Si delinea il pericolo di una improvvisa rottura

Si delinea il pericolo di una improvvisa rottura La conferenza danubiana Si delinea il pericolo di una improvvisa rottura Dura risposta inglese a Vishinski fjfostro servizio particolare) Belgrado, 3 agosto. ■Con una violenza che gli osservatori politici, pur prevedendola, non presumevano si manifestasse in termini pole-. mici tanto energici, l'amba- ! sciatore britannico, sir Char-[ les Peake, ha risposto oggi al delegato sovietico Vishinski. Lo ha inchiodato alle sue responsabilità, che sono risultate essere molte e molto gravi, con una requisitoria implacabile che ha favorevolmente sorpreso i delegati occidentali cosi come ha scosso i delegati dei Paesi aderenti al Cominform che in serata, anziché intrattenersi con i colleglli com'è ormai consuetudine, hanno preferito rimanere « in famiglia > giustificandosi con il pretesto di una gita collettiva che essi hanno organizzato per questa sera ad un quartiere della periferia ovest della città, dove era in programma la inaugurazione di un Centro culturale di studi leninisti. Sir Charles Peake ha affrontato la questione appoggiandosi ad una logica talmente obbiettiva da non lasciare adito a smenti.2 o a contraddizioni di -sorta. Dopo aver ricordato le aspre parole pronunciate da Vishinski sabato scorso il delegato britan nico ha affermato di sentirsi troppo superiore, unitamente agli altri occidentali, per raccogliere il tono di sfida, di intimidazione e di provocazione, contenuto nelle parole dell'esponente sovietico. Passando alla sostanza dell'attrito sovietico-occidentale, ed alla discussione sulla proposta di "convenzione danubiana,, lanciata dalla Russia, l'ambasciatore britannico ha energicamente denunciato le manovre sovietiche tendenti a mantenere liinviolato il Danubio . da parte di qualsivoglia transito occidentale. Mentre sotto la requisitoria di sir Charles Peake si andava sfasciando tutta la incastellatura elaborata dai sovietici con machiavellica cura, i delegati dei paesi aderenti al Cominform davano segno di mal represso nervosismo passandosi appunti e note e tentando. più volte di interrómpere con pretesti il dire del delegato britannico. Questo mentre un'atmosfera eccitata e drammatica gravava sulla sala-delia conferenza. L'ambasciatore britannico, valendosi di prove e documenti inoppugnabili alla mano,, ha pure accusato la Russia di svolgere una manovra tendente ad appropriarsi dei beni e delle attrezzature connesse al Danubio, appartenen. ti a paesi occidentali. Passando ad esaminare la proposta sovietica per l'abrogazione della convenzione del 1921, il delegato inglese ha ricordato come per una precisa disposizione del diritto internazionale essa non possa essere dichiarata decaduta senza il consenso di tutte le parti firmatarie ed interessate. « Se si considera che alcuni paesi pure firmatari della convenzione del '21 come il Belgio e la Grecia, non sono stati neppure invitati a prender parte ai lavori di questa conferenza — ha soggiunto l'ambasciatore — appare chia ddrcgsdra rmc^ong1njenza"rcontenuta nella proposta russa, eviden- temente stilata sulla base di considerazioni troppo unilaterali ». Sempre a questo proposito il ritiene che delegato ha aggiunto: « Io dò atto a Molotov di aver lanciato la prima proposta per la convocazione di questa conferenza danubiana: se ora il delegato sovietico qui presente lo stato attuale delle cose risulti inadeguato per la risoluzione della questione, io suggerisco di invitare a questo tavolo le potenze che pure avendone diritto non sono state invitate, come il Belgio e la Grecia. Se il signor Vishinsky è d'accordo, io sono pronto a proporre immediatamente una mozione a questo proposito affinchè in sede di legalità si possa discutere e decidere ». Un penoso silenzio di Vishinsky e degli altri delegati orientali ha fatto seguito alla proposta dell'ambasciatore britannico, cosicché l'atmosfera di imbarazzo che già regnava tra i delegati, è andata aumentando. « Comunque — ha concluso il delegato occidentale — il carattere di ultimatum cui i russi, forti della loro acquisita maggioranza, indulgono con troppa facilità, ci lascia indifferenti; questo anche se dovessimo rimandare sine die la composizione della questione danubiana ». a. 1.

Persone citate: Char, Charles Peake, Molotov, Peake, Vishinski

Luoghi citati: Belgio, Belgrado, Grecia, Russia