Riserbo in America sui colloqui di Mosca

Riserbo in America sui colloqui di Mosca Riserbo in America sui colloqui di Mosca Le posizioni si considerano immutate (Dal nostro corrispondente) Washington, 2 agosto. Ila notizia del colloquio tra Stalin ed i rappresentanti occidentali non è giunta di sorpresa a Washington. La si attendeva anzi di momento in momento. Ma al Dipartimento di Stato ci si manteneva estremamente riservati al riguardo, ponendo in rilievo come mancassero comunicazioni ufficiali, e come si trattasse di semplici previsioni di stampa. Ci si rifiutava persino, da parte dei funzionari del Dipartimento, di rivelare il contenuto delle conversazioni svoltesi sabato scorso al Cremlino fra Molotov ed i delegati occidentali. Ora il medesimo risert>o circonda il tenore delle conversazioni odierne fra Stalin e gli ambasciatori del tre Faesi dell ' Ovest. Mentre Bedell Smith prepara il suo rapporto per Washington, le supposizioni si incrociano sulla portata e sul contenuto delle discussioni. La miglior soluzione, come sempre in questi casi, sta nell'attendere i comunicati ufficiali, n dato di fatto, oggi come oggi, è che la situazione non è mutata. E immutate sono le ragioni, addotte dalle due correnti contrastanti per affermare, e rispettivamente confutare, la possibilità di una conciliazione fra Russia e Occidente. Affermano alcuni osservatori che le attuali conversazioni produrranno, se non altro, una distensione che potrebbe essere presupposto di un'atmosfera atta ad ulteriori progressi. Ribattono i pessimisti che troppo gravose sono le condizioni poste da Mosca perchè si possa venire ad un accomodamento. Queste condizioni sono, come è noto, controllo quadripartito della Rùhr, riparazioni tedesche per un totale di dieci miliardi di dollari, immediata elezione di un governo centrale tedesco, ritiro di tutte le forze di occupazione dalla Germania immediatamente dopo la firma del trattato di pace. Secondo alcuni informatori politici i colloqui a Mosca avrebbero anche un movente economico in quanto, date- le attuali condizioni dei due blocchi europei, il piano Marshall ed il piano Molotov incontrerebbero serie difficoltà nella loro pratica attuazione. Un accordo sia pure di massima sulle questioni economiche potrebbe essere perciò desiderato da entrambe le parti. Prosegue intanto, nell'intesno degli Stati Uniti, l'azione anticomunista. Louis Budenz, che fu già uno dei più insign tndslnel 1945 convertendosi al cattolicesimo, ha affermato categoricamente oggi che il partito comunista degli Stati Uniti è una quinta colonna sovietica, mirante alla distruzione della repubblica americana. Budenz parlava dinanzi al comitato senatoriale di inchiesta sulle attività antiamericane. Il partito comunista — egli ha detto — si mantiene segretamente in contatto con i suoi membri clandestini, nel corso di frequenti riunioni circondate dal più estremo riserbo. Le riunioni sono controllate da un'apposita commissione diretta.da Jacob Golos, la quale ha altresì tra i suoi compiti quello di addestrare gli agenti segreti del partito. Quanto al finanziamento del movimento, esso perverrebbe in gran parte da Hollywood, dove numerosi sono i simpatizzanti, i « Fellow- esponenti dell'estrema sinistra americana, da cui si distaccò Travelers ». « Ma arriva danaro anche dall'estero > ha concluso Budenz. Il presidente Truman ha posto oggi in movimento il complicato meccanismo inteso a portare negli Stati Uniti, entro i prossimi due anni, 205 mila profughi europei. Il Presidente ha richiesto al Congresso lo stanziamento di due milioni di dollari per l'avviamento del piano, su scala tale che permetta l'afflusso annuale di centomila profughi. Ugo Carusi, Edward Connor e Harry Rosenfeld dirigeranno la commissione incaricata di dare esecuzione al progetto. Frattanto affluiscono a Washington, da parte di industriali, agricoltori e commercianti, le offerte di impiego ai profughi. Si pensa anche a procurare una dozzina di navi per il trasporto dei D.P. Una voi ta iniziato l'afflusso, ritengono questi circoli, si potrà probabilmente ampliare il piano ad una durata di quattro anni e ad un numero di mezzo milione di profughi da ammettere in questo periodo in territorio americano. e. d.

Persone citate: Edward Connor, Harry Rosenfeld, Jacob Golos, Louis Budenz, Molotov, Stalin, Ugo Carusi