavano i « proseliti della porta » perchè potevano stare . attorno alla sinagoga ma non potevano varcarne l'uscio. Panfilo Gentile
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