Consigli agli onorevoli che vanno in vacanza di Paolo Monelli

Consigli agli onorevoli che vanno in vacanza Consigli agli onorevoli che vanno in vacanza ROMA, agosto. Ai deputati che vanno in vacanza consigliamo dì mettere nella valigia, oltre ai soliti libri gialli che secondo accurate statistiche rappresentano l'ottanta per cento delle letture degli uomini politici, anche i seguenti libri e trattati; conciosiacosachè, direbbe monsignor della Casa, essi della lettura di tali opere abbiano ismisurato bisogno. I libri che loro consi¬ gliamo sono dunque e prima IIIIIIIIIIMIIIIIIIIlllllllllllMIIIMIMIIIIIIillllllllD di tutti II Galateo di messere Giovanni della Casa, specialmente la dove parla del comportarsi in pubblico; Il Cortegiano, di messer da Castiglione, I Caratteri di Teofrasto (Kthikòs Charaktères) nella traduzione di O. Pasquali, Les caractères di La Bruyère, il Nuovo Galateo di Melchiorre Gioia, Foundation of Character, di A. T. Shand, Temperamento e Carattere, di del Greco (nella rivista Manicomio Moderno), Self-Control, di A. Bain, H Vero Signore, di Willy Farnese, Some advice to new members of Parliament (Consigli ai deputati novellini), di Michael Mao Dona'gh. Tanto per cominciare. Ma se impiegheranno in queste savie letture il maggior tempo delle loro vacanze, potremmo sperare che alla ripresa dei lavori parlamentari quei ronzi ma onesti rappresentanti del popolo si ripresenteranno vergognosi dei trascorsi passati e desiderosi di mostrarsi diversi, come la servetta venuta zotica di montagna, dopo un anno che è stata in casa di signori, arrossisce delle sue maniero di un anno prima. E andando alla Camera non assisteremo più alle risse, all'accapigliarsi, ai pugilati fra energumeni urlanti contumelie e balzanti all'assalto da questo o da quel settore e ondeggianti in mucchi confusi, accorrenti a rifuggenti dal tumulto con corsette isteriche; mentre aitanti giovanotti in livrea, sereni e composti come Dèi (e non sono che valletti ed uscieri), oppongono alla furia una distaccata correttezza, una spassionata forza, una persuasiva alterezza, riuscendo a poco a poco a frangere i gruppi, a sospingere lontano i più scalmanati, a deviare pugni e mattate che incassano impassibili sulle loro vaste membra; e lassù .il presidente abbandona lo scanno da cui ha fatto squillare fino all'ultimo campanello e martinella, ed un lugubre uluho di sirena si stende sul baccano e intima che si sgombrino le tribune. * * Queste letture morali, da cui attendiamo una riforma del costume, ci appaiono urgenti e inderogabili. Perchè avendo assistito ad alcuni pugilati alla Camera debbo dire che finora, invece che la determinazione di rinunciarvi per l'avvenire, * visibile l'intento di portare attacchi ed azioni a sempre maggiore perfezione tecnica, con finte, con aggiramenti, con manovre pe* eludere questori e (IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII valletti, con puntate dimostrative nell'emiciclo dirette a stornare l'attenzione dall'assalto principale portato sui più alti scanni; e già la balistica si associa al corpo a corpo, nel putiferio del 9 giugno si videro volare le sedie degli stenografi, in quello del 15 luglio ci fu un nutrito lancio di penne a mo' di dardi. Ma il prendersi a pugni o per i capelli è solo la dimostrazione più spettacolare della rudimentale educazione dei rappresentanti del popolo, e solo una minoranza vi partecipa effettivamente; ma pochi si astengono da altre manifestazioni, ingiurie, ululati,.fischi, urla; 0 segni d'intolleranza, o il manifesto dileggio per l'oratore della parte avversa (« schernire non si deve mai persona quantunque inimica, perchè maggior segno di dispreggio pare si faccia schernendo che ingiuriando... » Della Casa, op. cit.) interrompendolo ad ogni frase, o peggio ostentatamente ignorandone lo parole (e allora c'è chi legge il giornale, chi fa crocchio con alcuni colleghi, chi scrive, chi passeggia per l'emiciclo come nel corridoio di casa sua); insomma il disprezzo di norme di buona convivenza che nei salotti e nelle osterie d'Italia appaiono ancora validissime. Soprattutto nelle osterie. Il nostro popolano non è maleducato, al contrario. Ha tutte le qualità che mancano ai suoi rappresentanti; è cortese con l'avversario, ne ascolta con pazienza le parole, parla senza-sbraitare. Ho veduto nelle osterie del Veneto e del Piemonte gente discutere con calma (almeno finché non si manifestasse la potenza del troppo vino bevuto), con un ordine nell'avvicendarsi dei parlatori, con un rispetto delle idee espresse dagli altri, che qualunque assemblea avrebbe invidiato. Maleducata è la classe media; e specialmente il popolano che s'imborghesisce (guardate a quei sedicenti operai e braccianti e contadini che si fanno uomini politici, agitatori e capipopolo) perde le virtù tradizionali e antiche del popolo senza acquistare le forme e il contegno delle classi superiori. Forse perchè manca da noi una scuola media che educhi 1 suoi allievi, oltre che istruirli; che insegni loro, con pari urgenza che il latino e le matematiche, il dovere sociale di rendersi graditi ai prossimo, tagliandosi corti i capelli e lavandosi il corpo, ogni giorno, imparando a parlare IIIIIIIIIIIIIIIIMIIINIIIIIMIINIIIIIIIIIIIIIIIIIMII I senza alzare la voce, a non interrompere chi parla, a rispettare le opinioni e le idee discordanti dalle proprie. Una simile scuola non c'è da noi; e in poche famiglie si dà l'esempio e l'insegnamento di queste virtù; e il risultato più evidente di questa manchevolezza è il fatto che gli italiani del ceto medio non sanno stare insieme se non battibeccando, rissando, dandosi sulla voce a vicenda. Mettono passione e puntiglio nelle discussioni più che logica, si vergognano di apparire sconfitti da più validi argomenti, anche se urbana» mente contradetti si offendono, prendono fuoco, montano in bestia. * * La Camera, con i suoi 574 membri, è di quel ceto una fedele proiezione. Non è questione di sangue bollente, o di terra vulcanica. I più pronti a menar le mani sono piemontesi e siciliani in parti eguali. Ma basta che un deputato tocchi certe questioni che è imperativo categorico di partito ribattere subito, che sui banchi avversari sono ingiurie fiorite, rapide contumelie, faccie stravolte, braccia tese con il dito puntato, corpi pronti a scattare. Uno scrittore inglese di cento anni fa, E. Lytton Bulwer in un suo libro sul carattere degli inglesi (la traduzione napoletana è del 1844) cita come esempio di vergognosa inciviltà alla Camera dei Comuni « gli starnuti, » soffiamenti di naso, i colpi di tosse, frastuono tristo, doloroso, terribile », traverso if quale tuttavia l'oratore sgradito alla Camera riesce pur sempre a fare udire la sua voce. Da noi è raro che il capo del governo, o un ministro, o un capo partito, possa condurre fino alla fine non dico un periodo, ma una frase, senza ohe le sue parole siano soffocate da urla, lazzi, contumelie, muggiti. E non è ni questione di età 0 di sesso. Quando a far buriana dwenta per l'estrema sinistra un ordine di partito, a cui tutti ubbidiscono come per un gradito diporto (e appena sedato il baccano sul volto di quelli .che apparvero 1 più indemoniati si allargano sorrisi compiaciuti), fanno spicco alcune deputate che si agitano a gara con i compagni, i loro strilli aguzzi balenano fra lo strepito come i guizzi degli ottavini nella fosca tessitura della Tregenda nella Symphonle fantastlque di Beriloz. Gli studiosi del carattere distinguono tre stadi di esso, Illlllllllllllllllllllllllllllllllll milllllllltllll che corrispondono a tre gradi dello sviluppo mentale: 1) l'istintivo, 2) l'emotivo, 3) il riflessivo. La nostra classe media, di cui il parlamento, ripeto, appare il concentrato, o la proiezione, sembra giunta solo al secondo stadio; gli resta da aggiungere il terzo ohe corrisponde all'essere adulto (il primo stadio è quello animale, il secondo è quello del bambino) razionale e sensibile, capace -di riflessione, di ragionamento, di autodisciplina (self-control). W preferisco incolpare di questa deficienza la maggioranza del nostro ceto medio piuttosto che pensare che per un gioco della sorte si siano trovati riuniti a Jlfontecitorio solo i rappresentanti più ingenui e primitivi di esso. Paolo Monelli ■llllfllllllllllllIlllllllllHlllllllllllllllllllllllllllll

Persone citate: Bain, Castiglione, Della Casa, E. Lytton Bulwer, Giovanni Della Casa, Melchiorre Gioia, Michael Mao, Shand, Teofrasto, Willy Farnese

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Roma, Veneto