Il Parlamento procede a ritmo troppo lento

Il Parlamento procede a ritmo troppo lento Il Parlamento procede a ritmo troppo lento Bilancio della prima tornata - Il Governo ha sfornato 40 progetti alla settimana, le Camere ne hanno approvati 41 in tre mesi i Roma, 5 agosto. Ieri la Camera, con l'approvazione del piano Fanfani, ha terminato i suoi lavori e si è concessa un breve periodo di ferie. Non sono mancati i soliti discorsi di convenienza e di esortazione pronunciati da un decano, perchè tutti uscissero dall'aula e dal palazzo con l'animo sereno e il cuore sgombro da rancore, per essere meglio preparati alla ripresa di dibatjjUJti. ..nel „ .juTOtsaÌpaD . sp.ttcmHr-Q. Strette di mano, saluti e auguri rendevano ieri sera quasi cordiale l'atmosfera di Montecitorio, ed era la più adatta per un bilancio retrospettivo. Un grave deficit Come ha lavorato il parlamento in questi mesi? Qui non vogliamo ritornare sugli spiacevoli episodi dei tumulti, degli insulti reciproci e delle zuffe furibonde che troppe volte hanno visto affrontarsi i deputati delle due parti; sono episodi gravi e spiacevoli, ma non su questo è da fondare un giudizio circa la buona o cattiva funzionalità dell' istituto tlIMMI IIMIIIMIIlliriMII!M!llnMIII11l)III!IMIIII parlamentare. E neppure diremo se sìa stato un bene o un male che delle 125 sedute (72 alla Camera e 53 al Senato) la maggior parte sia stata dedicata a discussioni politiche (comunicazioni del Governo, discussioni delle mozioni presentate dall'opposizione) e una parte minore al lavoro legislativo vero e proprio e alla trattazione di problemi particolari, come il piano Fanfani O. il piano MarahpJl: tali sono state le contingenze che que ste digressioni nel campo generale dei massimi problemi della politica erano un fatto o una iattura inevitabile. Cercheremo piuttosto di de durre dalla prova fornita dalla Camera durante la sessione che si è chiusa se gli organi legislativi che sono stati predisposti dalla costituzione si siano dimostrati uno strumento idoneo a soddisfare le esigenze funzionali di uno Stato moderno. E sarà il caso di avvertire subito che la risposta non può essere che negativa. Se si pensa che in media dal Consiglio dei ministri escono una quarantina di disegni di legge per settimana e che in IIIMItlII[lll1IIIMMIMIIIIinil1llllllllllMIMIII[ìla ! e » e a d e e a i a ea a o o a o l nmn i ine ì si a l a a i i ra i tre mesi di lavoro 11 Parlamento ne ha approvati solamente quarantuno, la proporzione, il deficit, si rivelano gravi iì incolmabili. Svantaggio irriducibile! Anche difatti supponendo che in futuro si possano fare meno discussioni generali e dedicare maggior tempo all'attività legislativa, nessuno one| sta me nte -può nutrire-l'illusione- che sia possibile rimontare lo svantaggio. Uno Stato moderno è infatti sovraccarico di lavoro legislativo e la macchina di produzione delle leggi è una macchina che deve lavorare enormemente. Se arrivassimo un giorno alla realizzazione tanto vagheggiata dell'ordinamento regionale, si potrà avere una certa deflazione della macchina legislativa centrale, ma anche questa soluzione, già dubbia di per sè, non sarà sufficiente. Dice un deputato democristiano, l'on. Clerici, che « Non soltanto- durante e dopo, ma anche prima della grande guerra '15-'18 e press'a poco a partire dal 1906-8, in realtà il Parlamento italiano non ha funzionato più. Il rilievo, del resto, si potrebbe estendere anche ad altri parlamenti nei quali si è prodotto lo stesso fenomeno ». La Costituente si è proposta bensì questo problema della crisi funzionale dei parlamenti moderni, ma non vi ha dato» una soluzione. In un articolo della Costituente si suggerisce una via di uscita: che commissioni legislative, anche di carattere permanente, si sostituiscano all'assemblea per l'esame e l'approvazione di determinati disegni di legge. Questi naturalmente, debbono essere quelli di minor importanza secondo lo spirito della costituzione; ma, poiché la costituzione ha rimesso al regolamento delle Camere la determinazione specifica delle diverse categorie dei disegni di legge, e poiché non si è avuto il coraggio di sancire norme precise di regolamento, l'assemblea può continuare ad essere gravata di una mole di lavoro alla quale le è impossibile far fronte. Alla ripresa autunnale li problema dovrà essere risolto. Se si pensa al programma di lavoro che attende la Camera c'è da restare sgomenti; il Senato dovrà occuparsi del piano Fanfani, e già si parla di altri piani di analoga importanza e vastità; si sussurra di un plano Saragat per la riattivazione dell'industria armatoriale; di una legge per il graduale sblocco dei fitti; di una che costituirà il prima passo verso la riforma agraria; studi per la riforma e la razionalizzazione dell'industria sono già molto avanzati e di prossima articolazione legislativa. E poi ancora: il progetto di legge impropriamente chiamato « antisciopero » e che avrà il nome ufficiale di «difesa della libertà di lavoro » ; quello sul riconoscimento giuridico dei sindacati; quello sull'ordinamento autonomo dell'ordine giudiziario; quello sulle attribuzioni e limiti dell'autonomia regionale, sulla Corte Suprema Costituzionale, sulla legge che fissa le attribuzioni della Presidenza del Consiglio e dei vari ministeri. Materia vastissima Nè basta ancora, perchè rimane la vastissima materia del lavoro necessario per l'esame e l'approvazione dei bilanci preventivi. E questo per non dire che in materia di bilanci è previsto l'esame non dei soli preventivi, ma anche dei consuntivi, perchè il controllo finanziarlo ne risulti perfetto. Sarà bene ricordare che in Italia l'approvazione dei consuntivi è rimandata a tre, quattro e anche a cinque anni dopo la loro scadenza, quando cioè qualsiasi discussione è ormai resa superflua; e sarà questo un elemento di più atto.a convincere che urge provvedere ad una revisione del tradizionale processo legislativo. Ciò deve essere fatto proprio in difesa degli istituti parlamentari che, se non adeguati alle necessità funzionali di uno Stato moderno, sono condannati ad irrimediabile discredito e fonte di tentazioni dittatoriali di destra, come si è già avuto una volta, o di sinistra, come ora si è più inclini a temere. Si provveda pertanto e un grande passo, forse il decisivo, sarà compiuto per la difesa della libertà e della democrazia. v. g.

Persone citate: Clerici, Fanfani, Saragat

Luoghi citati: Italia, Roma