Le figure e gli amori dei protagonisti in drammatiche contrastate deposizioni di testi

Le figure e gli amori dei protagonisti in drammatiche contrastate deposizioni di testi IL TORBIDO AMBIENTE DELLA TRAGEDIA DI MASSA Le figure e gli amori dei protagonisti in drammatiche contrastate deposizioni di testi Firenze, 28 luglio. Terza giornata, del processo Oalosi. L'interesse del pubblico per questo torbido dibattimento, va ogni giorno più aumentando. Come al processo Graziosi, le donne giuravano per l'innocenza del maeBtro, qui giurano per la colpevolezza della Calosi, accanitamente quasi. s Si è cominciato alle 9,30, stamane. Primo teste: Fosco Balloni, che abitava sotto il quartiere della Oalosi e che accorse per primo, dopo gli spari, rinvenendo nella camera, immerso nel proprio sangue. l'Umore Andreoni. Fu il teste che dette l'annuncio del tragico fatto alla Calosi la quale disile: «Poveraccio, anche lui ha una mamma » Oli viene domandato che aspetto avesse la rumerà e, in modo particolare, il letto. Risponde che, dalla parte dove dormiva la Calosi, era leggermente disfatto, come se Qualcuno vi ci si fosse poeto per pochi istanti. Parla poi dei bambini dell'accusata, che dormivano tranquilli in una camera vicina, e della vita mondana che la Calosi conduceva, « senza far nulla di male, però », soggiunge. Alle osservazioni di alcuni avvocati che vogliono sapere coea si intenda a Massa quando si dice che una donna conduce vita mondana, risponde: «Tingersi, fumare, scherzare, e basta ». Locandiera... goldoniana Segue la deposizione di Giuseppina Farnocchia, una donna di mezza età, proprietaria dì una locanda che confina colla casa Calosi. La Farnocchia è informaiissima di tutto e di tutti, appunto in virtù della sua qualità di locandiera. Fra i suoi avventori c'erano, all'epoca, tutti i dipenden. ti di Francesco Annunziata, marito della Calosi e. di conseguenza, anche l'Emore Andreoni. Parla, prima, di tutto, dei frequenti epari che bì udivano, di sera, nei pressi della casa Calosi. A sparare erano coloro che facevano la guardia ai beni dell'Annunziata e il capo guardia Andreoni che, come gli altri, si esercitava uel tiro. Afferma che, nelle prime ore del pomeriggio del giorno del fatto, vide alla finestra la Calosi parlare coll'Andreoni. Non » precisare se il colloquio durasse a lungo e su che cosa la conversazione vertesse. Più tardi, verso le 19, ebbe modo di scorgere nel- cortile la Calo»! che staa provando una pistola, esplo¬ va provando una pistola esploIdendo parecchi colpi. La «era, del fatto udì uu colpo di rivoltella o, dopo, il rumore di un vetro infranto. Corse in strada. Vi trovò la Oalosi eccitatissima. Un vicino la pregò di portare dello spirito per medicare la signora che era ferita a un braccio. Chiese alla Calosi chi avesse rotto il vetro: « Io, con la pistola », le fu rispoeto E credette che questo volesse significare che il vetro era andato in frantumi perchè colpito dalla pallottola di rivoltella. La teste mescola alla deposizione aneddoti e ricordi personali che. con il processo, non hanno nulla a che fare, e il pubblico si diverte. Arriva fino al punto di dire al Presidente che lei è onorata madre di undici figli e che la sera del delitto teneva in mano una, bor?a di acqua calda. Il pubblico ride.. La Farnocchia non si perde di nimo e prosegue affermando che l'Andrconi spesso consumava i pasti nella sua locanda parlando con lei dilla Calosi. «Ili diceva che la Oalosi gli dava, del denaro; e che, quasi ogni giorno,.si fermava con la padrona di casa». Presidente: «A fare che?». Teste : « Signor Presidente, io non c'ero e non potevo vedere quel che facevano. Qualche volta aprivano la radio, qualche altra mettevano in moto il grammofono per suonare la loro canzone preferita : che era < Il primo amore non si scorda mai ». Gli faceva, qualche piccolo regalo, ripeto, e aveva manifestato anche il proposito di portarselo al mare con li». Camicia... galeotta Un giorno, appunto, che erano andati al mare tutti e tre: moglie marito e Andreoni, il signor Annunziata vide che il giovanotto avev» una camicia eguale a una dei'e ue. Si meravigliò, come è naturale, ed Emore mi raccontò che la signora aveva spiegato la cosa in questo modo: era avanzata un po' di stoffa dello stesso taglio, e aveva fatto fare una camicia per lui. Poi, a un certo momento, la teste ha lasciato intendere di avere ricevuto dall' Andreoni una confidenza nv Ito delicata, in merito ai rapporti Ha lui e la Calosi. Ha titubato, ha girato gli occhi sul pubblico e ha fatto capire che, proprio, non poteva dirla ad alta voce perchè era una cosa grossa. 11 Presidente le ha detto, allora, dj avvicinarsi al suo banco e di parlare a lui come in confessione. Ma i confessori erano più di uno, perchè hanno fatto circolo anche gl. avvocati e qualche giornalista. La dichiarazione ni,', era, però, nuova. Era già dalla teste stata resa in istruttoria. Si riferiva a un discorso che una volta l'Andreoni le fece, e cioè: che, trovandosi in condizioni di ristrettezze, si era rivolto alla Calosi per essere aiutato, e questa gli aveva dato soltanto mille lire. Il fatto l'indusse a, pensare che la Calosi non fosse per nulla innamorata di lui, e che gli volesse bene soltanto per il godimento carnale che egli poteva darle. Questo disse alla Farnocchia l'Andrconi; ma, in parole molto più veriste, ohe la teste ha riferito con una certa titubanza; e chi le h» sentite ha fatto un po' il viso rosso. La Farnocchia conclude dichiarando che l'Andreoni. quando la notte andava a montare la guardia alla casa dei Calosi perchè il marito era assente, le fischiava per avvertirla che si trovava 'al suo posto di vigilanza, Proc. .Geo., avvocati, di & C ecattano: «Ma lei in istruttoria, grida il Pi-oc. Gen. ha dato tutto un altro significato a questo segnale; non ha detto cosi». E la Farnocchia, prontissima: «In istruttoria si approfittavano di me perchè ero sola e mi fecero dire quello che vollero». E' la volta di Silvano Mocchi, un barbiere di Massa, di cui l'Andreoni era cliente e presso il quale, 1* a sera del 9 novembre, poco prima delle otto, si recò a farsi radere. Anche a lui l'Andrconi non faceva mistero dei suoi rapporti con la Giuseppina Calosi: e raccontava anche che la donna lo riforniva di quattrini e di sigarette. Il teste esclude che l'Andreoni avesse con sè un coltello. La convinzione nacque dal [atto che frugò nelle tasche della giacca del cliente per cercarvi un pacchetto di sigarette. Compare, quindi, Teresa Lombardi, una vecchietta che fu domestica di casa Calosi, saltuariamente, prima e dopo la liberazione. La Lombardi sarebbe colei che avrebbe dichiarato alla ex fidanzata dell'Andreoni di avere servito il caffè e latte alla Oalosi mentre questa, in assenza del marito, si trovava a letto con l'Andrconi. La Lombardi smentisce energicamente di avere raccontato una frottola simile. La atmosfera si riscalda. Hanno luogo due confronti drammaticissimi: il primo con la ex fidanzata dell'Andreoni, il secondo colla madre dell'ucciso. Ma la Lombardi seguita u negare con violenza. Fra le donni) messe a confronto corrono parole grosse. Nella disputa intervengono un po' tutti, e la confusione è al colmo, mentre il pubblico rumoreggia. Il Proc. Gen.. a un certo momento, si alza, batte i pugni sul tavolo e chiede, a voce alta, l'incriminazione della testimone per deposizioni contraddittorie. La Corte si ritira per deliberare e rientra, poco dopo, respingendo la richiesta. La tranquillità torna dopo tanta tempesta. L'arrotino Albertoni, presso cui dovrebbe essere stato acquistato il farnese, coltello col quale la Calosi fu ferita, dice di non avere visto nel proprio negozio l'Andreoni, ed esclude quindi di avergli venduto il coltello. Secondo Blasci. marito di Giuseppina Farnocchia, la locandiera, conferma quanto ha detto la moglie, aggiungendo in più: che l'Andreoni gli confidò 1 suol rapporti intimi colla Calosi aggiunI gendo di avere proibito, in modo i assoluto, alla dona* di coàc^stefc si al marito finché lui sarebbe stato suo amante. All'una e un quarto, l'udienza è stata sospesa e, dopo quattro ore, si riprende. Primo a deporre: Carlo Mannella. E' uno dei firmatari della petizione che reca 400 firme, tendente a protestare contro le decisioni della sezione di accusa della Corte di Assise di Genova, che aveva chiesto alia Corte l'assoluzione della Calosi per avere agito in stato di legittima difesa. Il teste dice, candidamente, di aver firmato la petizione intendendo solo di ottenere che il processo si svolgesse a Massa e non a Genova dove non avrebbe potuto recarsi. Cosi gli altri firmatari. « Mi vogliono tutti male » In merito alla relazione fra la Calosi e l'Andreoni, non dice niente di nuovo. Il giovanotto gli confidò che la donna avrebbe voluto regalargli degli anelli, ma che lui li rifiutò temendo ohe il marito potesse riconoscerli. Altri testi depongono su episodi di poco rilievo. L'aw. Giromini, dice ohe la Calosi gli espresse, parecchie volte, il desiderio di abbandonare Massa per tornarsene a Certaldo, suo paese natale, allo scopo di trovare la pace e far cessare le chiacchiera sorte sul suo conto. «A Massa mi vogliono tutti male; voglio tornare a casa mia», disse la donna. Ma il marito si oppose non volendo dare soddisfazione alla gente. Lette, quindi, aloune deposizioni rese in istruttoria da testi-, moni oggi assenti, viene poi aperto il pacco contenente i corpi di reato: l'apertura dà luogo a un piccolo colpo di scena. Il Proc. Gen. osserva che, oltre al coltello, alla rivoltella e ad altri oggetti, nel pacco si trovano anche cinque bustine contenenti dei cachete antinevralgici e ta rilevare che, negli atti processuali, si accenna a un cachet trovato appiccicato al manico del coltello, con cui la Calosi ha affermato di essere stata- ferita dall'aggressore. Il capitano del carabinieri Grissini, interrogato, dice risultargli ohe* i cachete furono rinvenuti in un cassetto di un mobile della camera da letto della Calosi. Questa nega recisamente che i cachete siano suoi, usandone di altra marca. Il Proc. Gen. chiede, allora, la vernalizzazione delle risposte, e domanda sia udito chi reperto gli oggetti in questione. Alle 18.30 l'udienza è tolta. Domattina si udranno gli ultimi testi citati dalli, £, A t'imputata Giuseppina Calosi

Luoghi citati: Certaldo, Firenze, Genova, Massa